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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 05 MAGGIO 2024

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Calabria si mobilita per agenzia beni confiscati Adesione di molti Comuni alla manifestazione contro la chiusura della sede reggina dell'ente

Calabria si mobilita per agenzia beni confiscati Adesione di molti Comuni alla manifestazione contro la chiusura della sede reggina dell'ente
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COMUNE DI ROSARNO

Il Comune di Rosarno aderisce alla manifestazione di sabato 10 giugno organizzata dalla Rete delle Associazioni per l’Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati contro il trasferimento dell’Agenzia. Ad annunciarlo il Sindaco della Città Giuseppe Idà “il trasferimento della sede dell’Agenzia sarebbe un passo indietro rispetto a quanto di buono fatto sino ad oggi, da Magistratura, Forze dell’Ordine ed Enti Locali”. Secondo il primo cittadino rosarnese, infatti “il mantenimento della sede a Reggio Calabria non è una battaglia campanilistica bensìun dovere civico ed Istituzionale, una necessità per un territorio intero che seppur tra mille difficoltà vuole voltare pagina abbracciando la legalità. Il Comune di Rosarno ha da poco pubblicato un avviso pubblico per l’affidamento in concessione di numerosi beni acquisiti al patrimonio dell’Ente al quale vi è stata una partecipazione senza precedenti da parte di associazioni ed organizzazioni di volontariato, segno inequivocabile che il vento sta cambiando e che i cittadini onesti sono pronti a cogliere le opportunità che l’Agenzia offre per lo sviluppo e la crescita del territorio”. “Viviamo nella provincia con il più alto numero di beni confiscati alla ndrangheta – conclude Idà – e la sede Istituzionale non solo non deve essere trasferita, ma deve essere potenziata ulteriormente per garantire, simbolicamente e non solo, una forte presenza dello Stato nel nostro territorio”.

ASSOCIAZIONE COMUNI AREA DELLO STRETTO

“Comunichiamo la nostra adesione alla manifestazione organizzata dalla Rete delle Associazioni per l’Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati contro il trasferimento dell’Agenzia dalla sede di Reggio Calabria”. Lo scrive in una nota il Presidente dell’Associazione dei Comuni dell’Area dello Stretto, e Sindaco di San Roberto, Roberto Vizzari.
“Invitiamo tutti gli amministratori locali e la società civile ad essere presenti all’evento di domani per far sentire, in maniera forte e chiara, la volontà di un popolo intero che non permetterà l’ennesimo scippo nei confronti della nostra città metropolitana” dice Vizzari.
“Una scelta illuminata e simbolica, quella dell’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati a Reggio Calabria, che non può essere offuscata e cancellata improvvisamente. Soprattutto in un territorio come il nostro, costantemente “sotto l’attacco” della criminalità organizzata, dove il trasferimento dell’Agenzia potrebbe significare mortificare la legalità, vorrebbe dire gettare al vento il lavoro fatto in questi anni, grazie ed insieme alla parte sana della società calabrese. Mantenere a Reggio la sede dell’Agenzia – conclude – consentirebbe di dare, invece,forza all’azione della magistratura reggina nell’instancabile e quotidiana lotta di contrasto alla ‘ndrangheta. Scenderemo, quindi, in piazza per difendere il territorio e tutti i cittadini onesti”.

COMUNE DI SANTO STEFANO IN ASPROMONTE

L’Amministrazione Comunale di S. Stefano in Aspromonte, con in testa il Sindaco dott. Francesco Malara, aderisce all’appello lanciato dalla rete delle associazioni reggine per la manifestazione di Sabato 10 giugno in difesa della sede di Reggio Calabria dell’Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata. L’esistenza e la permanenza della sede Istituzionale nel luogo dove è stato pensato fin dalla sua fondazione è un segnale concreto della presenza dello Stato, non solo per la Città di Reggio Calabria, ma per l’intero territorio metropolitano. D’altronde il far prevalere gli aspetti logistici agli aspetti sociali serve ad isolare sempre di più le periferie e la conseguenza di ciò è il tentativo di svilimento del ruolo della Politica e dei principi che dovrebbero essere alla base del recupero dei gap storici ed endemici dei territori. Nel terzo millennio ove ad esempio, degli uffici statali reggini sono chiamati a supplire le attività di analoghi uffici distanti mille chilometri, grazie alla informatizzazione integrata, tutto questo è ancora di più inaccettabile.

GIUNTA COMUNALE REGGIO CALABRIA

La Giunta comunale di Reggio Calabria ha aderito alla manifestazione promossa dalle associazioni reggine contro il declassamento della sede istituzionale dell’Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati. «Siamo convinti che Reggio sia la sede naturale per ospitare l’Agenzia. Non è certo una battaglia di campanile – scrivono gli Assessori dell’Esecutivo cittadino – piuttosto non condividiamo in alcun modo le motivazioni con le quali, in nome delle difficoltà logistiche sui trasporti, si stia pensando di trasferire a Roma la sede istituzionale. Siamo d’accordo con quanto ha avuto modo di affermare il sindaco Falcomatà: questa deve essere una battaglia dell’intera città. Per questo aderiamo in maniera convinta all’appello lanciato dalle associazioni presenti sul territorio che domani sabato 10 giugno, alle ore 17:00, abbracceranno simbolicamente la sede dell’Agenzia».

DOMENICO BATTAGLIA (PD)

“Convinto sostegno e piena adesione alla manifestazione di domani che vedrà una copiosa presenza del mondo dell’associazionismo e del volontariato reggino impegnato a ribadire un fermo ‘no’ al trasferimento della sede dell’Agenzia Nazionale dei beni sequestrati e confiscati”. A dichiararlo è il consigliere regionale e presidente della Conferenza interregionale permanente per l’Area dello Stretto, Domenico Battaglia che rilancia: “La struttura – presidio di legalità e simbolo della lotta alla ‘ndrangheta e al malaffare – deve rimanere a Reggio Calabria”.
“A tal fine – rende noto Domenico Battaglia – mi farò promotore di una serie di iniziative istituzionali per scongiurare il trasferimento di una realtà importante da un territorio ad alta densità criminale dove lo Stato è chiamato ad attestare con più forza ed incisività la sua presenza”. “Chiedo al presidente Mario Oliverio di sensibilizzare il Governo in tal senso e rivolgo un appello al Ministro degli Interni Marco Minniti e al Ministro della Giustizia Andrea Orlando perché la sede dell’Anbsc resti patrimonio della Città dello Stretto”. “In occasione della prossima seduta del Consiglio regionale – conclude l’esponente politico di maggioranza – presenterò un ordine del giorno ad hoc a tutela di questo importante presidio di legalità e perché su questo tema vi sia il pronunciamento della massima Assise elettiva della Calabria”.

CONFESERCENTI REGGIO CALABRIA

La volontà di trasferire a Roma la sede centrale dell’Agenzia dei Beni Confiscati è una scelta sbagliata e inopportuna.

Ci chiediamo infatti come sia possibile non comprendere l’enorme danno che, una decisione di tal genere, può produrre in un territorio che ha più che mai bisogno di simboli e presidi di legalità per ribadire con forza il suo no alla ‘ndrangheta e alla criminalità.

Il significato, “alto”, della presenza dell’Agenzia dei Beni Confiscati a Reggio Calabria non può essere subordinato a semplici problemi logistici e di collegamento.

Problemi, peraltro, che i reggini da decenni affrontano quotidianamente e per i quali si dovrebbe intervenire ricercando una soluzione che non è certo quella di aggiungere all’evidente danno, che una situazione del genere comporta, la beffa di una decisione illogica e penalizzante.

È per questi motivi che Confesercenti aderisce in maniera convinta alla manifestazione di sabato pomeriggio per protestare con forza, insieme alle istituzioni e le forze sane e operose di questa città, contro questa sciagurata ipotesi., E’ quanto dichiarato da Claudio Aloisio, presidente Provinciale Confesercenti.

GIOVANNI NUCERA

Ho deciso di rispondere positivamente all’appello lanciato dalle associazioni reggine che si sono schierate contro lo spostamento della sede istituzionale dell’Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata, e hanno così convocato un presidio per sabato 10 giugno alle 17:00 proprio di fronte la sede dell’Agenzia in Viale Amendola is. 66 n°2.

Si tratta dell’ennesimo scippo che rischia di subire la città di Reggio Calabria, sede naturale di un’Agenzia che proprio nel nostro territorio segna una presenza concreta e forte dello Stato. Spostarne la sede nazionale e declassando gli uffici reggini non può che lanciare un segnale di resa nei confronti della criminalità. In tal senso condivido totalmente la dura presa di posizione del sindaco Giuseppe Falcomatà contro l’ennesimo depauperamento del nostro territorio che perderebbe così un presidio di legalità.

Ma al danno si aggiunge anche la beffa. Pare che tra le motivazioni del declassamento ci siano la scarsa raggiungibilità della nostra città e le difficoltà relative ai trasporti.  Quindi si preferisce spostare l’Agenzia dal nostro territorio piuttosto che risolvere una volta per tutte le questioni relative ai collegamenti con la Città Metropolitana di Reggio Calabria, non ultima la questione dell’Aeroporto dello Stretto.

Aderisco quindi all’iniziativa posta in essere da diverse associazioni reggine che chiedono con forza un potenziamento dell’Agenzia, attraverso maggiori risorse e professionalità, e chiedono una buona gestione istituzionale dei beni sequestrati e confiscati, direttamente nel territorio che registra il più alto numero di beni confiscati alla criminalità. E’ quanto afferma Giovanni Nucera, consigliere regionale, assessore allo sport, politiche giovanili, associazionismo e volontariato.

FEDERAZIONE INTESA FUNZIONE PUBBLICA

Federazione Intesa Funzione Pubblica aderisce alla manifestazione di lunedì 12 giugno p.v. alle ore 18:30 davanti alla sede dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ( acronimo ANBSC ) sita in Viale Amendola is. 66 nr. 2, indetta dal Movimento Nazionale per la Sovranità di Reggio Calabria a difesa della sede principale dell’Agenzia medesima, dando così continuità alle iniziative  che la Federazione stessa ha già avviato, sin dall’anno 2015, al fine di dare un contributo in un settore strategico per lo Stato quale è quello dei beni confiscati alle mafie.

Il giorno dopo, martedì 13 giugno, nell’aula del Senato della Repubblica si inizierà la discussione, con conseguente votazione, della riforma al c.d. Codice Antimafia all’interno della quale è previsto il “declassamento” della sede reggina dell’Agenzia da principale  a sede secondaria, frutto di una decisione scellerata ed immotivata che ha avuto il suo inizio con l’emendamento nr. 22.1 ( Atto Camera 2737 ) dell’on. Rosy Bindi del Partito Democratico, eletta in Calabria. Nel novembre del 2015 Federazione Intesa aveva lanciato l’allarme, rimasto inascoltato, nel “silenzio assordante” dei rappresentati  istituzionali del nostro territorio, politici e non.

Federazione Intesa FP sarà presente anche per rimarcare che le nuove disposizioni normative che riguardano il personale, non solo sono “carenti” ma addirittura rischiano di “paralizzare” l’attività dell’Agenzia: il ricorso  alla procedura di mobilità del personale, ai sensi del D.lgs. 165/2001, per costituire i ruoli dell’Agenzia, non attribuisce nessuna priorità ai dipendenti che  attualmente prestano servizio in Agenzia, molti dei quali da diversi anni e che aspirano legittimamente ad essere inquadrati nei ruoli stessi; nessuna “clausola di salvaguardia”, inoltre,  è stata prevista a tutela di quei dipendenti, alcuni dei quali in servizio da circa sette anni, che hanno acquisito il diritto ad essere inquadrati nei ruoli dell’Agenzia ai sensi dell’art. 1 comma 191 della legge nr.  228/2012, c.d. legge di stabilità 2013; è stata soppressa, infine, la possibilità di utilizzare, oltre ai dipendenti previsti dalla dotazione organica fissa,  altre 100 unità di personale  in posizione di comando / distacco/ fuori ruolo così come già previsto dall’art. 113.bis del D.Lgs. 159/2011. Il personale dell’Agenzia, le cui funzioni di coordinamento delle varie attività sono state esercitate, sin dall’inizio, dai dipendenti della  sede reggina, non me ne vogliano i colleghi delle altri sedi, ha gestito, dalla sua istituzione, oltre 15.000 beni confiscati ( mobili, immobili ed aziende ) destinandone oltre 7.000 agli Enti previsti dalla normativa vigente. Con tale enorme carico di lavoro  l’Agenzia deve avere una dotazione organica di risorse umane adeguata,  pari ad almeno  300 unità …. la riforma che si sta per approvare non lo prevede.

Riforma letteralmente vuol dire “modifica volta a dare un nuovo e migliore assetto a qualcosa”. Tutti gli operatori del settore avrebbero dovuto contribuire alla riforma in argomento, quindi anche l’Agenzia, quasi completamente ignorata, ad ognuno di loro si sarebbe dovuto riconoscere pari dignità, perché nessuno può considerarsi depositario della “ricetta magica”. Così non è stato.

Le istituzioni preposte a varare le riforme avrebbero dovuto però avere  ben presente che dietro le riforme ci sono le “persone”:

persone sono i cittadini che vogliono vedere restituito alla collettività il patrimonio sottratto alla criminalità che lo ha realizzato con il malaffare drogando l’economia e piegando la società civile ;

persone sono i membri delle associazioni di volontariato meritevoli che attendono di essere destinatarie di quei beni per poter svolgere ancora meglio quelle attività di utilità sociale spesso colmando lacune  o addirittura sostituendosi allo Stato nell’erogazione di quei servizi c.d. essenziali ;

persone sono gli operatori della giustizia e le forze dell’ordineche tanto impegno stanno profondendo nell’aggressione ai patrimoni mafiosi ;

persone sono  quegli amministratori locali meritevoli che sono desiderosi di ricevere quei beni che consentirebbero magari di avere un bilancio virtuoso;

persone sono quei giovani, volenterosi e valenti professionisti che vorrebbero avere delle opportunità di lavoro in questo settore. A proposito l’Albo degli Amministratori Giudiziari esiste solo sulla carta o è già operativo ? Non mi risulta ;

persone sono quei lavoratori onesti delle aziende confiscate che vogliono assicurare un futuro alle loro famiglie;

persone, infine, sono quei dipendenti pubblici che hanno prestato e prestano tuttora la propria attività lavorativa presso l’Agenzia, che attendono, con diritti già acquisiti per legge, di conoscere se vi può essere o meno un futuro lavorativo presso l’Agenzia,  di essere inquadrati nei ruoli dell’Agenzia che ancora, ad oggi, dopo 7 anni, non sono stati costituiti. Vorrà dire che faranno  rientro nelle proprie  amministrazioni di appartenenza con buona pace di tutti. Le professionalità, le conoscenza  acquisite sul campo sarà buttate al vento.

Le soluzioni devono essere realistiche perché le aspettative in campo sono tante e delicate. Forse il tempo non è ancora scaduto, la pazienza dei Reggini e dei lavoratori dell’Agenzia dei Beni Confiscati  sì.

COMUNE DI LOCRI

Il sindaco della Città di Locri, Giovanni Calabrese, sostiene, insieme all’Amministrazione Comunale, la battaglia a difesa del mantenimento a Reggio Calabria della sede istituzionale dell’Agenzia Nazionale dei Beni sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata.
Portare via da Reggio Calabria l’Agenzia, simbolicamente individuata come sede nazionale della stessa, rappresenta un vero atto di miopia politica ed una grave mortificazione per tutti i calabresi onesti.
Si ritiene importante e necessario, invece, riqualificare e potenziare l’Agenzia, quale strumento importante e significativo nella lotta alla criminalità organizzata, cercando di rivederne l’organizzazione per rendere facilmente fruibili i beni confiscati alle cosche continuando così a dare forti segnali della presenza delle istituzioni in territori difficili e contaminati come quelli della Calabria.
Molti beni assegnati ancora oggi non sono fruibili per mancanza di risorse necessarie per la ristrutturazione degli stessi o per confische incomprensibili.
Giusto per fare un esempio pratico, nella città di Locri risultano confiscati immobili non fruibili in quanto non è stato confiscato il terreno sottostante o immobili “circondati” da altre strutture rimaste assegnate alle cosche.
Su queste ed altre criticità riscontrate sarebbe il caso di puntare l’attenzione cercando di individuare valide e concrete soluzioni e non su assurde, imbarazzanti e devastanti iniziative, come il trasferimento della sede dell’Agenzia a Roma.
Pertanto, la Città di Locri condivide la battaglia in difesa di questo importante presidio di legalità manifestando preoccupazione per tale scelta scellerata che si vuole portare avanti, ed auspica che i parlamentari calabresi si impegnino per evitare che ciò avvenga.