VIBO VALENTIA – Un’indagine lampo che ha portato all’arresto di una persona, con l’accusa di duplice tentato omicidio, porto di armi in luogo pubblico e danneggiamento. Gli inquirenti lo avevano fatto capire fin da subito che erano sulle tracce di colui che mercoledì scorso aveva compiuto un agguato a San Gregorio d’Ippona.
E’ così finito in carcere Francesco Gasparro, 46 anni, del luogo. Per i militari dell’Arma è stato lui, intorno alle 17 del 15 febbraio ad attentare alla vita dei fratelli Egidio e Domenico Grande. E sono stati proprio questi ultimi a fornire agli inquirenti tutti gli elementi che hanno portato all’individuazione del presunto responsabile che ha aperto il fuoco dapprima contro Domenico, in quel momento a bordo della sua auto.
Lui è riuscito a sottrarsi alla pioggia di proiettili innestando la retromarcia ma non aveva fatto in tempo a scoprire l’identità del suo attentatore. Una volta arrivato a casa aveva appreso dalla compagna che “Gasparro aveva danneggiato a colpi di pistola anche la sua vettura e che lo stesso aveva fatto con il cognato”. E infatti, quasi la medesima scena si era ripetuta appena 30 minuti più tardi quando a sottrarsi alla morte era stato il fratello Egidio. Anche lui si trovava a bordo della sua auto nel momento in cui aveva visto l’individuo danneggiare il veicolo della cognata e poi puntargli contro la pistola ed esplodere i colpi in rapida successione. A differenza del fratello, però, quest’ultimo, prima di darsi alla fuga e recarsi a carabinieri, era riuscito a riconoscere in Gasparro la persona che impugnava l’arma: “Quando ha sparato, io ero rivolto verso di lui con la parte anteriore dell’auto e per evitare di essere colpito ho prima indietreggiato per poi girare la macchina in direzione contraria, il tutto mentre Gasparro continuava a spararmi. Aveva una tuta di colore grigio”.
È questo uno dei passi dell’ordinanza a firma del gip Gabriella Lupoli, notificata ieri all’indagato assistito dall’avvocato Giuseppe Di Renzo. Erano quindi scattate le indagini dei carabinieri che si erano concluse in poco tempo nell’individuazione del presunto responsabile, anche in virtù della visione dei filmati delle telecamere di sicurezza installate nei vari punti del paese. Resta ancora da trovare la pistola, mentre inutili si sono rivelati i tentativi di Gasparro di fornire una versione alternativa. Ancora da definire con certezza il movente dell’agguato che al momento viene fatto risalire ai contrasti esistenti tra l’arrestato e le parti offese.