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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 25 APRILE 2024

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Troppi infortuni sul lavoro, Pititto (Cgil) chiede la collaborazione di Santelli Da fin troppi anni si denunciano morti e menomazioni fisiche gravissime a danno di lavoratori. Reggio Calabria, la città col più basso tasso di occupazione d'Italia (pari al 37,1 per cento), è classificata al quinto posto per percentuale di infortuni

Troppi infortuni sul lavoro, Pititto (Cgil) chiede la collaborazione di Santelli Da fin troppi anni si denunciano morti e menomazioni fisiche gravissime a danno di lavoratori.  Reggio Calabria, la città col più basso tasso di occupazione d'Italia (pari al 37,1 per cento), è classificata al quinto posto per percentuale di infortuni

La Cgil di Reggio Calabria – Locri, Flai, Fillea e Fiom di Reggio Calabria sono scosse dall’ennesima morte su lavoro, quella che quache giorno fa ha riguardato un crotonese che ha perso la vita svolgendo la propria attività di operaio a Condofuri.
Da fin troppi anni si denunciano morti e menomazioni fisiche gravissime a danno di lavoratori.
Reggio Calabria, la città col più basso tasso di occupazione d’Italia (pari al 37,1 per cento), è classificata al quinto posto per percentuale di infortuni che hanno procurato un danno biologico superiore al 15 per cento o la morte ed è fra i sei territori di area vasta in cui il rischio di danno permanente o mortale supera di tre volte la media nazionale (1,1 per cento) e di oltre due volte la media meridionale (1,5 per cento), essendo pari al 3,6 per cento.
“Si tratta di numeri impietosi – dichiara il segretario generale della Cgil Reggio Calabria – Locri, Gregorio Pititto – che testimoniano che a Reggio si vive un’emergenza nell’emergenza: ossia i pochi che possano vantare un’occupazione, rischiano molto più che nel resto del Paese di subire un infortunio o di morire di lavoro. La realtà del territorio reggino è certamente peggiore di quella già grave che emerge dai dati dell’Osservatorio dei Consulenti del Lavoro perché si basa sugli infortuni comunicati dall’Inail – precisa Pititto –, che ovviamente non computano gli incidenti subiti dai lavoratori irregolari. A questo proposito è utile ricordare che in Calabria insiste un 9,9 per cento di lavoratori non dichiarati, privi di tutele previdenziali, assistenziali e contributive. E’ urgente una strategia nazionale contro le morti e gli infortuni sul lavoro, contro il nuovo sfruttamento, affinché si chiarisca che non è eticamente accettabile risparmiare sui costi della sicurezza. Ma accanto a questa – evidenzia il segretario – deve emergere una collettiva responsabilita’ dell’agire per affermare il diritto alla salute e alla sicurezza e costruire un Paese migliore partendo da ciascun territorio. A questo proposito due anni fa, assieme a Giuseppe Falcomatà e i Consigli comunale reggino e metropolitano, abbiamo formalmente chiesto alla Regione Calabria di assumere un’iniziativa legislativa che regolamentasse in modo puntuale la realtà calabrese in materia di prevenzione, salute e sicurezza sul lavoro. Rilanciamo questa proposta – conclude Pititto – alla governatrice Jole Santelli affinché anche la nostra regione si adegui al difficile contesto calabrese”.