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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 05 MAGGIO 2024

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Truffe: inchiesta finanziamenti Ue, sequestro beni per 1 mln di euro

Truffe: inchiesta finanziamenti Ue, sequestro beni per 1 mln di euro

Indagate 15 persone tra agricoltori e addetti centri assistenza

IN ALLEGATO IL DECRETO DI SEQUESTRO PREVENTIVO

Truffe: inchiesta finanziamenti Ue, sequestro beni per 1 mln di euro

Indagate 15 persone tra agricoltori e addetti centri assistenza

 

 

 

(ANSA) – REGGIO CALABRIA – I carabinieri hanno sequestrato beni per un valore di un milione e 125 mila euro nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria su una presunta truffa ai danni dell’Unione europea in relazione all’erogazione di alcuni finanziamenti. Nell’inchiesta sono indagate 15 persone, tra cui produttori agricoli dei settori oleario e seminativo ed impiegati di centri di assistenza agricola della provincia di Reggio Calabria. Il sequestro preventivo è stato eseguito dal Nucleo antifrodi Carabinieri di Salerno e dai militari del Comando provinciale di Reggio Calabria. I beni sequestrati, di importo equivalente al finanziamento che sarebbe stato ottenuto illegalmente, consistono in conti correnti, fondi d’investimento, depositi titoli, prodotti assicurativi e beni immobili adibiti ad uffici ubicati a Reggio Calabria. Il provvedimento di sequestro è stato emesso dalla Procura della Repubblica di Reggio sulla base della denuncia presentata dai carabinieri. Le persone coinvolte nell’inchiesta sono indagate per associazione per delinquere, frode informatica e truffa.

Dalle indagini del Nucleo antifrodi carabinieri che hanno portato al sequestro di beni per oltre un milione di euro è emersa la presunta condotta fraudolenta di alcuni impiegati di Centri di assistenza agricola della provincia di Reggio Calabria. Gli impiegati, attraverso le loro credenziali, erano riusciti ad individuare sulla banca dati del Sistema informativo agricolo nazionale i dati relativi a superfici agricole incolte che, all’insaputa dei proprietari, erano state indicate nella ‘dichiarazione di produzione aziendale’ allo scopo di ottenere i finanziamenti illeciti. L’attività fraudolenta, secondo quanto riferito dai carabinieri, si è sviluppata inoltre con l’attestazione di produzioni inesistenti o maggiorate nelle campagne olivicole degli anni 2002-2005 utilizzate per la costituzione di falsi “titoli di produzione” e con l’arbitraria intestazione delle titolarità di superfici agricole appartenenti a persone decedute. Gli indagati, ed in particolare gli impiegati dei Centri di assistenza agricola, avevano la possibilità di intervenire indebitamente sul sistema informatico del Sistema informativo agricolo nazionale, dirottando in modo fraudolento oltre mille “fascicoli aziendali” da un Centro ad un altro e trasferendo arbitrariamente titoli di quote appartenenti a produttori ignari della truffa.

L’aggressione ai patrimoni illeciti nelle frodi comunitarie è di fondamentale importanza perché in base alla normativa comunitaria l’entità dell’illecito finanziamento sottratto illegalmente al budget comunitario viene posta a carico dello Stato membro almeno nella misura del 50% ma anche oltre se lo Stato si è rilevato inadempiente rispetto agli obblighi comunitari. Inoltre le azioni di recupero avviate dai Nuclei Antifrodi Carabinieri d’intesa con l’Autorità Giudiziaria sono rivolte anche a tutelare il regime di concorrenza e la libertà dei mercati che risulterebbero alterati dalla condotta disonesta di chi accede illecitamente a finanziamenti comunitari. Anche per tali finalità al Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari è istituito il Numero Verde 800 020 320 ed è attiva la casella di posta elettronica ccpacdo@carabinieri.it che gli operatori del settore ed i cittadini possono contattare per ricevere informazioni o fornire segnalazioni.

Destinatari dei provvedimenti di sequestro preventivo sono Leo Zappia, di 43 anni, di Reggio Calabria; Rosetta Chiricosta (33), di Reggio Calabria; Antonella Chiricosta (36), di Siderno; Vincenzo Chiricosta (38), di Locri; Giovanni Figliomeni (38), di Siderno; Rosario Fallara (42), di Reggio Calabria; Espedito Gullace (43), di Gioiosa Jonica; Vincenzo Gullace (34), di Rosarno; Angelo Caruso (34), di Sinopoli; Giovanni Morabito (40), di Reggio Calabria. E’ stato operato in via d’urgenza il “blocco” totale dei pagamenti degli aiuti in favore dei soggetti indagati e di quelli ad essi collegati evitando una ulteriore emorragia di pubblico denaro; è stato disposto il sequestro di un immobile e di numerosi conti correnti sui quali venivano depositate le somme riscosse e quelle frutto di precedenti indebite erogazioni. Nei confronti dei soggetti che risultano avere agito abusando della loro funzione di operatori dei CAA Copagri e World Service é stata altresì richiesta l’interdizione dallo svolgimento delle funzioni di rappresentanza ed inibito l’accesso ai dati informatici. L’indagine appare uno sviluppo di quella già condotta dai carabinieri della Stazione di Reggio Calabria che aveva portato nel 2010 all’arresto dei coniugi Leo Zappia e Rosetta Chiricosta. Era infatti emerso che profittando della gestione del CAA World Service gli stessi avevano operato fraudolentemente l’immissione nel sistema informatico di posizioni di produttori deceduti o ignari e trasferito una volta scoperti un cospicuo “pacchetto” di produttori agricoli che a loro insaputa erano stati trasferiti presso il CAA concorrente della Copagri ove gli stessi avevano “piazzato” il Figliomeni cognato di Zappia. A partire da tali circostanze si sono approfonditi gli interessi, con accertamenti incrociati (aerofotogrammetrie dei terreni, assunzione di informazioni, verifiche dei fascicoli aziendali, ecc.) che hanno interessato l’intero territorio della provincia di Reggio Calabria. L’indagine ha messo in evidenza una “spiccata permeabilità alle frodi dell’attuale sistema di aiuti fondato sostanzialmente sulla mera disponibilità cartacea ed informatica di terreni agricoli, abbinata ai dati ‘storici’ della produzione passata in particolare nel settore olivicolo, senza alcun controllo sulla effettiva realtà delle imprese dichiarate”. Numerosi i proprietari terrieri ascoltati nel corso delle indagini che si trovavano sulla carta ad avere dato in affitto o comodato i loro terreni agli indagati e che erano completamente all’oscuro delle operazioni. E’ stato disposto il sequestro di numerosi fascicoli aziendali e sono in corso ulteriori controlli.

redazione@approdonews.it