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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 05 MAGGIO 2024

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Operazione “Bellu lavuru”, 21 arresti

Operazione “Bellu lavuru”, 21 arresti

Gli indagati apparterrebbero alle cosche Morabito-Bruzzanti-Palamara, Maisano, Rodà, Vadalà e Talia. ECCO I NOMI DEGLI ARRESTATI

Operazione “Bellu lavuru”, 21 arresti                                        

Gli indagati apparterrebbero alle cosche Morabito-Bruzzanti-Palamara, Maisano, Rodà, Vadalà e Talia

 

 

In data 11 gennaio 2012, i Carabinieri del Comando Provinciale e del ROS di Reggio Calabria hanno dato esecuzione ad un’Ordinanza di Custodia Cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 21 indagati, appartenenti o contigui alla ‘ndrangheta nelle sue articolazioni territoriali denominate cosche: “MORABITO – BRUZZANITI – PALAMARA”, “MAISANO”, “RODÀ”, “VADALÀ” e “TALIA”, operanti nel “mandamento jonico” ed in particolare nei comuni di Bova Marina, Palizzi, Bruzzano Zeffirio ed Africo, responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso, concorso in associazione di tipo mafioso, intestazione fittizia di beni, truffa aggravata, danneggiamento aggravato, procurata inosservanza di pena, frode in pubbliche forniture, furto aggravato di materiali inerti, crollo di costruzioni o altri disastri dolosi, violazione delle prescrizioni alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, tutti aggravati dall’aver favorito un sodalizio mafioso.

Le investigazioni, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria (PM dot. Giuseppe Lombardo), hanno documentato l’infiltrazione pervasiva della ‘ndrangheta, nella sua espressione unitaria delle cosche operanti sul territorio, negli appalti per la realizzazione delle seguenti opere pubbliche:

– l’ammodernamento della S.S. 106 – variante all’abitato di Palizzi – rientrante nel programma delle “Grandi Opere” di competenza dell’A.N.A.S. S.p.A. (aggiudicato per l’importo di 84 milioni di Euro alla Società Italiana per Condotte D’acqua S.p.A. di Roma, in data 22.02.2005);

– la realizzazione dello stabile dell’Istituto Superiore “Euclide” di Bova Marina (comprensivo di Istituto Tecnico per Geometri e Liceo Scientifico) indetto dalla Provincia di Reggio Calabria (aggiudicato per l’importo di 3.067.889,28 Euro al Gruppo CORSARO S.r.l. con sede legale in Adrano [CT] in data 15.03.2005).

“È proprio un bellu lavuru”, con queste parole i parenti di Giuseppe MORABITO, meglio conosciuto come “il Tiradritto”, annunciavano all’anziano capomafia, recluso nel carcere di Parma in regime di 41 bis, l’appalto per i lavori di ammodernamento della Strada Statale 106 jonica ed in particolare la costruzione della variante al centro abitato del comune di Palizzi.

Da quel momento i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria sono riusciti a monitorare l’intervento parassitario della ‘ndrangheta in ogni segmento dell’appalto.

In particolare, le cosche che operano in quella parte del territorio del mandamento jonico, confermando l’unitarietà della ‘ndrangheta, hanno superato tutte le rivalità che in quell’area in passato avevano dato luogo anche a sanguinose faide e si sono suddivise gli ambiti di intervento (arrivando addirittura a federarsi tra loro mediante apposito organismo direttivo denominato “base”), presentandosi ai responsabili della società appaltatrice come un unico interlocutore e coinvolgendoli nella gestione illecita dell’appalto.

Ne è scaturito un quadro investigativo che ha documentato come le cosche si sono infiltrate in ogni settore produttivo, hanno imposto: le assunzioni, le forniture di ogni tipo di materiale – finanche la cancelleria per ufficio – i contratti di subappalto e nolo.

Le indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, infatti, hanno accertato che il campo d’azione della ‘ndrangheta era rappresentato: per un verso, dall’infiltrazione diretta, mediante l’impresa di famiglia I.M.C. di STILO Costantino & C. S.n.c., ed indiretta, tramite la D’AGUÌ BETON S.r.l., nella fornitura del calcestruzzo dell’appalto pubblico per l’ammodernamento della S.S. 106; per altro verso, dalla gestione di fatto dei lavori di movimento terra, appannaggio della A.T.I. capeggiata dalla ditta CLARÀ e sotto un ultimo profilo, dalla sostanziale gestione di gran parte delle maestranze impiegate nei cantieri della grande opera.

Per quanto riguarda il calcestruzzo, è emerso che la ‘ndrangheta, attraverso dei prestanome vicini per vincoli di parentela alle cosche, ha monopolizzato l’intero ciclo, organizzando delle squadre per rubare gli inerti dalla fiumara Amendolea, produrre del calcestruzzo di bassissima qualità, imporne l’uso anche se non rispondente al vincolo progettuale, fatturarne falsi quantitativi e falsificarne, attraverso dei propri contigui, i risultati dei controlli.

Per ciò che riguarda le collusioni tra i vertici delle cosche ed i responsabili della Società Italiana per Condotte D’acqua S.p.A. e dell’A.N.A.S. S.p.A., i Carabinieri hanno documentato gli incontri conviviali tra gli stessi, i rapporti strettissimi per favorire gli interessi delle cosche e le attività per dissimulare le responsabilità emerse in seguito ai controlli della Prefettura e delle Forze dell’Ordine. Proprio per questi motivi i responsabili delle citate società rispondono, oltre che dei singoli reati contestati, anche dell’accusa di concorso nell’associazione di tipo mafioso.

Le investigazioni, infatti, hanno documentato che Vincenzo CAPOZZA, direttore dei lavori dell’A.N.A.S. S.p.A., Pasquale CARROZZA, capo cantiere della Società Italiana per Condotte d’Acqua S.p.A., Rinaldo STRATI, amministrativo di cantiere della citata società appaltatrice, Antonino D’ALESSIO, direttore di cantiere della società appaltatrice, Sebastiano PANEDURO, project manager della società appaltatrice, Cosimo Claudio GIUFFRIDA, direttore tecnico della società appaltatrice, al fine di favorire gli interessi economici della ditta I.M.C. di STILO Costantino & C. S.n.c., articolazione imprenditoriale del cartello formato dalle famiglie MORABITO – BRUZZANITI – PALAMARA a cui la stessa è direttamente riconducibile , hanno consentito alla predetta impresa di continuare la fornitura di calcestruzzo, nonostante in data 30 agosto 2007 fossero pervenute dalla Prefettura di Reggio Calabria una serie di informazioni “atipiche” che, nel rendere edotti i soggetti prima elencati del pericolo di infiltrazioni mafiose all’interno di detta impresa fornitrice, avrebbero dovuto portare all’estromissione immediata della suddetta impresa sulla base del disposto del protocollo d’intesa sottoscritto dalla stazione appaltante e dalla società appaltatrice con la Prefettura di Reggio Calabria. In realtà, la prevista estromissione ha avuto luogo solo in data 12 novembre 2007, allorquando la Società Italiana per Condotte d’Acqua S.p.A., a seguito dei rilievi della commissione prefettizia, ha comunicato all’impresa fornitrice che, ai sensi della “clausola risolutiva espressa” inserita nella scrittura privata, la risoluzione del rapporto in essere “non era più suscettibile di alcuna deroga”.

Sempre in relazione ai rapporti tra la società appaltatrice e l’organizzazione criminale, è stato accertato come Pasquale CARROZZA, capo cantiere della Società Italiana per Condotte d’Acqua S.p.A., e Rinaldo STRATI, contabile della citata società appaltatrice, hanno favorito gli interessi del cartello criminale “MORABITO – BRUZZANITI – PALAMARA”, consentendo al predetto sodalizio di inserire tra le maestranze assunte un numero elevato di operai generici direttamente e/o indirettamente riconducibili allo stesso contesto di tipo mafioso, personale poi impiegato in punti nevralgici del cantiere così da assicurare alle suddette organizzazioni criminali il controllo dello svolgimento di ogni fase dei succitati lavori pubblici.

Altro dato allarmante emerso nel corso dell’indagine è quello che l’esigenza di favorire le suddette cosche si è risolto in un’elevata soglia di approssimazione nell’esecuzione dei lavori, la cui qualità si è rivelata inferiore a quanto prescritto negli atti progettuali che presiedevano e dovevano orientare la realizzazione della grande opera. In sostanza, è emerso come in moltissimi casi la società appaltatrice si è resa protagonista del mancato rispetto, nella fase esecutiva dei lavori, delle prescrizioni progettuali. Ma questo non è l’unico fronte delle illiceità emerse, in quanto l’attività investigativa ha consentito di rilevare l’assenza di controllo da parte dell’A.N.A.S. e, in particolare, plurime omissioni del direttore dei lavori, Vincenzo CAPOZZA, ciò anche quando egli ha rilevato inadempienze da parte della società appaltatrice.

Le conversazioni telefoniche registrate hanno, infatti, consentito di rilevare, da un lato, la difformità dagli elaborati progettuali dei lavori eseguiti e, dall’altro, l’assoluta consapevolezza di tali vizi da parte del CARROZZA e di alcuni dei suoi assistenti.

Tale gestione irresponsabile dell’appalto ha determinato il crollo della galleria Sant’Antonino di Palizzi, avvenuto in data 3 dicembre 2007, perché realizzata in difformità alle prescrizioni dettate dalla Relazione Tecnica e Strutturale e dal Piano Operativo di Sicurezza del Progetto Esecutivo, nonché a quanto disposto dal Capitolato Speciale di Appalto, quale allegato al contratto d’appalto.

In particolare, gli effetti originati dalle predette difformità operate in fase realizzativa, hanno comportato la perdita di stabilità del versante scavato ed il riversamento dello stesso sulle opere in fase di realizzazione, atteso che la mancata realizzazione dell’arco rovescio e della calotta, negli avanzamenti del fronte di scavo per come indicati progettualmente, non hanno consentito il ripristino dell’equilibrio naturale preesistente all’opera nelle sue condizioni geostatiche originarie.

I NOMI DEGLI ARRESTATI

1. ALTOMONTE Giuseppe, nato a Bova il 04.03.1959, residente a Bova Marina in via Fondo Vena;

indagato del delitto p. e p. dall’art. 416 bis, comma 1, 2, 3, 4, 5, 6 ed 8, c.p.

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 390 c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

2. CAPOZZA Vincenzo, nato a Locri il 19.08.1957, residente a Reggio Calabria in via SS 18 I Tronco nr. 158 (direttore dei lavori dell’ANAS S.p.A. nell’appalto pubblico della variante di Palizzi dal 12.04.2006 al 09.12.2007);

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 110, 416bis, comma 1, 2, 3, 4, 5, 6 ed 8 c.p.

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 112, comma 1, n. 1, 356, comma 2 in relazione all’art. 355, comma 2, n. 1, c.p., 61, nn. 2 e 9, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 112, comma 1, n. 1, 640, comma 2, n. 1, 61, nn. 7 e 9, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 112, comma 1, n. 1, 434, comma 2, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

3. CARROZZA Pasquale, nato a Melito di Porto Salvo il 27.08.1962, residente a Bova Marina in via Fondo Vena (geometra, capo cantiere della CONDOTTE nell’appalto pubblico della variante di Palizzi), attualmente domiciliato a Cassano d’Adda (MI);

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 110, 416bis, comma 1, 2, 3, 4, 5, 6 ed 8 c.p.

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 110, 416bis, comma 1, 2, 3, 4, 5, 6 ed 8 c.p.

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 112, comma 1, n. 1, 356, comma 2 in relazione all’art. 355, comma 2, n. 1, c.p., 61, nn. 2 e 9, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 112, comma 1, n. 1, 640, comma 2, n. 1, 61, nn. 7 e 9, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 112, comma 1, n. 1, 434, comma 2, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

4. CILIONE Giovanni, nato a Melito di Porto Salvo il 04.12.1979, residente a Bova Marina in via Monte San Michele s.n.c., detto “Caciuto”;

indagato del delitto p. e p. dall’art. 416 bis, comma 1, 2, 3, 4, 5, 6 ed 8, c.p.

5. CLARÀ Antonio, nato a Santa Severina (KR) in data 08.04.1963, ivi residente in via Barracco nr. 41 (imprenditore, titolare dell’omonima ditta individuale);

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 110, 416bis, comma 1, 2, 3, 4, 5, 6 ed 8 c.p.

6. D’AGUI’ Pietro, nato a Melito di Porto Salvo (RC) il 05.12.1966, residente a Bova Marina (RC) in via Monte Santo nr. 29 (socio della D’AGUI’ Beton S.r.l.);

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 112, comma 1, n. 1, 624 e 625, comma 1, n. 7, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

7. D’ALESSIO Antonino, nato a Vico Equense (NA) il 05.03.1979, residente a Marina di Ravenna (RA) in via Giuseppe Garibaldi nr. 50, attualmente domiciliato a La Spezia (ingegnere, direttore di cantiere della CONDOTTE nell’appalto pubblico della variante di Palizzi);

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 110, 416bis, comma 1, 2, 3, 4, 5, 6 ed 8 c.p.

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 112, comma 1, n. 1, 356, comma 2 in relazione all’art. 355, comma 2, n. 1, c.p., 61, nn. 2 e 9, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 112, comma 1, n. 1, 640, comma 2, n. 1, 61, nn. 7 e 9, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 112, comma 1, n. 1, 434, comma 2, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

8. DATTOLA Domenico, nato a Melito di Porto Salvo il 04.08.1982, residente a Bova Marina in via Udine nr. 8 (autista della D’AGUI’ Beton S.r.l.), indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 635, comma 2, n. 3), in relazione all’art. 625, comma 1, n. 7, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

9. FORTUGNO Giuseppe, nato a Melito di Porto Salvo il 22.06.1973, ivi residente in via Lembo;

indagato del delitto p. e p. dall’art. 416 bis, comma 1, 2, 3, 4, 5, 6 ed 8, c.p.

10. GIUFFRIDA Cosimo Claudio, nato a Catania il 13.07.1955, ivi residente in via Tolmezzo nr. 1 (Direttore Tecnico della CONDOTTE nell’appalto pubblico della variante di Palizzi);

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 110, 416bis, comma 1, 2, 3, 4, 5, 6 ed 8 c.p.

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 112, comma 1, n. 1, 356, comma 2 in relazione all’art. 355, comma 2, n. 1, c.p., 61, nn. 2 e 9, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 112, comma 1, n. 1, 640, comma 2, n. 1, 61, nn. 7 e 9, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 112, comma 1, n. 1, 434, comma 2, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

11. LA MORTE Gerardo, nato a Melito di Porto Salvo il 17.06.1983, residente a Bova Marina (RC) in via F. Vivo snc (dipendente della D’AGUI’ Beton S.r.l.);

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 112, comma 1, n. 1 e 2, 640, comma 2, n. 1, 61 nn. 7 e 9, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 635, comma 2, n. 3), in relazione all’art. 625, comma 1, n. 7, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 112, comma 1, n. 1, 624 e 625, comma 1, n. 7, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

12. MANCUSO Luca, nato a Crotone il 12.04.1982, residente a Palizzi Marina in via Argine sinistro nr. 12 (geometra della ditta CLARA’, responsabile di cantiere per la predetta ditta nell’appalto pubblico della variante di Palizzi);

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 110, 416bis, comma 1, 2, 3, 4, 5, 6 ed 8 c.p.

13. MAVIGLIA Geremia, nato ad Africo il 20.02.1975, ivi residente in via Cavour nr. 3 (operaio, caposquadra della CONDOTTE nell’appalto pubblico della variante di Palizzi), attualmente detenuto presso la Casa Circondariale di Catania;

indagato del delitto p. e p. dall’art. 416 bis, comma 1, 2, 3, 4, 5, 6 ed 8, c.p.

14. MORABITO Giuseppe, nato a Casalnuovo D’Africo (RC) il 15.08.1934, detto “tiradritto”, in atto detenuto presso la Casa Circondariale di Parma;

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110 c.p., 12quinquies L. 7 agosto 1992 n. 356 e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

15. NUCERA Antonino, nato a Melito di Porto Salvo il 16.04.1963, residente a Bova Marina in via fondo Vena nr. 21;

indagato del delitto p. e p. dall’art. 416 bis, comma 1, 2, 3, 4, 5, 6 ed 8, c.p.

16. PALAMARA Carmelo, nato a Bova Marina il 09.01.1963, ivi residente in via Gorizia snc, attualmente domiciliato a Somma Lombarda (VA) (autista della D’AGUI’ Beton S.r.l.);

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 635, comma 2, n. 3), in relazione all’art. 625, comma 1, n. 7, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

17. PANEDURO Sebastiano, nato a Catania il 20.04.1961, residente ad Adrano (CT) in via F.lli Cervi nr. 22, attualmente domiciliato a Chioggia (VE) (project manager della CONDOTTE nell’appalto pubblico della variante di Palizzi);

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 110, 416bis, comma 1, 2, 3, 4, 5, 6 ed 8 c.p.

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 112, comma 1, n. 1, 356, comma 2 in relazione all’art. 355, comma 2, n. 1, c.p., 61, nn. 2 e 9, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 112, comma 1, n. 1, 640, comma 2, n. 1, 61, nn. 7 e 9, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 112, comma 1, n. 1, 434, comma 2, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

18. STELITANO Leonardo Giovanni, nato a Melito di Porto Salvo (RC) il 14.01.1981, residente a Condofuri (RC) in via Salinella s.n.c. (dipendente della D’AGUI’ Beton S.r.l.);

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 112, comma 1, n. 1 e 2, 640, comma 2, n. 1, 61 nn. 7 e 9, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 112, comma 1, n. 1, 624 e 625, comma 1, n. 7, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

19. STILO Pietro, nato a Melito di Porto Salvo il 28.10.1982, residente a Bova Marina in via Mesofugna nr. 22 (dipendente della D’AGUI’ Beton S.r.l.);

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 112, comma 1, n. 1 e 2, 640, comma 2, n. 1, 61 nn. 7 e 9, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 640, comma 2, n. 1, 61 nn. 7 e 9, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

20. STRATI Rinaldo, nato a Siderno (RC) il 10.03.1962, residente a Bovalino (RC) in via Garibaldi nr. 21, localizzato in Algeria, nei cui confronti sono in corso procedure di arresto (ragioniere, contabile della CONDOTTE nell’appalto pubblico della variante di Palizzi);

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 110, 416bis, comma 1, 2, 3, 4, 5, 6 ed 8 c.p.

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 110, 416bis, comma 1, 2, 3, 4, 5, 6 ed 8 c.p.

21. ZAPPIA Raimondo Salvatore, nato ad Africo Vecchio il 02.07.1935, residente ad Africo Nuovo via Nazionale nr. 4 (socio della IMC di Stilo Costantino S.n.c.);

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110 c.p., 12quinquies L. 7 agosto 1992 n. 356 e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 112, comma 1, n. 1, 356, comma 2 in relazione all’art. 355, comma 2, n. 1, c.p., 61, nn. 2 e 9, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 112, comma 1, n. 1, 640, comma 2, n. 1, 61, nn. 7 e 9, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

indagato del delitto p. e p. dagli artt. 81, comma 2, 110, 112, comma 1, n. 1, 434, comma 2, c.p. e 7 L. 12 luglio 1991, n. 203

 

Le investigazioni di BELLU LAVORU hanno documentato che il direttore dei lavori dell’A.N.A.S. S.p.A., il capo cantiere della Società Italiana per Condotte d’Acqua S.p.A., un impiegato amministrativo di cantiere della citata società appaltatrice, il direttore di cantiere della società appaltatrice, project manager della società appaltatrice, il direttore tecnico della società appaltatrice, al fine di favorire gli interessi economici della ditta I.M.C. di STILO Costantino & C. S.n.c., articolazione imprenditoriale del cartello formato dalle famiglie MORABITO – BRUZZANITI – PALAMARA a cui la stessa è direttamente riconducibile , hanno consentito alla predetta impresa di continuare la fornitura di calcestruzzo, nonostante in data 30 agosto 2007 fossero pervenute dalla Prefettura di Reggio Calabria una serie di informazioni “atipiche” che, nel rendere edotti i soggetti prima elencati del pericolo di infiltrazioni mafiose all’interno di detta impresa fornitrice, avrebbero dovuto portare all’estromissione immediata della suddetta impresa sulla base del disposto del protocollo d’intesa sottoscritto dalla stazione appaltante e dalla società appaltatrice con la Prefettura di Reggio Calabria. In realtà, la prevista estromissione ha avuto luogo solo in data 12 novembre 2007, allorquando la Società Italiana per Condotte d’Acqua S.p.A., a seguito dei rilievi della commissione prefettizia, ha comunicato all’impresa fornitrice che, ai sensi della “clausola risolutiva espressa” inserita nella scrittura privata, la risoluzione del rapporto in essere “non era più suscettibile di alcuna deroga”..

 

“È proprio un bellu lavuru”, con queste parole i parenti di Giuseppe MORABITO, meglio conosciuto come “il Tiradritto”, annunciavano all’anziano capomafia, recluso nel carcere di Parma in regime di 41 bis, l’appalto per i lavori di ammodernamento della Strada Statale 106 jonica ed in particolare la costruzione della variante al centro abitato del comune di Palizzi.

Da quel momento i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria sono riusciti a monitorare l’intervento parassitario della ‘ndrangheta in ogni segmento dell’appalto.

In particolare, le cosche che operano in quella parte del territorio del mandamento jonico, confermando l’unitarietà della ‘ndrangheta, hanno superato tutte le rivalità che in quell’area in passato avevano dato luogo anche a sanguinose faide e si sono suddivise gli ambiti di intervento (arrivando addirittura a federarsi tra loro mediante apposito organismo direttivo denominato “base”), presentandosi ai responsabili della società appaltatrice come un unico interlocutore e coinvolgendoli nella gestione illecita dell’appalto.

Ne è scaturito un quadro investigativo che ha documentato come le cosche si sono infiltrate in ogni settore produttivo, hanno imposto: le assunzioni, le forniture di ogni tipo di materiale – finanche la cancelleria per ufficio – i contratti di subappalto e nolo.

Le indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, infatti, hanno accertato che il campo d’azione della ‘ndrangheta era rappresentato: per un verso, dall’infiltrazione diretta, mediante l’impresa di famiglia I.M.C. di STILO Costantino & C. S.n.c., ed indiretta, tramite la D’AGUÌ BETON S.r.l., nella fornitura del calcestruzzo dell’appalto pubblico per l’ammodernamento della S.S. 106; per altro verso, dalla gestione di fatto dei lavori di movimento terra, appannaggio della A.T.I. capeggiata dalla ditta CLARÀ e sotto un ultimo profilo, dalla sostanziale gestione di gran parte delle maestranze impiegate nei cantieri della grande opera.

Per quanto riguarda il calcestruzzo, è emerso che la ‘ndrangheta, attraverso dei prestanome vicini per vincoli di parentela alle cosche, ha monopolizzato l’intero ciclo, organizzando delle squadre per rubare gli inerti dalla fiumara Amendolea, produrre del calcestruzzo di bassissima qualità, imporne l’uso anche se non rispondente al vincolo progettuale, fatturarne falsi quantitativi e falsificarne, attraverso dei propri contigui, i risultati dei controlli.

  

I Carabinieri del Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 21 indagati, appartenenti o contigui alla ‘ndrangheta nelle sue articolazioni territoriali denominate cosche: “MORABITO – BRUZZANTI – PALAMARA”, “MAISANO”, “RODÀ”, “VADALÀ” e “TALIA”, operanti nel “mandamento jonico” ed in particolare nei comuni di Bova Marina, Palizzi, Bruzzano Zeffirio ed Africo, responsabili a vario titolo dei reati di associazione di tipo mafioso, concorso in associazione di tipo mafioso, intestazione fittizia di beni, truffa aggravata, danneggiamento aggravato, procurata inosservanza di pena, frode in pubbliche forniture, furto aggravato di matreiali inerti, crollo di costruzioni o altri disastri dolosi, violazione delle prescrizioni alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, tutti aggravati dall’aver favorito un sodalizio mafioso.

Già nel giugno del 2008 i carabinieri in provincia di Reggio Calabria ed in RHO (MI), avevano esegiuto di provvedimenti di fermo a carico di 33 soggetti, nonché notifica d’informazione di garanzia nei confronti di altre 9 persone, a vario titolo gravemente indiziati del delitto di associazione di tipo mafioso ed armata finalizzata all’acquisizione della gestione e/o controllo di attività economiche, concessioni, autorizzazioni, appalti e servizi pubblici, all’infiltrazione in pubbliche amministrazioni, al procacciamento di voti ed altro (cosche “MORABITO – BRUZZANITI – PALAMARA”, “MAISANO”, “VADALÀ”, “TALIA”) nell’ operazione “BELLU LAVURU”.

Le investigazioni dei Carabinieri della Provincia di Reggio Calabria hanno documentato l’infiltrazione pervasiva della ‘ndrangheta, nella sua espressione unitaria delle cosche operanti sul territorio, negli appalti per la realizzazione d’ importanti opere pubbliche . In particolare, le indagini hanno consentito di dimostrare che nell’appalto relativo all’ammodernamento della Strada Statale 106 e nella costruzione della variante stradale del Comune di Palizzi, l’organizzazione criminale ne ha condizionato tutti le fasi: dal ciclo del calestruzzo, alle assunzioni, alle forniture di cantiere e alle procedure di sub appalto e nolo. Il provvedimento ha intressato anche importanti appartenenti alla società appaltatrice (Condolte d’Acqua) e all’ente appaltante (ANAS), dei quali è stata accertata la contiguità alla ‘ndrangheta.

I particolari dell’operazione saranno resi noti agli organi d’informazione nel corso di una conferenza stampa, che sarà tenuta presso il Comando Provinciale Carabinieri dal Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, dott. Giuseppe Pignatone alle ore 11.00.

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