Dopo 31 anni cade negli Stati Uniti il divieto di donare il sangue per bisessuali
e gay. La FDA, dopo aver attentamente esaminato e considerato i moderni test per
l’Hiv e le prove scientifiche prima di acconsentire ad un cambiamento, ha deciso
di mettere fine a una politica lanciata in pieno allarme Aids. Restano comunque delle
restrizioni, in particolare per gli omosessuali e bisex che hanno avuto rapporti
sessuali con partner dello stesso sesso nell’anno precedente alla donazione. Il bando
per omosessuali e bisex era a vita ed era imposto, sotto la spinta dell’allarme Aids
degli anni 80, per proteggere le scorte di sangue in un periodo in cui si sapeva
poco del male. La Williams Institute dell’Università della California ha stimato
che il cambiamento potrebbe consentire un aumento delle riserve di sangue degli Stati
Uniti tra il 2 e il 4 per cento. La Federal Drug Administration (FDA) ha però lasciato
delle restrizioni: per donare bisognerà non avere avuto rapporti sessuali da almeno
un anno. Questo periodo di differimento è stato lasciato perché c’è un periodo
di alcuni mesi chiamato finestra dopo l’infezione in cui il virus dell’hiv, pur
presente nel sangue, può non essere rilevato dai test. Questo periodo finestra è
al di sotto dei 12 mesi. Secondo il comitato consultivo per la sicurezza del sangue,
tessuti e organi (SaBTO) il priodo di incubazione dell’HIV varia dai 9 ai 15 giorni,
a seconda del tipo di test. Per l’epatite B, che provoca la malattia del fegato,
è 66 giorni. In Italia, osserva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello
dei Diritti [1]”, la restrizione dura quattro mesi dopo il cambiamento di partner.