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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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Ucciso in rapina in villa a Perugia, arrestato il romeno ricercato

Ucciso in rapina in villa a Perugia, arrestato il romeno ricercato

E’ accusato, assieme ad altri due connazionali fermati venerdi’, dell’omicidio di Luca Rosi. La compagna della vittima: ‘Ora condanna esemplare’

Ucciso in rapina in villa a Perugia, arrestato il romeno ricercato

E’ accusato, assieme ad altri due connazionali fermati venerdi’, dell’omicidio di Luca Rosi. La compagna della vittima: ‘Ora condanna esemplare’

 

 

(ANSA) PERUGIA – Arrestato in Romania il malvivente ricercato per la rapina in villa nei pressi di Perugia in cui venne ucciso Luca Rosi. Lo hanno bloccato i carabinieri del Rac (Reparto analisi criminologiche) del Ros. L’operazione è stata condotta in collaborazione con la polizia romena.

Si sono entrambi avvalsi della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip i due romeni arrestati dai carabinieri per la rapina in cui venne ucciso Luca Rosi. Lo si è appreso dal loro difensore, l’avvocato Maria Antonietta Salis. Davanti al gip sono comparsi Iulian Ghirghita e Aurel Rosu. L’interrogatorio di garanzia si è svolto nel carcere di Perugia.

LA COMPAGNA DI LUCA, ORA CONDANNA ESEMPLARE – “Ora vogliamo una condanna esemplare”: a dirlo è Mery, la compagna di Luca Rosi, dopo l’arresto del terzo presunto responsabile della rapina in villa a Perugia in cui è stato ucciso il bancario. La donna è stata intervistata nel corso della trasmissione La Vita in diretta su Rai Uno. “Una notizia che aspettavamo con molta ansia” ha detto Mery appena ricevuto la comunicazione dell’arresto dal comandante provinciale dei carabinieri di Perugia, colonnello Angelo Cuneo. “Sono molto contenta” ha aggiunto. Mery ha quindi spiegato che ai romeni arrestati non direbbe niente. “Cosa gli farei… – ha proseguito – non lo posso dire”. Riferendosi quindi alla reazione del suo compagno quando uno dei malviventi le si rivolse dicendo “tu vieni”, Mery ha sottolineato che “conoscendo l’affetto di cui era capace è stata completamente attinente al suo modo di essere e di pensare”. Secondo la trasmissione Mery ha anche spiegato che lei e Luca Rosi “volevano mettere su famiglia”. “Hanno cancellato tutti i miei e suoi progetti” ha aggiunto la donna, secondo quanto riferito da Vita in diretta.

“Il primo pensiero è andato a Luca. Ho pensato che finalmente avesse avuto giustizia perché avevamo dato un volto a questi assassini” ha detto ancora Mery alla Vita in diretta. “Devono rimanere in carcere a vita – ha aggiunto – perché nessuno può permettersi la vita a un altro essere umano. Queste persone non hanno avuto alcuna pietà né per Luca, né per nessuno di noi. Di conseguenza non meritano alcuna pietà. Loro non ne hanno avuta e noi non dobbiamo averne”. La compagna di Rosi ha quindi negato che il bancario si sia scagliato contro i delinquenti. “Luca – ha sostenuto – si è frapposto fra me e quella persona che mi aveva intimato di alzarmi e di andare con loro. Mi ha salvato la vita, mi ha salvato non so nemmeno io da cosa. Nel momento in cui c’è stata la percezione di un vero pericolo si è alzato e si è frapposto. Aveva le mani legate non poteva fare niente e loro lo sapevano bene”. “Mi hanno tolto – ha detto ancora Mery – la voglia di andare avanti, tutti i progetti, una persona eccezionale. Auguro a tutte le donne di poter avere accanto una persona come lui. Luca é un eroe. Oggi i valori vanno scemando, le persone sono travolte dalla frenesia del quotidiano e non si fermano mai a pensare alle cose importanti. Lui sapeva quali sono le cose importanti della vita, la famiglia e gli affetti. E li ha difesi fino in fondo”.

PADRE LUCA, ARRESTO PICCOLO CONFORTO – “Questo arresto è un piccolo conforto”: così Bruno, il padre di Luca Rosi, ha accolto visibilmente commosso la notizia dell’arresto del romeno latitante eseguito per l’omicidio del figlio. “Quello per la morte di mio figlio – si è limitato a dire Bruno Rosi – è una dolore grandissimo che mi sta demolendo”.

ROMENO ARRESTATO IN CASA SUOCERA – E’ stato arrestato a casa della suocera, in un centro al confine tra Romania e Moldavia, Dorel Ghiorghita, il ventitreenne che era ricercato per la rapina compiuta il 2 marzo scorso a Ramazzano di Perugia quando venne ucciso Luca Rosi. A suo carico è stata eseguita l’ordinanza di custodia cautelare in carcere del gip di del capoluogo umbro che nel frattempo era stata internazionalizzata. Ghiorghita è stato rintracciato nell’ambito dell’indagine condotta dai Carabinieri del Reparto crimini violenti, che opera all’interno del Ros, e da quelli del comando provinciale di Perugia. Era tenuto sotto controllo dalla polizia romena ormai da diversi giorni dopo essere stato individuato grazie all’esame dei contatti telefonici con uno degli altri due arrestati per l’omicidio Rosi. Personale dei Carabinieri si trova ora in Romania per accelerare le pratiche per il suo trasferimento in Italia. Per l’omicidio Rosi, ucciso durante una rapina nella villetta dei genitori, i carabinieri hanno già arrestato Iulian Ghirghita e Aurel Rosu. Tutti e tre sono risultati residenti nel nord Italia.

VENERDI’ GLI ALTRI 2 ARRESTI – Erano stati arrestati venerdì scorso gli altri due presunti autori, Iulian Ghiorghita e Aurel Rosu, romeni di 31 e 20 anni (il terzo è stato bloccato oggi in Romania), della rapina di Ramazzano, avvenuta il 2 marzo scorso, nella quale era stato ucciso il bancario Luca Rosi, di 38 anni. Ghiorghita e Rosu erano stati stati bloccati a bordo di un pulmino Mercedes che fa la spola con l’est europeo. Perché stessero tornando dopo essere scappati in Romania, dove erano monitorati dall’Arma, non è chiaro. Così come deve essere accertato dove fossero diretti i due, che risiedono nella zona di Vercelli. Ai presunti responsabili dell’omicidio Rosi (Ghiorghita e Rosue sono indagati anche per la rapina di Resina, dei primi giorni di febbraio, in cui una donna di 54 anni era stata violentata) i militari sono giunti al termine di una complessa indagine nella quale sono stati impegnati vari reparti dei Carabinieri coordinati dalla procura del capoluogo umbro. La rapina di Ramazzano era avvenuta il 2 marzo scorso. Ad agire erano stati tre banditi, a volto coperto e armati di due pistole. Nella villetta erano entrati intorno alle 23 dopo avere scavalcato la recinzione, aperto con un calcio la porta-finestra della cucina e sparato due colpi in aria. Nella casa in quel momento si trovavano Luca Rosi (che non viveva con i genitori ma ieri era passato a trovarli), la madre, la compagna trentacinquenne del bancario e il figlio, di otto anni, della sorella di quest’ultimo. Alla fine il bottino è stato di qualche gioiello e poche centinaia di euro. Prima di allontanarsi, dopo circa un’ora, a tutti i presenti sono stati legati i polsi con i cavi dei caricabatteria di telefoni cellulari. E’ stato in quegli attimi che uno dei malviventi, dopo avere chiesto la chiave del cancello della villetta, si è rivolto alla compagna di Rosi dicendole “tu vieni”. Il bancario ha tentato di reagire ed è stato ucciso con quattro colpi di pistola.