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TAURIANOVA (RC), VENERDì 26 APRILE 2024

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Tirocinanti della giustizia, Ferrara (M5S) avverte “La Commissione europea vigilerà su eventuali abusi su FSE”. Nella risposta all’europarlamentare si rimarca la normativa Ue sulla tutela del lavoratore

Tirocinanti della giustizia, Ferrara (M5S) avverte “La Commissione europea vigilerà su eventuali abusi su FSE”. Nella risposta all’europarlamentare si rimarca la normativa Ue sulla tutela del lavoratore
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«Sui tirocinanti della giustizia, quelli finanziati con il Fondo Sociale
europeo, Bruxelles chiederà all’Italia maggiori informazioni al fine di
evitare abusi ed usi impropri dei fondi europei da parte delle Regioni». Lo
annuncia Laura Ferrara, l’eurodeputata del MoVimento 5 stelle che sulla
questione aveva interrogato la Commissione europea. «La risposta della
Commissione fa ben sperare rispetto all’uso illegittimo delle risorse del
Fondo Sociale europeo nell’ambito delle politiche attive del lavoro per
finanziare i tirocini formativi negli uffici Giudiziari. Migliaia di stage
autorizzati in tutta Italia dal Ministero della Giustizia tramite
convenzioni con le Regioni – spiega la Ferrara – rivolti sempre alle stesse
persone, che quindi sono ormai formate per svolgere quella determinata
mansione. Dal 2011, proroga dopo proroga, quello che doveva essere una
stage formativo, la cui durata massima è prevista dalla legge per non oltre
12 mesi, diventa per migliaia di italiani l’ennesima gabbia precaria che
cela un rapporto lavorativo a tutti gli effetti. La Commissione, venuta a
conoscenza di questa situazione tramite la mia interrogazione, seguirà gli
sviluppi della vicenda tramite meccanismi consolidati, quali i riesami del
comitato per l’occupazione e il semestre europeo. Ho portato all’attenzione
della Commissione come questi tirocini continuino ad essere rinnovati in
netto contrasto con quanto previsto dalla normativa europea in materia di
lotta al precariato. La Commissione nella sua risposta conferma come “la
clausola 4 dell’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato enuncia il
principio di non discriminazione tra lavoratori a tempo determinato e
lavoratori a tempo indeterminato nel rispetto delle condizioni di impiego.
Secondo la clausola 5 gli Stati membri devono inoltre porre in atto misure
di prevenzione degli abusi dei contratti a tempo determinato. Qualora i
tirocinanti in questione siano di fatto lavoratori regolari, è possibile
segnalare eventuali prassi non conformi tramite gli opportuni meccanismi di
ricorso disponibili a livello nazionale, tra cui l’azione legale”. Non vi è
dubbio alcuno, dunque, che finora con la complicità del Ministero e delle
Regioni, in Italia si sia portata avanti una pratica dalla dubbia
legittimità. È notizia di questi giorni – aggiunge la Ferrara – che il
ministero del Lavoro inserisce per la prima volta i tirocini tra gli ambiti
principali di intervento per l’attività di vigilanza dell’Ispettorato
nazionale del lavoro per l’anno 2018. Mi auguro che questo monitoraggio sia
esteso anche alle amministrazioni pubbliche, in cui la pratica di
mascherare con gli stage veri e propri rapporti lavorativi, senza alcuna
tutela, è largamente diffusa».