Ieri ultimatum di Kiev ai ribelli: ‘Lasciate la città o verrete colpiti’. Raffiche di mitragliatrici vicino alla sede dei servizi segreti
Ucraina: precipita la situazione, caccia militari sopra Donetsk
Ieri ultimatum di Kiev ai ribelli: ‘Lasciate la città o verrete colpiti’. Raffiche di mitragliatrici vicino alla sede dei servizi segreti
(ANSA) Caccia militari sorvolano Donetsk, ha constatato l’inviato dell’ANSA. Raffiche di mitragliatrici risuonano nei pressi della sede dell’Sbu, i servizi segreti ucraini, secondo quanto riferiscono testimoni oculari. La sede si trova nei pressi del palazzo dell’amministrazione, occupata dai separatisti.
Precipita la situazione nella città cinta d’assedio dalle forze militari ucraine che hanno intimato ai ribelli separatisti di andare via o verranno “colpiti con precisione”. Una minaccia che ieri si è trasformata in bagno di sangue. Almeno 100 gli uccisi nella battaglia per l’aeroporto internazionale della città, dilagata presto nei quartieri residenziali limitrofi. E arrivata a lambire la stazione centrale, a due passi dalla zona degli alberghi affollati di giornalisti stranieri e civili in cerca di rifugio.
Le autorità della Repubblica popolare di Donetsk hanno confermato il coprifuoco dalle 20 alle 6 del mattino. Sulla sorte dei 4 osservatori Osce fermati lunedì il leader dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, Denis Pushilin, ha detto di non sapere nulla: “Non sappiamo nulla, né dove siano. Abbiamo messo in guardia sul fatto che da Kiev ci si può aspettare di tutto”.
Circa 300 minatori intanto sono arrivati in corteo a piazza Lenin. A quanto si apprende, si tratterebbe di una agitazione di natura sindacale, mentre altre fonti ipotizzano motivazioni politiche – alcune frange dei lavoratori del settore sono considerate simpatizzanti dell’oligarca Rinat Akhmetov. I minatori smentiscono chi li voleva schierati con Kiev: lo scopo della manifestazione è quello di condannare “la punitiva operazione militare delle forze ucraine”. Nella piazza regna la quiete.
Per il Cremlino l’uso della forza nell’est ucraino porta la crisi ad un “vicolo cieco” dopo il quale sara’ sempre piu’ difficile organizzare il dialogo tra Kiev e le regioni separatiste, ha detto il consigliere diplomatico presidenziale Iuri Ushakov. “Riteniamo che le provocatorie azioni di forza stanno portando la situazione in un vicolo cieco, dopo il quale sarà sempre più difficile organizzare il dialogo con i rappresentanti sia della regione di Donetsk sia di quella di Lugansk”, ha dichiarato Iuri Ushakov.