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Un antibiotico sospettato di aumentare il rischio di infarto

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Ricercatori danesi mettono in guardia contro la claritromicina

Un antibiotico sospettato di aumentare il rischio di infarto

Ricercatori danesi mettono in guardia contro la claritromicina

 

La Claritromicina, antibiotico ampiamente prescritto per trattare le infezioni batteriche
comuni come la tonsillite o la bronchite, potrebbe aumentare il rischio di morte
cardiaca, secondo uno studio pubblicato mercoledì sul sito della rivista medica
British Medical Journal (BMJ). Ricercatori danesi che hanno condotto lo studio invitano
alla prudenza e a non destare allarmismi dato che il rischio assoluto rimane basso
e che le prescrizioni non devono essere modificate fino a quando i risultati non
sono stati confermati da un altro studio.Claritromicina (Biaxin o Zeclar statunitense
Abbott Lab e generico) è un antibiotico macrolide relativo alla eritromicina, usato
soprattutto per trattare le infezioni delle vie respiratorie e della pelle e per
eradicare l’Helicobacter pylori, responsabile di ulcere gastriche.I ricercatori hanno
anche studiato la roxitromicina (Rulid di Sanofi-Aventis e generici), un altro antibiotico
macrolide utilizzato nel trattamento delle infezioni respiratorie e della pelle.
Gli stessi scienziati hanno preso in esame le recensioni di quasi 5 milioni di trattamenti
antibiotici somministrati tra il 1997 e il 2011 ad adulti danesi di età compresa
tra 40-74 anni, 4,3 milioni con penicillina V, 588.000 e 160.000 rispettivamente
con Roxithromycin e con claritromicina. Confrontando i 285 decessi cardiaci che
si sono verificati durante la somministrazione di questi trattamenti, i ricercatori
hanno dimostrato che l’assunzione di claritromicina era associata ad un aumentato
rischio di morte cardiaca del 76% rispetto all’utilizzo della penicillina V. Ma questo
“eccesso di rischio” scompare quando il trattamento si conclude. Per la Roxithromycin,
tuttavia, nessuna differenza è stata osservata durante o dopo il trattamento.I ricercatori
danesi sottolineano che è il primo grande studio sulla sicurezza cardiaca dei macrolidi.
Essi aggiungono che, sebbene il rischio assoluto è “molto basso”, il numero totale
di morte per complicazioni cardiache potenzialmente evitabile “non è trascurabile”
nella misura in cui la claritromicina è uno degli antibiotici “più comunemente
utilizzati in molti paesi”. Altri ricercatori dal canto loro stati molto cauti
circa l’interpretazione dei risultati.”Dal momento che il tasso di mortalità è
molto bassa, non credo che dovremmo essere preoccupati”, ha detto Kevin McConway,
professore di statistica applicata.Mike Knapton, della British Heart Foundation,
da parte sua, ha indicato che il rischio della claritromicina per i pazienti con
problemi cardiaci era già noto e ha ricordato che i medici devono comunque essere
cauti prima di prescrivere un antibiotico. Un suggerimento quest’ultimo che per Giovanni
D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti [1]”, non dev’essere trascurato
poiché sono anni che andiamo ripetendo che comunque, l’eccesso di utilizzo di antibiotici
sta causando una serie di effetti collaterali di svariata natura primo tra tutti
una maggiore virulenza dei virus che appaiono sempre più resistenti ai trattamenti
di questo tipo.