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TAURIANOVA (RC), SABATO 04 MAGGIO 2024

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Usura ed estorsione con metodi mafiosi, otto persone arrestate nel Catanzarese

Usura ed estorsione con metodi mafiosi, otto persone arrestate nel Catanzarese

I tassi d’interesse arrivavano fino al 180% annui. E se non si rispettavano i pagamenti imposti, scattavano pestaggi anche per i familiari – I NOMI DEGLI ARRESTATI

Usura ed estorsione con metodi mafiosi, otto persone arrestate nel Catanzarese

I tassi d’interesse arrivavano fino al 180 per cento annui. E se non si rispettavano i pagamenti imposti, scattavano pestaggi anche per i familiari. Vittima un imprenditore turistico con un’attività di ristorazione sulla costa jonica che ha vissuto due anni da incubo. Le indagini condotte dalla Dda

 

CATANZARO – La Squadra Mobile di Catanzaro ha arrestato otto persone con l’accusa di usura ed estorsione aggravate dal metodo mafioso. I reati sono stati commessi ai danni del titolare di un ristorante a Cropani, un centro del litorale ionico catanzarese, costretto a restituire dal 2011 prestiti che aveva ricevuto al tasso del 180% di interessi l’anno.

L’operazione che ha portato agli arresti è stata diretta dalla Dda di Catanzaro. Il titolare del ristorante, vittima era stata anche costretta, secondo l’accusa, a cedere beni dell’azienda per fare fronte alle richieste sempre più pressanti da parte degli usurai. L’uomo ha subito anche pestaggi e minacce, estese anche ai suoi familiari.

MINACCE A VITTIMA: TI BRUCIAMO VIVO
Hanno minacciato di bruciarlo vivo se li avesse denunciati. E’ uno dei particolari che emerge dall’indagine della squadra mobile di Catanzaro che ha portato all’arresto di otto persone per estorsione ed usura aggravati dalle modalità mafiose. Nei confronti degli otto arrestati è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro, Assunta Maiore, che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore della Dda, Vincenzo Capomolla. I particolari dell’inchiesta, chiamata ‘Breccia’, sono stati resi noti dal Procuratore della Dda di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, dall’aggiunto, Giovanni Bombardieri, dal questore del capoluogo calabrese, Guido Marino, e dal dirigente della squadra mobile Rodolfo Ruperti. Gli otto arrestati sono Giuseppe Tropea, di 36 anni, Salvatore Macrì (45), Renzo Tropea (29), Carmine Tropea (27), Domenico Esposito (35), Rosetta Esposito (37), Vincenzo Talarico (51) ed Antonio Talarico (50). Nelle settimane scorse la vittima, un imprenditore nel campo della ristorazione, ha deciso di denunciare i suoi usurai che lo avevano sottoposto anche ad estorsione. L’uomo ha raccontato di aver chiesto un primo prestito di 10 mila euro e successivamente una ulteriore somma di denaro di 35 mila euro. In entrambi i casi il denaro era finalizzato a gestire la sua attività commerciale. Per la restituzione del denaro è stato costretto a pagare interessi dai 150 al 180% annui. Quando si è trovato in difficoltà il gruppo di presunti usurai lo ha minacciato e picchiato. In uno degli incontri avuti con gli arrestati la vittima è stata minacciata di morte e gli usurai gli hanno detto che “ci devi restituire i soldi e se non lo fai o ci denunci ti bruciamo vivo”. Per intimorire la vittima gli era stato anche detto che il gruppo che faceva capo a Salvatore Macrì era vicino ad una cosca della ‘ndrangheta di Cutro. Dopo la denuncia l’imprenditore è stato sottoposto a tutela.

UN ODISSEA COMINCIATA NEL 2010

Aveva un ristorante ben avviato in provincia di Catanzaro e nel 2010, per effetto della crisi economica, si è trovato in difficoltà, tanto che la sua azienda è fallita e l’attività è stata posta all’asta. Il protagonista della storia è un imprenditore del settore della ristorazione che, dopo ripetuti rifiuti ad avere prestiti nonostante avesse in garanzia altre proprietà, si è visto costretto a rivolgersi ad un gruppo di usurai per avere il denaro in modo da gestire un ristorante e con il ricavato riacquistare la sua attività posta all’asta. La vicenda ha portato stamane all’arresto di otto persone accusate di usura ed estorsione aggravate dalle modalità mafiose. Gli arresti sono giunti al termine di un’indagine compiuta dalla squadra mobile e coordinata dalla Dda di Catanzaro. E’ proprio dal racconto fatto dall’imprenditore agli investigatori che emerge un quadro desolante sul fronte economico e creditizio. L’odissea ha inizio nel 2010 quando l’imprenditore, titolare di un ristorante in provincia di Catanzaro, si trova a dover fare i conti con la crisi economica. Improvvisamente le entrate si riducono fortemente e le spese aumentano in modo vorticoso. Nel giro di pochi mesi il ristoratore si trova a dover fare i conti con il fallimento della sua azienda e la messa all’asta del ristorante. La disperazione dell’uomo, secondo quanto emerge dalle indagini della squadra mobile di Catanzaro, è totale ma lui, con molta caparbietà, tenta di rimettersi a lavoro per riacquistare il suo ristorante. In quei mesi cerca in tutti i modi di ottenere un prestito rivolgendosi a banche, finanziarie e anche agli amici più stretti, ma ciò che riesce ad ottenere é solamente una raffica di rifiuti. Dopo tante insistenze riesce ad individuare un villaggio turistico a Cropani dove può gestire un ristorante ed un bar. Anche in questo caso, però, per avviare l’attività servono soldi e per questo motivo si rivolge ad un gruppo di usurai che gli prestano 10 mila euro. Il lavoro inizia e, per i primi mesi, riesce a fronteggiare le rate da pagare e salda il suo debito. La speranza è sempre quella di liberarsi da quella spirale per tornare a gestire la sua precedente attività. Improvvisamente però i presunti usurai lo estromettono dalle attività del villaggio di Cropani e lo obbligano a pagare una fantomatica penale di 35 mila euro. Da questo momento in poi la situazione degenera al punto tale che l’imprenditore viene picchiato e minacciato anche di morte. Dopo l’ennesima aggressione, in occasione della quale gli usurai minacciano di bruciarlo vivo, l’uomo decide di denunciare l’accaduto e fa scattare l’operazione che ha portato agli otto arresti di oggi. In merito alla vicenda, il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, ha ricordato che “é proprio nei momenti di crisi economica che il fenomeno dell’usura si aggrava ancora di più”. Per il procuratore aggiunto, Giovanni Bombardieri, questa vicenda è il “caso emblematico di come da un piccolo prestito si possa aprire una voragine, con pretese assurde per riavere il denaro”.