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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

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Tour calabrese di Renzi, tappa anche a Rosarno Queste le parole del segretario del Pd: "C'è un pezzo di Italia che sta volando mentre il Sud è in sofferenza enorme". Il commento della politica regionale - GUARDA IL SERVIZIO

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“Da un lato c’è un pezzo di Italia che sta volando e lo abbiamo visto con i referendum al Nord che chiede più autonomia, dall’altro c’è un pezzo di Italia che è in una sofferenza enorme. È questo il senso del mio viaggio in treno: andare ad ascoltare le esigenze di chi soffre”. Lo dice il segretario del Pd Matteo Renzi, confrontandosi con un gruppo di cittadini su temi come le pensioni e la mancanza di lavoro, all’esterno della stazione di Rosarno.

“Oggi faccio tre ore di treno da Catanzaro a Cirò. Io in tre ore faccio Roma-Firenze-Roma con l’alta velocità”, nota tra l’altro. Il segretario del Pd Matteo Renzi ha fatto poi tappa, vicino a Rosarno, alla Fattoria della Piana. Il leader Dem ha incontrato i lavoratori e visitato l’azienda. “E’ una realtà – ha detto Renzi, che da stamattina ha ripreso il viaggio sul treno del Pd – che lavora 3 milioni di litri di latte su cinque prodotti in Calabria ogni anno, ha subito attacchi e attentati ma non si è mai arresa. E da pochi giorni i suoi prodotti, il pecorino calabrese in particolare, sono sulla prima classe della Delta Airlines”.

Renzi si è anche soffermato a parlare dei progetti di alternanza scuola-lavoro attivi nella fattoria. “Sono stati premiati a Bolzano come miglior progetto di alternanza scuola-lavoro, è come vendere il riso ai cinesi”, ha scherzato. La Fattoria della Piana è il principale produttore di pecorino in Calabria, ha un fatturato annuo di 16 milioni e mezzo di euro, 183 dipendenti, mille mucche ed esporta i prodotti in Europa, Stati Uniti, Canada, Giappone e Australia. Dal 2017 ha avviato la produzione di olio extravergine di oliva.

ALESSANDRO NICOLO’ (FORZA ITALIA)

“Il segretario del Pd Matteo Renzi, nella improbabile veste di futuribile capo del Governo, è in tour elettorale in Calabria per ricucire il suo sfilacciato partito, prima causa dell’incapacità di governo in cui versa la nostra regione”. Lo afferma in una dichiarazione il presidente di Forza Italia a palazzo Campanella, Alessandro Nicolò.
“Renzi ormai sta tentando sforzi messianici per rimettersi in gioco dopo le costanti e pesanti sconfitte subite, a partire dalla consultazione referendaria da lui voluta con ostinazione lo scorso anno, fino alle batoste elettorali alle amministrative del mese di giugno. Eppure aveva annunciato nella sua stagione di governo mirabolanti – afferma Alessandro Nicolò – ‘Masterplan per il Mezzogiorno’, risoltisi poi in un ben più limitato decreto, di rilancio della ‘questione meridionale’, senza spiegare dove siano a tutt’oggi impegnati i capitali per dare corso a queste roboanti promesse, eccetto qualche provvidenza di natura elettorale, nella Finanziaria 2018. E’ sorprendente, dunque, non cogliere nel tour renziano un’esigenza tutta sua, del segretario del Pd, di piazzare qualche toppa qui e là in giro per l’Italia, forse un tentativo quasi disperato, di riaccendere i riflettori dell’opinione pubblica sul suo partito, balcanizzato in mille rivoli, mentre la Calabria e l’Italia galleggiano in una sorta di limbo senza l’indicazione di una strada per agganciare davvero il treno dello sviluppo, tanto decantato, ma che finora fa segnare appena qualche decimo di punto di crescita del Pil.”

“I dati Svimez – prosegue Alessandro Nicolò – relativi agli ultimi quindici anni, sono invece da allarme rosso, a fronte della sicumera del pensiero renziano e dei suoi sostenitori: il Sud e la Calabria nel periodo di tempo osservato, lasciano sul campo della crisi circa il 7% della ricchezza, a fronte, invece, per lo stesso periodo considerato, di una crescita media europea di quasi il 23%. A conti fatti, serviranno almeno altri dieci anni per il Mezzogiorno per recuperare i livelli di crescita e di reddito ante 2008. Eppure, da Roma in giù vivono quasi venti milioni di italiani e i senza lavoro sono il 50% sul totale, un numero che mette inquietudine e che avrebbe bisogno – sottolinea Alessandro Nicolò – di essere colmato con una seria programmazione che punti decisamente alla valorizzazione dei territori, in tutte le sue varianti. Forza Italia, da parte sua – termina Alessandro Nicolò – continuerà in Consiglio regionale a lavorare con trasparenza di posizione e impegno per contribuire a dare risposte ai cittadini, per evitare che l’acuire dei problemi rompa la coesione sociale e il caos politico-istituzionale indotto dal centrosinistra in Calabria non inneschino pericolose reazioni di ribellismo di cui non ne abbiamo certamente bisogno”.

CONSIGLIERE REGIONALE MARIO MAGNO

“Sono sicuro che la presenza in questi giorni di Matteo Renzi in Calabria rappresenterà l’occasione per l’ex premier di rendersi conto delle precarie condizioni in cui il suo governo e quello Gentiloni hanno lasciato la Calabria”. E’ quanto afferma il consigliere regionale on. Mario Magno che aggiunge: “Renzi ha deciso, in perfetto stile propagandistico, di attraversare la Calabria in treno. Proprio l’utilizzo di questo mezzo di trasporto permetterà al segretario del partito democratico di constatare il gap infrastrutturale esistente tra la nostra regione ed il resto del Paese. La differenza è evidente sia in riferimento alle condizioni alquanto obsolete in cui si trovano i treni locali che attraversano la linea tirrenica e quella jonica, che per quanto riguarda la carenza di corse giornaliere di Frecciargento, una sola soltanto di andata e ritorno, che collegano la Calabria con Roma. Come da me richiesto, dopo aver presentato apposito ordine del giorno in consiglio regionale, mi auguro che, in coincidenza del prossimo orario invernale di Trenitalia, venga attivata un’altra corsa di Frecciargento, sia di andata che di ritorno, che colleghi la nostra regione con la capitale”.

“Si poteva già intervenire tempestivamente – prosegue Magno – per risolvere questi problemi e non lo si è fatto. Senza dimenticare le ultime penalizzazioni del trasporto aereo a causa dei voli cancellati dalla compagnia Ryanair e del conseguente aumento del costo dei biglietti Alitalia”.

“Renzi – agiunge Magno – avrà modo di rendersi conto anche del proliferare dei cantieri che contraddistinguono l’Autostrada del Mediterraneo a pochi mesi dalla sua inaugurazione. Così non sfuggirà certamente all’ex premier lo stato di assoluto degrado e pericolosità in cui versano le strade provinciali, che spero possa percorrere, e l’assenza della necessaria sicurezza in molte scuole della Regione. L’incompiuta riforma sulle province ha generato tali disfunzioni, in quanto ha avuto quale unico scopo quello di sottrarre risorse agli Enti intermedi, generando problemi anche per la corresponsione degli stipendi ai dipendenti”.

“Sono altrettanto sicuro – aggiunge Magno – che l’ex premier si renderà conto degli ultimi dati che collocano la Calabria all’ultimo posto in Italia ed al penultimo in Europa, tra le regioni, per quanto riguarda l’occupazione giovanile. Ciò testimonia i palliativi fino ad oggi adottati, volti ad alimentare il precariato, spesso non retribuito, e l’instabilità”. “Come sono certo – precisa Magno – che Renzi constaterà di persona i conflitti perenni tra il commissario ad acta Massimo Scura ed il governatore Mario Oliverio sulla gestione della sanità in Calabria. In entrambi i casi la matrice è quella dei governi di centrosinistra, a danno esclusivo dei cittadini calabresi”. “Mi auguro – conclude l’On. Magno – che la propaganda elettorale di Renzi ceda il posto alla reale presa di coscienza delle problematiche in cui versa la nostra regione”.

MIMMO TALLINI

“Parafrasando Agatha Christie, ‘un viaggio è un viaggio, due viaggi sono una coincidenza, ma tre viaggi fanno una prova’. E la prova ci dice – afferma il consigliere regionale d’opposizione Mimmo Tallini – che  Renzi, saltando anche in questo viaggio  il capoluogo della Calabria, ha paura di Catanzaro.  Decisamente non sbaglia, visto il fallimento del Pd in città, ma c’è da domandarsi se  un politico che ha l’ambizione di governare il Paese possa fare sosta (senza alcuna ragione plausibile!)  persino in una località prossima a Catanzaro e, al tempo stesso, disdegnare smaccatamente il capoluogo di una regione. Queste scelte – sottolinea Tallini –  svelano non solo miopia politica, ma anche una certa dose di cattivo gusto che, francamente, lascia perplessi. Per la Calabria, poi,  sempre più emarginata dai governi Renzi-Gentiloni, quest’altro viaggio del leader del Pd è un’altra presa in giro.  Non c’è popolo ad accoglierlo, come si evince dalle immagini, segno che Renzi non suscita appeal né emozioni, mentre i pendolari calabresi che ogni giorno imprecano contro le inefficienze dei treni, si guardano bene dal credere ai suoi ‘state sereni’ per i quali è universalmente noto”.

Ripepi (FDI-AN): Renzi a Reggio sfugge il confronto e il PD continua la “saga delle vacche di Fanfani”

 Oggi possiamo ufficialmente decretare la morte della democrazia. Di democratico è rimasto solo il nome di un partito che qui, a Reggio Calabria, sta lasciando dietro di sé terra bruciata. Avremmo tanto voluto dire la nostra a Matteo Renzi che oggi con il suo “Destinazione Italia” ha fatto tappa per pochi minuti nella nostra stazione, giusto il tempo di un paio di salamelecchi facendo finta che fuori, oltre le mura della stazione, non ci fosse nessuno. Noi di Fratelli d’Italia lo attendevamo all’entrata principale ma la cortina di sicurezza ha impedito di avvicinarsi ai treni: di cosa hanno paura lui e i suoi cortigiani? Li aspettavamo, con le mani alzate su ordine di Polizia e Carabinieri (che egregiamente svolgevano il loro lavoro e rispondevano a degli ordini). Pacifici, “armati” di bandiere e di domande, soprattutto domande sulla politica fallimentare piddina riproposta in chiave locale qui in riva allo Stretto. In stazione, stamattina, erano ammessi solo quelli muniti di tessera del PD: gli altri tutti fuori,  cittadini di serie B che, a quanto pare, non meritano risposte e possono continuare benissimo a subire il mesto destino di colonia sfruttata come bacino elettorale e nulla più. Una terra a cui è stata tolta anche la dignità del confronto e la possibilità di far sentire il dissenso.

Avremmo voluto ricordare al “beniamino” Renzi che era stato proprio lui a dirci nell’aprile 2016, firmando i Patti per il Sud al cospetto dei Bronzi, che “dobbiamo impegnarci per creare collegamenti a questo Museo e le strutture necessarie per incrementare i visitatori”, mentre i fatti lo smentiscono spudoratamente non è il suo Governo che ha deliberato strategico l’Aeroporto Firenze Pisa e declassato quello dello Stretto cioè di Reggio e Messina a scalo nazionale con i risultati oggi sotto gli occhi di tutti ? Non è lui che è venuto alle Omeca promettendo mari e monti e poi le ha vendute ai giapponesi ?

Avremmo voluto ricordare a Renzi (lui che aveva detto che “siamo in prima fila con i giudici e con le forze dell’ordine per sconfiggere ogni forma di criminalità”) che la presenza dello Stato, efficace contro il malaffare, la si mantiene anche con delle strutture come l’Agenzia dei Beni Confiscati, declassata e diventata di second’ordine, nel totale silenzio di chi, anziché lottare e “battere i pugni sul tavolo” in difesa del territorio, ha piegato la schiena. Non ci piace questa politica tutta slogan, promesse e niente sostanza, che nel caso reggino ha visto un partito, il PD, farsi una guerra intestina sulla pelle dei cittadini: un sindaco impegnato in una campagna referendaria, giusto dieci mesi fa, che gli aveva fatto sperare di arrivare ai piani alti mentre la giunta era stata azzerata e la città era priva di azione politica, una guida scialba anche dopo la nomina dei nuovi assessori ed una nuova guerra tra Falcomatà e Marcianò per meri interessi carrieristici. Oggi la stessa Angela Marcianò era alla stazione per consegnare il suo documento programmatico per la regione. Quale è lo spessore e la competenza della Marcianò ? Forse molta visibilità ! Non si può continuare a mandare avanti persone che non hanno ne arte e parte come lo stesso Renzi se non una dialettica da guitto. Noi volevamo dire al segretario nazionale del PD come lo diciamo ai suoi rappresentanti territoriali che se oggi lo si vuole il PD che governa l’Italia può risolvere la situazione di Reggio e della Calabria colmando il grande gap economico che ci vede ultima regione e ultima città metropolitana d’Italia per esempio facendo insediare nella nostra città metropolitana aziende che di fatto sono di proprietà dello Stato essendo partecipate dalla cassa depositi e prestiti.

Solo i vigliacchi si sottraggono al giudizio degli elettori e preferiscono le porte secondarie e gli escamotage per salvare la reputazione. Oggi, oltre alla morte della democrazia e del sano confronto, ci è stata data una dura lezione di vigliaccheria. Prima o poi bisognerà che i responsabili ne diano conto ai reggini e a tutti: nel frattempo il caro Renzi continui pure a muoversi nelle ombre.

Dott. Massimo Ripepi, Consigliere Comunale Fratelli d’Italia AN

JOLE SANTELLI (FORZA ITALIA)

“Solitamente i marziani usano la navicella spaziale per spostarsi, Matteo
Renzi ha deciso invece di scendere nel mondo reale attraverso un mezzo
diverso, il treno, con cui sta attraversando la Calabria per certificare
tutte le promesse fatte dal suo governo e disattese”

Così Jole Santelli, coordinatore regionale di Forza Italia, commenta
ironicamente il tour del segretario del PD.

“In una terra in cui le promesse mancate superano lungamente le risposte,
Renzi cerca di smacchiarsi e svestirsi dai panni di “restauratore”. Un
tentativo, anche attraverso delle scelte politiche di partito che inseguono
i grillini (come il caso Visco con cui il PD voleva cercare un capro
espiatorio ai disastri causati), di recuperare quella verginità politica
prematuramente scomparsa dietro un’arrogante e vuota annuncite, che la
realtà si è puntualmente ogni volta incaricata di smentire nei fatti.

Abbiamo deciso di approcciarci, questa volta, al Renzi viaggiatore con la
satira, visto che il segretario PD non considera reali i problemi di una
regione come la nostra, ostaggio di un governo in linea con quello
nazionale ma troppo impegnato in lotte intestine per accorgersi di essere
stato eletto da tre anni.

Abbiamo cercato di raffigurare attraverso delle vignette il Renzi
post-rottamatore. Ed abbiamo deciso di farlo attraverso i social, insieme
al nostro movimento giovanile, per rivolgerci a quella fascia più
digitalizzata, quella dei giovani, con cui Matteo Renzi non è mai riuscito
a dialogare, considerandola solo terra elettorale da conquistare attraverso
bonus e mance, mortificandone il futuro.

Renzi sceglie di venire in Calabria attraverso il suo treno magnifico,
assai diverso da quelli su cui i calabresi viaggiano, in fondo alle
classifiche europee in termini di servizi e confort. Conviene ricordare
proprio l’azione del Governo Renzi sul punto, che nel 2016, nel contratto
di programma RFI-MIT, stanziava 9 Miliardi di nuovi investimenti per
l’ammodernamento dell’infrastruttura ferroviaria di cui solo 400 milioni
per il Mezzogiorno, al quale sono stati contemporaneamente definanziati 370
milioni di ex FAS che erano destinati all’adeguamento della rete
ferroviaria meridionale.

D’altronde non poteva scegliere altro mezzo, data l’incapacità delle
politichr governative sull’aereoporto crotonese e visto che l’autostrada di
cui il segretario PD si vanta di aver inaugurato in realtà non solo non è
mai stata completata ma necessita, in larghi tratti, di interventi di
rifacimento necessari a garantire la sicurezza degli automobilisti che nel
project review dell’Anas, voluto dal ministro Del Rio, sono stati
sostituiti da interventi di manutenzione assolutamente non bastevoli.
Insomma, A3 – colpito e affondato. Questa la battaglia navale del
segretario PD sulla pelle dei Calabresi.

Una cosa però è certa. Nel ‘treno dei desideri’ di Renzi v’è a bordo tutta
la nomenklatura politica che ha mortificato le potenzialità e la libertà
della nostra Regione. Che ‘destinazione’ può mai avere questo treno sulla
base dei percorsi dei passeggeri? Noi vogliamo permettere invece all’altra
Calabria, quella che vuole correre, di avere la meglio.

ENZA BRUNO BOSSIO (PD)

Una due giorni attraversando la Calabria, per ascoltare le esigenze dei territori e per incontrare quelle eccellenze presenti sul territorio da sostenere e valorizzare. Si è concluso questa mattina con la visita al Santuario di Paola il viaggio in Calabria di “Destinazione Italia”, il tour di ascolto del segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi.
Soddisfazione per la due giorni è stata espressa da Enza Bruno Bossio, deputata calabrese del Partito Democratico, anche lei in viaggio insieme al segretario Renzi. Durante la due giorni, inoltre, il viaggio è stato l’occasione perché attraverso più incontri svoltisi sul treno in corsa, la deputazione calabrese e il presidente Oliverio hanno avuto modo non soltanto di fare un bilancio delle politiche che il governo nazionale e la Regione hanno messo in campo, ma hanno tratteggiato gli impegni per un’accelerazione delle azioni attuative affinché i segni di ripresa che la Calabria già oggi sta registrando possano irreversibilmente consolidarsi.
“In questo viaggio calabrese – spiega Enza Bruno Bossio – il #TrenoPD ha incontrato la Calabria migliore. Molto è stato fatto in questi mesi da Oliverio, Renzi e Gentiloni. Ovviamente, c’è ancora tanto da fare: infrastrutture e alta velocità sono ancora una priorità per una Calabria meno periferica. Il viaggio non ha evidenziato solo criticità sociali ed infrastrutturali, ma è stato un’opportunità affinché Renzi potesse incontrare esperienze e testimonianze di una Calabria che ha tanto da dare all’Italia intera.
Ripartiamo da qui, ripartiamo dai territori e dalle certezze di una terra ricca di bellezze e di una straordinaria umanità”.

DEMETRIO BATTAGLIA

Renzi ha tentato di visitare la Calabria fermandosi un giorno e mezzo. In realtà ha visto poco e, forse, ha capito ancora meno. Il treno non è il mezzo più adatto per girare un territorio complesso e complicato come la nostra terra. Un altro toscano, tanti e tanti anni fa, girò la Calabria per capirne a fondo la sofferenza e dare risposte. In un paio di giorni, in auto, la percorse in lungo e in largo, poi torno a Roma e fece adottare subito una serie di provvedimenti di breve e medio periodo che impattarono positivamente sulla nostra regione. Trovò anche il tempo e il modo di licenziare qualche alto burocrate a causa di una mucca con un corno particolare che incontrò ripetutamente sul suo cammino. L’altro toscano era Amintore Fanfani, un brevilineo e non un logilineo come Renzi. E, secondo la teoria scientifica sviluppata da Fanfani in uno dei suoi volumi di economia, solo i brevilinei hanno la capacità e la dinamicità di governare positivamente le crisi di un paese. Non è colpa di Renzi e dei suoi consulenti, se vogliamo condividere la teoria dell’ex segretario della DC, il deficit di presenza, di apprendimento e di soluzioni ai problemi, ma della sua struttura corporea. Scostandoci dalla teorie del brevilineo di Arezzo, troppo ad usum delphini, ritengo che ci sia invece un problema di format che dovrebbe essere modificato. Non se ne capisce bene la finalità, al netto della campagna elettorale che si avvicina. Renzi deve fare una scelta netta nel suo percorso ferroviario. Vuole rivitalizzare e creare entusiasmo tra iscritti e simpatizzanti per farli diventare il motore elettorale di febbraio?  Allora dedichi tempo e discuta con loro, avrebbero tante storie da raccontare e tanti problemi del territorio da sottoporre. Renzi, invece, vuole incontrare realtà e pezzi di società non collegati direttamente al partito?  Lo faccia senza infingimenti e senza usare paracadute. Il rischio reale, senza una scelta netta, è di farsi vedere in giro con gruppi dirigenti ristretti che, in alcuni momenti, danno la sensazione di isolare il segretario dagli iscritti, dai simpatizzanti e dalla società. La sua presenza è stata utile per riannodare un legame con la Calabria che poteva apparire sciolto e per responsabilizzare sempre più un partito che ha necessità di calarsi con forza nei problemi della società per risponderne alle attese, sapendo che l’ asticella delle attese nei confronti del PD è sempre più alta.  La visita di Renzi, comunque positiva, avrà la forza di espandersi se, nei prossimi giorni, il treno del PD calabrese avrà l’energia politica sufficiente per camminare al passo con la società.

Demetrio Battaglia – Deputato PD

ENZO BRUNO

La visita del segretario nazionale del Partito democratico Matteo Renzi in Calabria e a Catanzaro è stata una importante occasione per mettere insieme il popolo democratico – militanti, simpatizzanti, dirigenti – e la gente comune che lavora con impegno ogni giorno per cambiare in meglio questa regione. Il tour del segretario Renzi, che era accompagnato dal segretario regionale Ernesto Magorno e dal presidente della Regione Mario Oliverio, ha fatto tappa anche alla stazione di Catanzaro Lido, lungo un tragitto che ha permesso di verificare le tante opere pubbliche messe in campo grazie ai finanziamenti stanziati dal suo Governo, a partire dall’ammodernamento della linea ferroviaria Jonica, già partiti, con 40 milioni di euro di lavori già ultimati.

Il Popolo democratico della provincia di Catanzaro, quindi, ringrazia il segretario Renzi per aver scelto il Capoluogo di Regione come tappa di una iniziativa che è mirata a costruire un percorso programmatico incisivo per il futuro del Paese, puntando sulla Calabria. Proprio a Catanzaro il segretario nazionale ha preso importanti impegni da realizzare nella nuova legislatura a sostegno dello sviluppo infrastrutturale della regione. Renzi è consapevole di trovarsi davanti ad una terra che ci prova, con il turismo, con la lotta al caporalato, allo sfruttamento e alla ‘ndrangheta e ci darà una mano per compiere quel passo in avanti necessario per un reale salto di qualità. Ha riconosciuto a Catanzaro il ruolo politico e amministrativo centrale che merita, valorizzando il Pd calabrese che vuole essere protagonista per il rilancio economico e culturale di questa parte fondamentale del Paese.

Enzo Bruno, presidente provincia Catanzaro