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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 MAGGIO 2024

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Attivo sindacale unitario: presentato il documento di proposte sull’area metropolitana di Reggio e provincia

Ecco il documento integrale dell’accordo

Attivo sindacale unitario: presentato il documento di proposte sull’area metropolitana di Reggio e provincia

nofotoEcco il documento integrale dell’accordo 

 

 

Reggio Calabria – Un attivo unitario aperto alla città e ai cittadini dell’intero territorio provinciale. Una piattaforma sindacale rivolta a tutti i soggetti istituzionali e non della zona: dalla Magistratura al mondo delle associazioni; dalla politica ai soggetti amministrativi territoriali; passando per il settore dell’università e della ricerca.
Ecco cosa è stato quest’ulteriore incontro unitario sindacale provinciale che si è svolto questo pomeriggio all’Auditorium Lucianum di Reggio Calabria, organizzato da Cgil Rc-Locri, Cgil Gioia Tauro, Cisl Rc e Uil Rc.
Un momento di confronto nel corso del quale sono stati sviluppati una serie di interventi atti ad apportare integrazioni e argomentazioni di arricchimento al documento ufficiale targato dalle OO.SS.
Ma non è stato solo questo. L’iniziativa di oggi ben si inserisce in un quadro più ampio, quello dell’unità sindacale che è stata costruita a partire dal momento dello scioglimento del Comune reggino per “contiguità mafiosa” e che porta avanti le istanze della collettività tutta: dai lavoratori ai cassintegrati; dai pensionati ai giovani disoccupati; dagli inoccupati ai co.co.pro.
Una linea sindacale unitaria che si sta costruendo, passo dopo passo, per rispondere alle esigenze del territorio, rispetto a quanto è accaduto e sta accadendo. Una unitarietà che mette al centro il tema dei lavoro e dei diritti delle persone, in una logica di cammino che condurrà alla manifestazione unitaria del prossimo 22 maggio a Roma.
Per queste OO.SS. (non dimenticando che in molte vertenze e decisioni è stata presente ed è presente l’Ugl, nda) l’attuale fase di Commissariamento deve essere un momento da cui ripartire per sviluppare un’altra idea di Reggio e della sua provincia. Un’idea che guardi al futuro di una città in chiave di Città Metropolitana, in cui una società migliore è possibile. E il documento unitario vuole proporre proprio questo: significa poter parlare alla cittadinanza di un progetto di città che sia una vera area metropolitana, dove sia davvero fattibile usare il concetto di “CITTA’ DEI CITTADINI”. Affinché valori quali la legalità e l’equità sociale siano i perni su cui ruoterà la futura struttura pubblico-amministrativa, economica e sociale della area metropolitana che immaginiamo.
Il documento però dice anche altro. Perché propone possibili soluzioni e possibilità di sviluppo per diverse realtà del territorio. L’idea di “SISTEMA” integrato di tutti i settori produttivi: dal porto di Gioia Tauro al rigassificatore; dalla forestazione e la costruzione di centrali a biomasse a un progetto di “raccolta di rifiuti porta a porta”; dal completamento del sistema dei trasporti alle infrastrutture viarie; dal potenziamento delle risorse già esistenti attraverso un distretto agro-alimentare di qualità alla futura programmazione POR.
Tanti i temi e le proposte sindacali presentate oggi. Molta, soprattutto, la voglia di ripartire; di far ripartire tutta la nostra terra; e per farlo Cgil, Cisl e Uil scendono in campo e chiamano a raccolta la cittadinanza attiva e partecipe. Quella che dice no all’illegalità, alle discriminazioni e alla mala-politica.

Punti Programmatici per un reale cambiamento dell’area metropolitana di Reggio Calabria e dell’intero territorio provinciale

CGIL, CISL e UIL di Reggio Calabria – con questo documento – intendono offrire alla città, ai reggini ma soprattutto agli amministratori di questo territorio, una serie di proposte, suggerimenti e riflessioni che ritengono possano fattivamente contribuire a far rinascere una terra che, ormai da troppo tempo, versa in condizioni inaccettabili, martoriata da illegalità, disoccupazione ed incuria.
La relazione della Commissione di accesso che ha dato origine allo scioglimento del Comune reggino e gli stessi sviluppi finanziari-contabili illustrati nella delibera della Corte dei Conti documentano la reale situazione socio-economico e finanziaria in cui si trovava la città al momento della decisione governativa sullo scioglimento. Una realtà che, purtroppo, accomuna diverse Amministrazioni comunali del territorio oggi provinciale e che, domani, dovrebbero far parte dell’area metropolitana.
Gli obiettivi fondamentali di questa proposta sindacale hanno due connotazioni ben precise: indicare buone pratiche di amministrazione oltre che di comportamento, individuale e collettivo, per dimostrare che, sempre e comunque, la <<legalita’>> è un valore irrinunciabile; il rilancio della struttura produttiva di Reggio città metropolitana e del territorio provinciale per ricreare occasioni di sviluppo, di crescita e di lavoro, attraverso l’utilizzo delle stesse risorse presenti nella zona.
Nel farlo, intendono partire da alcuni presupposti che, tra le innumerevoli criticità esistenti, costituiscono comunque delle certezze, delle realtà concrete da cui appare indispensabile ripartire:
•​la Città Metropolitana, che verrà istituita dal 1 gennaio 2014 a seguito dell’entrata in vigore dell’art.18 della Legge n.135/2012;
•​le numerose infrastrutture già presenti (porto di Gioia Tauro, porti turistici, aeroporto, linee ferrate, dighe), ed i beni ambientali e paesaggistici (spiagge, montagne, forestazione);
•​la programmazione POR 2014-2020 in via di definizione.
Nell’ambito della costituenda città metropolitana, si può ipotizzare una suddivisione in tre macroaree distinte non solo da un punto di vista geografico ma, soprattutto, in base ad una destinazione produttivo-economica così divisa:
1.​Reggio Calabria-Villa San Giovanni: centro direzionale amministrativo, gestione servizi metropolitani;
2.​Piana di Gioia Tauro: area industriale incentrata su porto, retroporto, gateway ferroviario;
3.​Fascia Jonica ed Aspromonte: area di interesse turistico, di rilancio di una agricoltura moderna e innovativa.

MACROAREA I
•​Riorganizzazione degli apparati pubblici attraverso la predisposizione di un regolamento Metropolitano, finalizzato alla gestione dei servizi, che dovrà contemplare l’applicazione e l’osservanza di quanto previsto nel nuovo Codice Antimafia (159/2011) in termini di pubblicità, trasparenza ed etica (un punto programmatico che vale anche per l’intero territorio provinciale);
•​la riformulazione, attraverso bandi pubblici per la formazione degli albi di professionisti esterni, per le imprese e la fornitura di beni e servizi. È auspicabile che nel regolamento metropolitano siano inserite norme attuative del D.L. 163/2006 e D.P.R. 107/2010 e ss.mm.ii. prevedendo, nei limiti possibili, l’eliminazione degli affidamenti diretti. Infine, è necessario rinnovare la convenzione con la S.U.A.P. (un punto programmatico che vale anche per l’intero territorio provinciale);
•​operare reali controlli sui responsabili dei singoli uffici e delle varie strutture istituzionali cittadine, e mantenere la competenza sul contenzioso in capo alla già esistente Avvocatura civica; internalizzazione dei servizi anche attraverso corsi di formazione per il personale e/o rimodulazione degli organici e/o politiche atte alla stabilizzazione dei precari (LSU/LPU); stop a consulenze esterne troppo “onerose” per le casse comunali e controllo su apparati interni delle istituzioni (un punto programmatico che vale anche per l’intero territorio provinciale);
•​garantire il passaggio dal vecchio Piano regolatore a un nuovo Piano Strutturale metropolitano, da cui discendono il Piano Spiagge, il Piano di Protezione civile e il Piano di mobilità, operando un reale controllo della condizione delle strutture pubbliche del territorio che, evidenziamo, è considerata una zona a rischio idrogeologico e sismico.
•​La gestione della raccolta e del ciclo di rifiuti in città dovrà essere ispirata ai principi di precauzione, prevenzione, proporzionalità, responsabilità e cooperazione di tutti i soggetti coinvolti nell’uso e consumo di beni che producono rifiuti e deve essere effettuata secondo efficacia, efficienza, economicità e trasparenza. Il nostro obiettivo è quello di elaborare un piano per incrementare le attuali irrisorie percentuali regionali di riciclaggio attraverso la raccolta “porta a porta”, con particolare attenzione agli scarti alimentari e alla frazione umida, utilizzando un criterio di premialità nei confronti dei cittadini virtuosi che producono pochi rifiuti indifferenziati (con sconti sulla tassa/tariffa/tares pagata dalle utenze domestiche o produttive) e un criterio di disincentivazione (viceversa, per coloro che non fanno la raccolta differenziata. Altro obiettivo sarebbe, secondo quanto previsto dalla nuova direttiva europea sui rifiuti approvata nel 2008, che si avvii a riciclaggio almeno il 50% dei rifiuti urbani entro il 2020. Punto fondamentale perché si possa dare avvio a questo progetto è la realizzazione di un’unica area dei servizi gestita direttamente dal Comune e in compartecipazione con il resto del territorio, realizzando un “contenitore” all’interno del quale confluiscano attività, competenze e maestranze delle varie società partecipate, compresi i compiti attualmente svolti dalla Multiservizi S.p.A, con l’ausilio della Cassa Depositi e Prestiti o del Fondo Strategico Italiano, attraverso cui lo Stato possa fungere da garante per evitare future ingerenze della criminalità organizzata. La finalità è quindi quella di creare una sinergia tra le istituzioni competenti per la creazione di uno strumento di sviluppo di una macro-area economicamente vantaggioso per tutti i soggetti coinvolti, partendo dai cittadini.
•​Un progetto che riguardi, quindi, più aspetti ma che sia funzionale a una città metropolitana come Reggio Cal. dovrebbe diventare. In tale prospettiva si avviino:
– la revisione del Piano Casa e lo status attuale del patrimonio immobiliare comunale e di quello di pregio;
– la realizzazione di un reale piano di zona /distretto sanitario;
– la realizzazione di un polo logistico per rafforzare la capacità produttiva dell’Omeca e la possibile riconversione dell’area dell’ex officine Grandi riparazioni di Saline;
– sul versante sicurezza in città: siano istituiti appositi progetti di presenziamento del territorio da parte delle forze dell’ordine;
– il completamento delle cosiddette opere incompiute: dal Mercato agroalimentare di Pellaro al Palazzo di Giustizia; dal carcere di Arghillà alle innovazione della rete idrica; dal Castello Aragonese al Tapis Roulant, sino alle arterie stradali di competenza comunale. In particolar modo, nell’ottica di rendere fruibile la viabilità della città metropolitana di Reggio Calabria, noi ci riferiamo al completamento del tratto stradale che da Gallico si sviluppa sino a Gambarie; e all’attivazione del progetto che da Scilla si collega, da una parte, verso l’Aspromonte e, dall’altra, verso Bagnara. Ciò comporterebbe il conseguente aspetto programmatico importante nell’ambito di un sistema dei trasporti della viabilità. E’ indispensabile che gli Enti preposti al governo del territorio attivino un tavolo ministeriale che possa rideterminare la classificazione delle infrastrutture presenti;
– il pieno coinvolgimento degli Istituti di formazione e ricerca della futura città metropolitana (l’Università degli Studi Mediterranea e l’Università per Stranieri “Dante Alighieri”, l’Accademia di Belle arti, il Conservatorio di musica “F.Cilea”, e tutto il sistema scolastico in generale).
• Sviluppo del territorio e occasione di creare nuovi posti di lavoro (riguarda sia l’area metropolitana che l’intero territorio provinciale) attraverso la firma di un protocollo tra Regione Calabria, banche, poste italiane e i diversi comuni dell’intero territorio provinciale (soprattutto in quelle aree più isolate o più svantaggiate o in quelle zone dove, sempre meno, è presente un servizio postale) al fine di realizzare un progetto sinergico integrato che sia in grado di offrire servizi della pubblica amministrazione ai cittadini: dalle funzioni di URP (ufficio relazioni con il pubblico) alle funzioni di informazione ai turisti; dall’attivazione di sportelli per prenotazione sanitaria ad una serie di servizi postali (es. spedizione e ricezione pacchi e raccomandate, pagamento bollettini attraverso internet); dalla disponibilità annunciata di ospitare i bancomat di banche del territorio per ovviare, almeno in parte, al servizio di riscossione delle pensioni e degli stipendi, al servizio di accompagnamento degli anziani agli uffici postali o alle banche per poter riscuotere la pensione. Si tratta, quindi, di un circuito virtuoso tra diversi attori di una cooperazione volta allo sviluppo del territorio, alla garanzia di servizi verso tutta l’utenza.
• Sviluppo del territorio (riguarda sia l’area metropolitana che l’intero territorio provinciale) attraverso politiche di salvaguardia del credito e di accesso al credito per le imprese e per i lavoratori, per mezzo di accordi sindacali con le banche presenti nell’intero territorio provinciale.
• Servizi alla persona, alla cittadinanza e agli anziani (coordinamento socio-assistenziale, incentivi per uso mezzi pubblici, prestazioni sanitarie verso gli over 60) attraverso la concertazione sulle politiche sociali tra le OO.SS. e gli Enti comunali.
MACROAREA II
•​Lo sviluppo e il potenziamento dell’area di Gioia Tauro. In particolar modo il Sindacato propone alcuni punti urgenti da realizzare per la competitività del “sistema porto”: ridurre fortemente le tasse di ancoraggio; ridurre le accise sui carburanti; ridurre gli oneri sociali per il tempo utile al superamento della crisi; fornire incentivi alle imprese che investono nell’area portuale e retrostante; creare uno sportello unico per agevolare i percorsi burocratici; attivare un piano del lavoro per tutti gli incarichi e i livelli che tenga conto delle norme sulla sicurezza. Altro elemento da considerare sono gli ammortizzatori sociali: non possono essere utilizzati in modo disomogeneo. Infine, oltre al sistema porto, è fondamentale l’implementazione del retro porto e dell’area industriale a fini produttivi. In questo quadro, va inserito il rigassificatore, che comporterebbe non solo l’eliminazione del monopolio del gas, con significative ricadute sui costi di somministrazione, ma anche la creazione della piastra del freddo, che costituirebbe senza dubbio una enorme attrattiva in grado di favorire la nascita di distretti industriali dedicati, nonché uno snodo di import-export per il commercio di prodotti agricoli; incentivare, in armonia con l’implementazione del sistema di raccolta differenziata dei rifiuti, di cui ai punti precedenti, l’avvio di imprese di trasformazione dei rifiuti selezionati (plastica, vetro, legno, carta) in prodotti semilavorati, con ovvie ricadute in termini occupazionali.
•​Serve soprattutto dar corso con celerità all’attuazione dell’APQ sulla logistica e il riconoscimento da parte della U.E. dell’area retro portuale come Zona Economica Speciale al fine di implementare ulteriormente i vantaggi agli investimenti.
•​Non secondario al sistema porto è l’accelerazione dei miglioramenti viari sia nella realizzazione della pedemontana che nell’ottimizzazione complessiva di tutto il sistema viario.
•​Altro campo di rilievo e da non trascurare è quello agricolo pianigiano che pur tra mille difficoltà rappresenta il comparto economico più rilevante nel territorio. Servono interventi mirati alla trasformazione qualitativa dei prodotti e degli impianti colturali, oltre che alla commercializzazione alla distribuzione per far entrare i prodotti agricoli del territorio nel circuito globale delle vendite. Come già detto, il sistema agricolo produttivo va incentivato nella produzione e orientato alla trasformazione con finanziamenti utili all’utilizzazione vantaggiosa della catena del freddo che sorgerà a complemento del rigassificatore. Sempre per lo sviluppo dell’agricoltura è importante completare la canalizzazione a valle dell’acqua irrigua della diga del Metramo.
•​Nella Piana, inoltre, vanno orientati, con l’impiego strutturato di aiuti solidali, interventi mirati a consolidare il sistema di accoglienza dei migranti che, con grave difficoltà, dopo i drammatici fatti di Rosarno, si tenta di realizzare per mezzo del lavoro importante dei municipi, della chiesa e del mondo dell’associazionismo. Servono pure politiche e iniziative mirate all’emersione e al contrasto dello sfruttamento dei lavoratori agricoli.
•​Infine nella Piana urge accelerare il bando e la procedura di assegnazione per la realizzazione del previsto, ormai da troppo tempo, nuovo ospedale.
MACROAREA III
•​Questione trasporti (riguarda sia l’area metropolitana che l’intero territorio provinciale): negli ultimi anni è stata soprattutto la fascia ionica a risentire maggiormente dei tagli al sistema ferroviario regionale e nazionale. Ricordiamo, infatti, che sono stati soppressi tutti i treni verso la fascia ionica, soprattutto i mezzi che collegavano il nord del Paese. Si propone la creazione di una metropolitana di superficie che colleghi velocemente i territori della Locride sia con Reggio Calabria e l’aeroporto di Reggio Calabria; sia con Lamezia Terme e l’aeroporto di Lamezia T.; sia con Catanzaro; sia con Rosarno. Affinché i cittadini della fascia ionica possano raggiungere questi luoghi da cui poi poter muoversi più velocemente (per mezzo dei treni a lunga percorrenza verso Roma, Milano o altre città o per mezzo dell’aereo). Ciò significherebbe non solo la creazione di una metropolitana di superficie, ma anche la riduzione dei tempi di percorrenza, con collegamenti garantiti almeno ogni mezz’ora. Ma, a questo progetto, si deve affiancare un piano integrato dei pullman che colleghi i Comuni della riviera tra di loro, soprattutto nel periodo estivo, comportando così una riduzione del traffico sulle strade; un collegamento a pettine, tra i Comuni della riviera e quelli dell’entroterra che sia garantito tutto l’anno affinché i paesi dell’entroterra possano uscire dal loro isolamento e avere un sistema di collegamento dei trasporti che non sia solo garantito per determinate fasce orarie: quelle legate ai ragazzi che devono spostarsi per frequentare plessi scolastici di altri paesi. Infine, è necessario il completamento della SS 106. Il Sindacato ritiene opportuno intervenire con progetti integrati che, al dl là degli adeguamenti in atto, sviluppino delle strutture di collegamento (varianti) che siano adeguate ed in sicurezza, affinché le popolazioni di quelle zone possano accedere in modo sicuro e tempestivo a Reggio e in altri centri importanti. Un’altra priorità viaria da affrontare è quella, poi, dell’arteria stradale che collega il Tirreno con lo Ionio: una super-strada, la SS 682, che necessita di adeguamenti strutturali secondo le direttive europee. Normative che impongono una messa in sicurezza della Galleria Limina e dei cosiddette guard-rail,ecc…
•​Avviamento al lavoro formazione – attività produttive – turismo (riguarda sia l’area metropolitana che l’intero territorio provinciale): uso di co-finanziamenti per un piano turistico territoriale integrato che valorizzi le risorse di Reggio e della sua Provincia, rimodulando il piano regionale sviluppo turistico sostenibile e il piano esecutivo. Con riferimento gli articoli 6 e 7 della Legge Regionale 5/4/2008, n° 8, ai fini della valorizzazione dell’importante patrimonio naturalistico, paesaggistico e storico-culturale, è necessario promuovere e realizzare un Sistema Turistico Locale, su base provinciale, per la messa in rete delle potenzialità del territorio, condizione minima per puntare alla costruzione di una destinazione turistica interregionale, di qualità, visibile e fortemente competitiva. In tale ambito è altresì improcrastinabile progettare e realizzare un piano triennale di promozione e marketing per l’attrazione di flussi turistici internazionali. Accanto a politiche ed azioni per lo sviluppo del territorio è urgente mettere in campo concrete politiche di rafforzamento del welfare e di workfare, individuando per i soggetti più deboli ed esposti una serie di azioni di sostegno tese:
-​a creare un piano di servizi alle persone (anziani, diversamente abili, bambini) nell’ambito dell’intero territorio provinciale al fine di migliorare le condizioni di vita e creare un nuovo bacino di occupazione;
-​ad innescare percorsi integrati, anche individualizzati, di accompagnamento all’inserimento lavorativo per specifiche categorie di soggetti svantaggiati (ad esempio: nucleo familiare numeroso che vive in condizione di estrema e comprovata difficoltà economica) mediante l’adozione di strumenti innovativi, quali: contratti di servizio, doti ai lavoratori e ai disoccupati (Obiettivo specifico G, Asse Inclusione sociale del POR Fse 2007-2013);
-​a realizzare misure specifiche per sostenere, anche mediante l’accesso alla formazione e al mercato del lavoro, categorie di soggetti svantaggiati per il loro reinserimento lavorativo, e, laddove possibile, sostenere finanziariamente, anche mediante voucher, almeno una persona all’interno di nuclei familiari numerosi che vivono condizioni di estrema povertà (Obiettivo specifico G, Asse Inclusione sociale del POR Fse);
-​a sostenere l’inserimento lavorativo delle categorie in condizioni di svantaggio occupazionale e di marginalità sociale per rafforzare la cultura delle pari opportunità per prevenire e combattere ogni forma di discriminazione nei posti di lavoro, mediante:
• percorsi integrati per l’accesso alla formazione professionale e per l’inserimento o il reinserimento nel mondo del lavoro delle persone svantaggiate;
• misure di accompagnamento e relativi servizi di sostegno, servizi collettivi e di assistenza che migliorino le possibilità di occupazione delle persone svantaggiate;
• misure per l’accettazione della diversità sul posto di lavoro e la lotta alla discriminazione nell’accesso al mercato del lavoro;
• iniziative locali per favorire l’occupazione delle persone svantaggiate;
• iniziative di sensibilizzazione per il coinvolgimento delle comunità locali e delle imprese. (Obiettivo specifico G, Asse Inclusione sociale del POR Fse).
•​Forestazione: si propone un piano di interventi di bonifica e piantumazione delle aree montane; opere idrauliche negli alvei e opere di miglioramento fondiario; completamento dei lavori di viabilità rurale e provinciale insieme alle tantissime opere di consolidamento; un piano straordinario di prevenzione contro gli incendi; uso dei fondi comunitari per la creazione di nuovi posti di lavoro, attraverso un percorso sia formativo sia professionalizzante, come, per esempio, le squadre anti-incendio boschivo; realizzazione di un unico coordinamento con tutti i soggetti interessati al servizio AIB (Azienda Calabria Verde, consorzi di bonifica, CFS, vigili del fuoco, Protezione civile e volontari) per ottimizzare la presenza in tutto il territorio regionale, per arrivare anche attraverso l’uso di mezzi più efficienti e sicuri ad intervenire sugli incendi in modo più veloce ed efficace, prima che il fuoco sia incontrollabile per l’uomo e che serva necessariamente intervenire dall’alto con i Canadair; non ci si deve più limitare solamente alla riparazione dei danni e all’erogazione di sostegni economici alle popolazioni colpite da calamità naturali, ma occorre ricreare una cultura di previsione e prevenzione, diffusa a vari livelli, imperniata sull’individuazione delle condizioni di rischio e sull’adozione di interventi finalizzati alla minimizzazione dell’impatto degli eventi. Infine, il Sindacato propone di fondamentale importanza l’adozione nel nostro territorio montano delle mini-centrali a biomasse, alimentate con gli scarti che derivano dal settore agroalimentare, che permetterebbe ai nostri Comuni di usufruire di energia termica in modo gratuito o a costi irrilevanti ed energia elettrica, abbattendo così in modo drastico l’utilizzo di gas per il riscaldamento dell’acqua e per l’uso domestico.
•​Sviluppo del territorio attraverso le micro-centrali: secondo gli ultimi studi, (ricerca dell’Università federale siberiana e della NPO Radiosviaz) esistono nuove tecnologie di costruzione delle idro-centrali che non richiedono la erezione di grandi dighe e la conduzione di lavori geodetici. Le micro-centrali idroelettriche possono essere assemblate di blocchi; non sono necessari lavori di sterro e di ingegneria sul posto del loro montaggio. Tutto diventa ecologicamente pulito. E il risultato è che il costo dell’energia elettrica si riduce di 20 volte. In Svizzera, con la rimunerazione per l’immissione di energia a copertura dei costi (RIC), i gestori ricevono sussidi che consentono di gestire l’operazione delle centrali con un bilancio positivo. Un esempio di sussidio che può essere sviluppato anche in Calabria. Inoltre, il piano nazionale di azione sulle rinnovabili, che recepisce la direttiva Ue 2009/28, mostra chiaramente come il nostro paese abbia deciso di puntare sui piccoli progetti. Sarebbe, quindi, il momento di procedere al completamento delle opere legate alla Diga sul Menta: diga che potrebbe esser usata sia per produrre energia elettrica sia per approvvigionamento di acqua potabile, per uso collettivo e per quei territori desertificati che così potrebbero risorgere a nuova produzione.
•​Sviluppo del territorio (riguarda sia l’area metropolitana che l’intero territorio provinciale) attraverso la creazione di “un sistema agroalimentare integrato”: dalla coltivazione allo smercio dei prodotti che abbiano, di conseguenza, dei marchi di protezione per valorizzare le colture e le potenzialità del nostro territorio (agrumi, olio, vino…)
•​Sviluppo del territorio (riguarda sia l’area metropolitana che l’intero territorio provinciale) attraverso la creazione e l’installazione di impianti di piccola taglia (per ambiti di circa 200.000 abitanti) di termovalorizzazione che consentano di produrre energia e riscaldamento dal proprio riciclo dell’immondizia. Quindi, un volano di sviluppo economico importante per il territorio.
Questa è la proposta di CGIL-CISL-UIL della Provincia di Reggio Calabria.
Un documento aperto ai contenuti provenienti dalla moltitudine dei soggetti collettivi presenti sul nostro territorio, con la consapevolezza che tutto è migliorabile, comprese queste nostre idee programmatiche che rappresentano uno strumento per individuare e raggiungere obiettivi importanti. Finalità fondamentali per cercare di migliorare l’attuale situazione di crisi del nostro micro-sistema economico e sociale; una crisi che, purtroppo, è destinata ad acuirsi.