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TAURIANOVA (RC), VENERDì 26 APRILE 2024

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Traduzione in prosa ritmica dell’Edipo di Seneca

Traduzione in prosa ritmica dell’Edipo di Seneca

Ugo Verzì Borgese, appassionato umanista, dopo la traduzione dell’intera produzione  in latino di Sofia Alessio,  e di  altre opere di autori classici, come Orazio, ha dato alle stampe la traduzione in prosa metrica dell’Edipo di Seneca

DI ISABELLA LOSCHIAVO

Traduzione in prosa ritmica dell’Edipo di Seneca

Ugo Verzì Borgese, appassionato umanista, dopo la traduzione dell’intera produzione  in latino di Sofia Alessio,  e di  altre opere di autori classici, come Orazio, ha dato alle stampe la traduzione in prosa metrica dell’Edipo di Seneca

 

REGGIO CALABRIA-Ugo Verzì Borgese, appassionato umanista, dopo la traduzione dell’intera produzione  in latino di Sofia Alessio,  e di  altre opere di autori classici, come Orazio, ha dato alle stampe la traduzione in prosa metrica dell’Edipo di Seneca.Le parti dialogate sono rese in settenari uniti a novenari e con due ottonari, i Cori sono tradotti in settenari, ottonari accoppiati e anche novenari. Il testo della tragedia senecana è divisa in cinque atti suddivisi a loro volta in più scene, complessivamente 14, compreso il Prologo e l’Esodo . Lo studioso ha il merito di aver riproposto il dramma di Seneca, oggi poco conosciuto soprattutto in ambito scolastico, rendendo accessibile la comprensione grazie alla decodificazione agile  dei versi latini. Prima di passare alla traduzione, fornisce ai lettori una breve sintesi della trama, con cenni biografici di Seneca.Inoltre fa un excursus delle opere che hanno trattato il mito di Edipo, spaziando dal teatro alla musica, dalla pittura alla letteratura e al cinema. Il libro si presenta arricchito di immagini antiche , attinenti al mito, tratte da opere di scultura o pittura , anche vascolare , di più epoche  e stili , a colori  o in bianco e nero . Tra le immagini il soggetto dominante è quello della Sfinge , che si   trova in sculture in tutto tondo , bassorilievi, in vasi vari greci e romani. Tra le pitture vascolari ci sono varie immagini con Edipo e la Sfinge ed altri personaggi. Tra le pitture ed i disegni e le stampe sono inserite varie immagini dall’epoca medievale ad oggi. La trasposizione in prosa ritmica rende partecipe il lettore al dramma di Edipo, che  si strappa gli occhi con le proprie mani ,dopo avere appreso di essere parricida e marito incestuoso della madre Giocasta. Dopo la fine di Giocasta , che si suicida con la spada  che fu di Laio,  è molto  significativo l’esodo , dove Edipo   impreca contro il destino e il dio profetico. “Dio profetico , Dio patrono del vero, t’accuso;/ al mio destino avevo soltanto mio padre;/ ora  sono due volte parricida , e reo più di quanto/ io temessi : mia madre, dal mio delitto è stata uccisa !/O Apollo bugiardo , superai il mio empio destino!/Ora segui , con passo incerto , la tua incerta strada;/ ed in punta di piedi malfermi attraversa , guidato/ dalla destra tremante, il buio oscuro della notte./ Tu affretta il tuo passo malfermo; ed esci a capofitto! /Vai in esilio, ma bada a non cadere su tua madre!/O voi, voi che sfiniti nel corpo o dalla malattia/ a stento respirate, ecco: io fuggo e vado in esilio;/ sollevate la testa; s’aprirà , ora, un cielo più mite/ alle mie spalle : chi giace con un filo di vita,/ respirare potrà alfine corsi di aria viva”.Ugo Verzì Borgese con la sua competenza e destrezza della “grammatica” fa emergere in sermo vulgaris , per gli specialisti nelle discipline umanistiche, la differenza tra Edipo di Sofocle , che conclude la sua vicenda umana  quasi da privatus , e l’Edipo di Seneca che si comporta homo politicus autopunendosi. Cogliamo , attraverso la prosa ritmica, il turbamento di Edipo , oppresso dall’angoscia, mentre l’Edipo sofocleo  è magnanimo, sicuro. Anche la figura di Giocasta ,nel dialogo con Edipo, nei versi 1025-1039 della scena terza dell’atto V, è rilevata in tutta la profondità psicologica della colpa che la dilania. “Anima mia, perché resisti inerte?Per colpa tua cade ,/ o incestuosa , e rovina l’ordine delle leggi umane./ Muori, dunque, e col  ferro strappa via la tua anima impura./ Ma neppure se il padre degli Dei , sconquassando il mondo,/ contro di noi gettasse di sua mano il fulmine,/ non potresti mai pagare una pena adeguata azi miei una via per morire”

Isabella Loschiavo