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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 06 MAGGIO 2024

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Udicon: “Preoccupano i dati presentati nel rapporto Svimez” "Per il settimo anno consecutivo il Pil registra segno negativo"

Udicon: “Preoccupano i dati presentati nel rapporto Svimez” "Per il settimo anno consecutivo il Pil registra segno negativo"
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“È ora di puntare su investimenti mirati al Sud per ridare ai cittadini la dignità
e la forza indispensabile per poter risollevarsi dall’abisso in cui sono
sprofondati ormai da anni, una situazione causata soprattutto dalla crisi a
livello nazionale, ma anche da politiche che non hanno tenuto conto delle diverse
realtà sotto il punto di vista economico-occupazionale – afferma il
Presidente Nazionale dell’U.Di.Con., Denis Nesci a seguito della presentazione
del rapporto Svimez – è indispensabile ora stanziare dei fondi al
fine di erogare i sussidi alle famiglie a rischio povertà che rappresentano una
parte considerevole della popolazione, senza investimenti e senza lavoro il Meridione
non potrà mai risorgere”.

Povero e vecchio, questa l’immagine del
Sud Italia scattata dalla Svimez che ogni anno presenta il rapporto sull’economia
del Mezzogiorno che, anche quest’anno, si conferma negativo per ciò che
concerne il Pil, l’occupazione e i consumi. In particolare secondo l’indagine,
per il settimo anno consecutivo il Pil registra segno negativo, nel 2014 il Pil è
calato nel Mezzogiorno dell’1,3%, a questo si aggiunge un calo dei consumi
dello 0,4% a fronte di un aumento nel Centro-Nord: nel dettaglio se si
considerano gli anni 2008-2014 si è assistito ad un calo repentino dei consumi che
nel Mezzogiorno si attesta intorno al -13,2%, due volte maggiore di quella
registrata nel resto del Paese (-5,5%). In particolare, negli anni 2008-2014 il
calo cumulato della spesa è stato al Sud del -15,3% per i consumi alimentari,
di ben il -16% per il vestiario e calzature, il doppio del resto del Paese
(-8%) e per quanto concerne i “beni e servizi”, il calo si aggira intorno al
-18,4% al Sud, oltre tre volte in più rispetto al Centro-Nord (-5,5%)

Altro aspetto fondamentale riguarda le nascite, per il terzo anno consecutivo si è registrato un calo nelle nascite, toccando proprio nel 2014 il valore più basso dai tempi dell’Unità
d’Italia. Come se ciò non bastasse si è stimato che al Sud circa 1 persona
su 3 nel 2013 si è trovata in una situazione di forte rischio di povertà, una realtà che in
Sicilia soprattutto ha raggiunto una percentuale molto elevata.

Nonostante i dati riferiti al 2014
non siano di certo confortanti, le previsioni per l’anno in corso e il 2016
sembrano, per la prima volta dopo tanti anni, positive, così come conferma il
segno positivo (+0,8%) relativo al Pil nel 2015.

“Fermo restando che mi sembra alquanto paradossale
dover ancora effettuare delle indagini mirate al Sud, come se il nostro non
fosse un Paese unitario, mi duole ancora di più dover riscontrare gli effetti
che la crisi ha prodotto nella società, – afferma il Presidente Nesci – mi riferisco
in particolare al valore della famiglia
che proprio negli ultimi anni si è perso con il conseguente abbassamento delle
nascite, un aspetto che sicuramente dipende molto dall’occupazione che continua
a rimanere il primo aspetto da combattere e da cui dipende il futuro del Sud, su
cui però si stanno intravedendo i primi segnali di ripresa”.