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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

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Uffici postali: l’Italia a metà classifica nell’indice europeo tra i paesi che ne hanno chiusi di più In diverse località italiane, l'ufficio postale tradizionale fa parte ormai dei ricordi. Solo una manciata di Stati, tra cui la Germania, hanno una copertura più vasta

Uffici postali: l’Italia a metà classifica nell’indice europeo tra i paesi che ne hanno chiusi di più In diverse località italiane, l'ufficio postale tradizionale fa parte ormai dei ricordi. Solo una manciata di Stati, tra cui la Germania, hanno una copertura più vasta
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Sono in molti, soprattutto nei paesini, a doversi fare chilometri anche in montagna
per raggiungere un ufficio postale. Ufficio in cui ancora moltissimi anziani ritirano
la pensione in contanti. Negli ultimi 15 anni hanno chiuso i battenti oltre 1’000
uffici postali: da 14.000 nel 2000 si è passati a 13000 nel 2014, stando ai dati
dell’Unione universale postale. E in molte località, il servizio che era fornito
ai tradizionali sportelli è stato dato in appalto alle cosiddette agenzie postali.
Le ragioni di questa evoluzione? Il fatturato delle operazioni allo sportello è
fortemente diminuito. La messaggeria elettronica, la concorrenza di operatori privati
nel settore pacchi e l’uso sempre più frequente di internet per i pagamenti, hanno
decretato e decreteranno la fine di molti uffici periferici, ormai non più redditizi.
Il fenomeno caratterizza praticamente tutta l’Europa. Esclusa la Germania, che
è un caso un po’ particolare, tra il 2000 e il 2014 il numero di uffici postali
è diminuito complessivamente di quasi il 15%. In Italia il calo è stato del 13%,
ciò che pone il Paese al centro della classifica europea. In Germania, dove tutti
gli uffici tradizionali sono stati chiusi e sostituiti con agenzie gestite da terzi,
il numero di punti d’accesso a prestazioni postali è così raddoppiato, passando
da 13’500 a 25’000. Le agenzie postali sono in effetti molto meno costose. Non c’è
bisogno di un’infrastruttura specifica, poiché queste agenzie si trovano generalmente
in supermercati, stazioni di servizio o simili. Si risparmia sul personale e inoltre
si va là dove vi sono dei clienti. E dagli studi fatti è emerso che queste agenzie
soddisfano i clienti, in particolare proprio per la questione degli orari. Il numero
di punti d’accesso a prestazioni postali è così raddoppiato, passando da 13’500
a 25’000. Non è un caso che anche in altri due Stati dove è stato registrato un
aumento, Francia e Paesi Bassi, si sia puntato in modo deciso sulle agenzie postali.
Nel caso della Francia, lo Stato interviene inoltre a sostegno degli uffici tradizionali.
In Italia Poste Italiane ha deciso di congelare il piano industriale approvato dall’Agcom
che prevedeva, in cinque anni, la chiusura di 455 uffici considerati «non economici»
e la riduzione degli orari per altri 609. Una retromarcia dovuta alla raffica di
sentenze dei Tar che negli ultimi mesi hanno accolto le istanze dei Comuni interessati
dalla sforbiciata. Un’azienda privata dismetterebbe il business in perdita, ma
Poste non può, commenta Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”. È un’azienda pubblica e deve garantire il servizio postale universale,
cioè in tutta Italia e almeno 5 giorni a settimana, in forza di un contratto di
servizio con lo Stato, agganciato a direttive europee e leggi nazionali, per il quale
riceve 250 milioni l’anno. Per queste ragioni i postini di tutta incroceranno le
braccia in tutta Italia il prossimo 4 novembre, con manifestazioni nelle principali
città.