In riferimento al Bando per Eventi Culturali, di cui sono stati diffusi gli
importi finanziati e le graduatorie dei progetti approvati per il triennio
2017/2019, interviene il promoter e produttore Ruggero Pegna, amministratore
e direttore tecnico-artistico della Show Net srl, società organizzatrice del
prestigioso e ultratrentennale Festival “Fatti di Musica”, socio-fondatore
e tre volte dirigente nazionale di Assomusica (associazione italiana
produttori e organizzatori) e membro della Consulta Ministeriale per lo
Spettacolo dal 2012 al 2016, che ha inviato una lettera pubblica
direttamente al Presidente della Giunta Regione della Calabria, Mario
Oliverio.
“Ill.mo Presidente On. Oliverio,
facendo seguito al mio intervento nell’Assemblea che Lei ha tenuto presso la
Cittadella Regionale a proposito del bando relativo ai festival, alle Sue
assicurazioni di approfondimento e, possibilmente, soluzione bonaria
dell’ingiustificato dimezzamento del contributo alle Imprese (in quanto
tali), per i festival di fascia A (da 200.000 a 110.000 euro, pari a 270.000
euro di riduzione in tre anni), che peraltro ha danneggiato esclusivamente
il sottoscritto e la mia società, e a seguito della pubblicazione degli
importi apparsa sulla stampa, constato che non si sono volute prendere in
considerazione le molteplici ragioni contenute nell’Istanza al Tar,
nell’intervento “ad adiuvandum” di Assomusica ed in successivi interventi,
nonostante si tratti del progetto con i più alti costi, il programma più
ricco, con internazionalità reale e di grande risonanza, col più alto
coefficiente di cofinanziamento (pari a oltre l’80% dei costi), realizzato
dalla più storica e ultratrentennale impresa regionale del settore (artefice
dell’avvento dei grandi eventi e festival in Calabria).
Rispetto a tale atteggiamento gravissimo e ingiustificato, che lancia
peraltro il segnale politico anacronistico, in disprezzo ad ogni indicazione
politica nazionale, europea e internazionale, che in Calabria (regione col
più alto tasso di disoccupazione d’Europa e di assenza di Imprese) le
Imprese sono perfino discriminate dalla Pubblica Amministrazione,
indirizzando i giovani su forme associative che godono di meccanismi di
elusione, privilegi, facilitazioni, non pagando tasse e tutti gli oneri
previsti per le imprese, confermo la prosecuzione di ogni azione possibile
per il ripristino dei più elementari concetti di legalità, della mia dignità
professionale e di rispetto della libera concorrenza, peraltro valutando
anche ogni azione per il risarcimento degli ingenti danni psicofisici
personali e materiali all’attività d’Impresa.
Nel merito del Suo intervento nella predetta assemblea, confermando
l’apprezzamento per il forte segnale dato in direzione di un forte
investimento in Cultura e per l’edizione triennale del finanziamento (seppur
personalmente convinto che oltre alla “polverizzazione” in decine di piccoli
progetti sarebbe importante una specifica azione per uno, due grandi
festival/eventi televisivi da almeno un milione di euro ciascuno), ribadisco
quanto già verbalmente e sinteticamente espresso:
E’ molto grave, nella Regione più povera d’Italia, dove le Imprese hanno
difficoltà a crescere e consolidarsi, dove c’è il tasso di disoccupazione
più alto d’Europa, lanciare un segnale di “punizione” verso quei giovani e
quelle persone che, nel rispetto di ogni norma e legge dell’ordinamento
giuridico fiscale italiano, decidono di creare e portare avanti la propria
attività nel modo più corretto, sano e redditizio per il Paese, cioè
costituendo un’Impresa.
E’ molto grave che vengano penalizzati, con grave alterazione del mercato, i
soggetti che pagano ogni tassa, ogni tributo, ogni onere e che producono
professionalmente occupazione. Penalizzazione a vantaggio di soggetti che,
costituendo associazioni, non solo godono di privilegi, meccanismi di
elusione e facilitazioni, ma che, paradossalmente, verrebbero perfino
premiati dall’azione politica.
E’ molto grave lanciare il messaggio che creare un’impresa sia penalizzante
rispetto a forme giuridico fiscali semplificate, che in realtà dovrebbero
costituirsi solo per attività di poche migliaia di euro, come preparazione
ad un’attività d’impresa, senza mai trasformarsi in imprese camuffate (per
le quali auspico un serio intervento della Guardia di Finanza e degli
Organismi di Controllo).
E’ molto grave che la Regione Calabria cammini in direzione opposta ad ogni
strategia e indicazione di crescita e sviluppo internazionali, europee e
nazionali, violando perfino i più elementari principi di libera concorrenza.
E’ molto grave discriminare e umiliare i veri ultratrentennali protagonisti
della scena culturale calabrese, autentici pionieri del settore quando non
esisteva alcun sostegno pubblico, capaci di creare un modello di impresa
culturale stimato e apprezzato a livello nazionale, capaci di introdurre la
Regione nei più importanti circuiti dello spettacolo e della Cultura.
Operatori, come il sottoscritto, che hanno pensato, innanzitutto, che
operare anche in questo settore significasse muoversi nell’alveo dell’onestà
e della legalità, ovvero, innanzitutto, rispettando i criteri basilari per
potere operare su scala di importanti importi finanziari, cioè costituendo
un’impresa, come detta la giurisprudenza del nostro Paese e dell’Europa
intera.
E’ molto grave che, nel momento in cui l’azione politica vuole dimostrare un
forte investimento in Cultura, aumentando di svariati milioni di euro il
budget disponibile a copertura di ogni evento ammesso, si voglia danneggiare
il principale operatore regionale del settore (come attestano
inequivocabilmente curriculum, storia e bilanci) per poche decine di
migliaia di euro (però importantissime per un’impresa). Peraltro in presenza
del più costoso, ricco e qualitativamente superiore progetto, tra tutti
quelli ammessi, che ha, paradossalmente, anche il più alto coefficiente di
cofinanziamento, pari ad oltre l’80%! Cioè un soggetto capace di
moltiplicare enne volte l’investimento di danaro pubblico (criterio che
dovrebbe aumentarne la premialità).
Infine, oltre che grave, è anche ridicolo che, in Sua presenza, un
funzionario dell’Ufficio Cultura, a cui Lei si è rivolto pubblicamente per
ricevere spiegazioni, abbia spudoratamente dichiarato di averlo copiato dal
Friuli Venezia Giulia, immaginando anche il Suo sicuro imbarazzo
nell’ascoltare una simile affermazione. Funzionari che, evidentemente, non
si rendono conto neppure della palese contraddizione e violazione dei
diritti di un cittadino e di un’impresa, nell’affermare che gli utili
debbano essere reinvestiti nella stessa attività, in quanto le modalità
dello specifico bando non prevedono che i progetti possano avere utili,
pagando il contributo solo a conguaglio dei costi. Ogni ingerenza nelle
altre attività svolte dall’impresa, al di fuori del progetto ammesso a
finanziamento, è illogica ed evidentemente faziosa e strumentale o, forse,
frutto semplicemente d’ignoranza amministrativa.
Certo che potrei scrivere molto altro in termini anche strettamente
giuridici, per i quali rimando alla lettura degli atti trasmessi al Tar, ed
evitando qualsiasi giudizio che da esperto e conoscitore del settore potrei
dare in merito alla graduatoria, semplicemente per il fatto che non sono
abituato culturalmente ad assumere atteggiamenti lesivi di interessi altrui,
mi attendo una risposta coerente al suo corretto indirizzo politico,
premiante per chi investe e produce e non certamente penalizzate e
discriminatorio senza alcuna ragione, se non di anacronistica, superata e
oggi ridicola lotta contro l’imprenditore (cittadino con partita iva e
accollo di ogni tassa), cioè il vero soggetto che produce anche occupazione
e reddito per un largo indotto e per l’intero Paese.
In attesa di un gentile riscontro, porgo cari saluti.
Ruggero Pegna
l.r. Show Net srl