Presentata a Crotone dall’associazione “Libere donne”. Con l’acquisto della bambola Lea, verrà finanziata un’associazione che assiste donne in difficoltà e vittime di violenze
di CATERINA SORBARA
Una bambola dedicata a Lea Garofalo
Presentata a Crotone dall’associazione “Libere donne”. Con l’acquisto della bambola Lea, verrà finanziata un’associazione che assiste donne in difficoltà e vittime di violenze
di Caterina Sorbara
Pochi giorni fa a Crotone, è stata presentata, dall’associazione “Libere donne”,
presieduta da Katia Villirico, la bambola Lea dedicata a Lea Garofalo. Chi acquisterà
questa bambola, finanzierà un’associazione che assiste donne in difficoltà, donne
vittime di violenze.
L’associazione ha deciso di chiamare la bambolina Lea dal momento che la Garofalo
è diventata il simbolo della crudeltà degli uomini e della loro vigliaccheria.
Purtroppo oggi, ogni giorno aumentano i casi di femminicidio da parte di mariti,
amanti e fidanzati. La donna non è più libera di amare, non è libera di dire “io
non ti amo più”, non è libera di troncare una relazione. Si può benissimo parlare
di emergenza sociale. Aggiungiamo poi le violenze psicologiche , spesso subite all’interno
della famiglia. Chiediamoci , come si può sentire una donna, quando la sua anima
viene frantumata, vilipesa, oltraggiata . Possiamo benissimo parlare di una vera
emergenza sociale,la prima causa della morte di una donna oggi, prima ancora delle
malattie e degli incidenti stradali, è per omicidio. Omicidio che più delle volte
viene “giustificato” con discutibili perizie psichiatriche e difficili condizioni
di vita familiare.
Oggi la donna è considerata semplicemente un oggetto, certo non dobbiamo omettere
di dire che a volte sono anche i media a presentere un’immagine deformata della donna.
Una donna che è rappresentata come oggetto di piacere, mi riferisco alle pubblicità
con donne nude a certi film che inducono a pensare che una donna prova piacere quando
le si fa violenza.
All’educazione che viene impartita male all’interno delle famiglie. Dopotutto gli
uomini sono figli delle donne. Mia nonna diceva che un figlio maschio rispecchia
sua madre.
Nel corso della storia la donna ha lottato molto per conquistare la parità, il diritto
al voto, alla libertà. E’ adesso cosa sta succedendo? La donna si ritrova prigioniera.
Occore prima di tutto un’azione sinergica di educazione permanente tra Famiglia,
chiesa e scuola e, occorre che lo stato dia una forte risposta anche con pene aspre.
Dobbiamo tutti insieme fare in modo che il fiocco rosa che si attacca alla porta
quando nasce una bambina non debba nel futuro macchiarsi di lacrime e sangue.
Ritornando alla bambola Lea , la possiamo considerare un segnale fortemente positivo
che tende già a ridare dignità e sorrisi a donne che sono già state vittime.
Lottiamo davvero tutte insieme per un futuro davvero rosa per tutta la vita, la
vita delle donne.