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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 MAGGIO 2024

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Tribunale Lamezia. L’assemblea decide: sì alla prosecuzione della protesta ma nel rispetto delle regole

Tribunale Lamezia. L’assemblea decide: sì alla prosecuzione della protesta ma nel rispetto delle regole

Ripristinata la calma e la lotta comune. Presidio interno ed esterno fino a sabato 9 giugno. Attesa per la formulazione delle rassicurazioni da parte del governo centrale

di ANTONIETTA BRUNO

Tribunale Lamezia. L’assemblea decide: sì alla prosecuzione della protesta ma nel rispetto delle regole

Ripristinata la calma e la lotta comune. Presidio interno ed esterno fino a sabato 9 giugno. Attesa per la formulazione delle rassicurazioni da parte del governo centrale

 

di Antonietta Bruno

 

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La protesta dell’avvocatura lametina e dell’intera città, salvo “novità dell’ultima ora”, rientrerà il prossimo 9 giugno ma fino ad all’ora, rimarranno invariate tutte le iniziative già programmate, finanche il presidio all’interno e all’esterno del Palazzo di giustizia, rispettando però e soprattutto, orari e modalità di chiusura e questo per evitare di rasentare ulteriormente l’illegalità e diventare passibili di reati e rischiami disciplinari, così come si è verificato poco meno di 24 ore fa.

A deciderlo a margine di un’assemblea aperta, l’Ordine degli avvocati del Foro lametino, riunitosi nella tarda mattinata di oggi, anche con l’intento di comunicare al resto del gruppo le “rassicurazioni” pervenute da Roma. Rassicurazioni non del tutto soddisfacenti a dire la verità, e che si sintetizzano nella volontà del ministro Paola Severino di “riconsiderare le circoscrizioni giudiziarie calabresi a rischio soppressione, includendo nel piano problematiche organizzative ed ambientali che ne caratterizzano il territorio”.

Durante l’assemblea presieduta dal presidente Gianfranco Barbieri, molti gli elementi emersi. Dalla consapevolezza di essere riusciti in questi sette giorni, assieme al Comitato civico “Difendiamo il nostro tribunale a Lamezia” e alla cittadinanza, a portare la protesta oltre i confini regioni; a sollecitare il governo a riconsiderare la sede giudiziaria lametina quale roccaforte difensiva nell’attuazione alla legalità su un territorio da tutti riconosciuto ad alta intensità criminale; a coinvolgere tutta la classe politica, a partire dalla deputazione lametina e calabrese, a farsi portavoce nelle opportune sedi delle istanze della popolazione.

E’ principalmente per questo, che la protesta deve andare avanti. Battere, insomma, il ferro finché è caldo e continuare a dare voce a tutta quella gente perbene che vuole ancora credere in uno Stato che li difenda e che garantisca loro il rispetto delle regole e della legalità. A farlo per primi, però, dovranno essere gli stessi avvocati che ancora una volta, (esclusa la parentesi delle notte scorsa) si sono ritrovati uniti e più forti nella battaglia.

Tutto questo lo ha deciso l’intero Ordine, ma anche il Comitato civico capitanato dall’avvocato Materasso che continuerà nel presidio esterno del tribunale e nella raccolta delle schede elettorali e delle firme (allo stato sono 14 mila le firme raccolte) che saranno poi portate dinnanzi al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ultimo a firmare e quindi ad approvare o meno il provvedimento della soppressione o del mantenimento del tribunale a Lamezia. Lo hanno fatto gli avvocati “dissidenti” al rientro, compreso Paolo Mascaro che in una delle sue frasi forti, parlando della “primavera lametina”, si è detto “disposto a rischiare persino la galera qualora la legalità e la giustizia non venga rispettata”. Lo hanno deciso i membri della Camera penale della terza città della Calabria, che poco prima l’assemblea pubblica si erano riuniti per vagliato due ulteriori possibili strade da percorrere: quella della maggiore adesione al presidio esterno, e quella dell’astensione dalle udienze penali per otto giorni consecutivi. Astensione che potrebbe partire il prossimo 18 di giugno e concludersi il 27 dello stesso mese.

Invariato tutto il resto, compresa la protesta da parte degli amministratori dei 25 Comuni dell’hinterland lametino che assieme al sindaco Speranza, e quindi all’Assise cittadina, daranno vita il prossimo 7 giugno ad un Consiglio comunale congiunto all’interno del tribunale. A questo, secondo quanto deliberato, seguirà, salvo anche in questo caso l’arrivo di “buone nuove” dal governo, la nomina di una delegazione che porterà a Roma le istanze della cittadinanza, e ancora come gesto estremo della protesta collettiva, le dimissioni di tutti e ventisei i sindaci e dei rispettivi consiglieri comunali interessati al mantenimento del tribunale di Piazza della Repubblica, nella città di Lamezia.

redazione@approdonews.it