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TAURIANOVA (RC), VENERDì 26 APRILE 2024

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Un nano al G8

Un nano al G8

Considerazioni sul summit di Deauville e sulla statura internazionale dell’Italia

di DOMENICO GIOVINAZZO

Un nano al G8

Considerazioni sul summit di Deauville e sulla statura internazionale dell’Italia

 

Il titolo non sia d’inganno. Il nano cui ci riferiamo non è Berlusconi. O meglio, non è solo Berlusconi. Diciamo che Berlusconi al G8 rappresenta, anche fisicamente, quello che è ormai il ruolo del nostro Paese in campo internazionale. Un nano tra i giganti, appunto.

La performance messa in scena ieri dal presidente del Consiglio, all’inizio dei lavori del summit, serve solo a nasconderlo. E’ il ripetersi di una collaudata strategia, che mira a creare la notizia eclatante per non far parlare d’altro. Una strategia che evidentemente funziona, infatti sui giornali italiani di oggi la notizia principale dal G8 è quella dell’attacco di Berlusconi ai giudici.

Eppure le questioni sul tavolo erano e sono molte. Alcune davvero importanti e strategiche. Non tutte troveranno una risposta al termine dei lavori, previsto per oggi pomeriggio alle 14,15 con la conferenza stampa di chiusura. Il tema più caldo, riservato alla giornata odierna, è quello della cosiddetta “primavera araba”, con i  premier di Egitto e Tunisia venuti a negoziare forme di aiuto da parte della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale (Fmi). Presenti anche i rappresentanti della Lega araba, per discutere sull’evoluzione della guerra in Libia e delle crisi in Siria e Yemen. Tutte questioni di notevole portata, cui si aggiunge, seppure in via non ufficiale, la ricerca di un accordo sul successore di Dominique Strauss-Kahn alla poltrona di direttore del Fmi.

Dicevamo, l’Italia si è presentata ad un incontro di tale rilevanza con un peso del tutto marginale. Berlusconi che blatera di dittatura dei giudici di sinistra, elemosinando l’attenzione di Obama, può godere dell’affettuosa considerazione che si ha di un anziano la cui senilità ha ormai toccato il cervello, non certo dell’autorevolezza di un capo di governo. Ne è la prova il fatto che, mentre il Cavaliere ha dovuto “rubare” due minuti per un incontro bilaterale con Obama, altri leader hanno programmato in anticipo una serie di incontri a due.

Un esempio su tutti: Dmitry Medvedev. Il presidente russo ha calendarizzato ben 5 incontri bilaterali (con l’inglese David Cameron, la tedesca Angela Merkel, il giapponese Naoto Kahn, oltre che con Obama e Sarkozy). Non è un caso che tra quei cinque non figuri Berlusconi. Medvedev e Sarkozy prima del summit hanno addirittura stipulato un pre-accordo sulla fornitura di 4 navi porta-elicottero classe Mirage alla marina militare russa. L’intesa, secondo l’agenzia moscovita Itar-Tass, verrà perfezionata durante un incontro in calendario per il prossimo 21 giugno, quando il primo ministro russo Vladimir Putin si recherà in visita all’Eliseo.

Già, Putin. Proprio quel Putin molto amico del nostro premier. Almeno fino a poco tempo fa. Perché adesso la solida amicizia sembra scricchiolare. Un Berlusconi logorato dagli scandali sessuali e dai processi poteva ancora avere credito fino al 15 maggio scorso. Ma lo schiaffo elettorale ha avuto un riverbero internazionale. Un Berlusconi al declino non è più funzionale agli interessi della Russia. Non può più svolgere quel ruolo, presunto o reale che fosse, di ponte tra il Kremlino e Bruxelles. Per questo compito Mosca ha ormai deciso di puntare sulla Francia.

Sono gli stessi russi ad ammetterlo per bocca del portavoce di Medvedev, Sergei Prikhodko, secondo il quale in alcuni settori «la cooperazione franco-russa è diventata un fattore determinante nelle politiche mondiali ed europee». Ma un ulteriore segnale indica quanto forte stia diventando il legame tra Mosca e Parigi. Sono le dichiarazioni del ministro delle Finanze russo Alaxei Kudrin sul futuro direttore del Fmi. Kudrin ha confermato l’appoggio del Kremlino alla candidatura del presidente della Banca nazionale del Kazakistan, ma in maniera sibillina ha aggiunto: «Ci piace molto anche il ministro delle Finanze francese Christine Lagarde».

Dopo aver rotto l’idillio tra Berlusconi e Gheddafi, Sarkozy sta ora minacciando anche l’amicizia del Cavaliere con Putin. Cosa penserà stasera il povero Silvio, quando tornato a palazzo Grazioli, si stenderà sul lettone che fu del suo amico Vladimir?

redazione@approdonews.it