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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 28 MARZO 2024

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Taurianova, Scionti, “Noi non saremo mai i maggiordomi di Salvini, ma terroni con grande dignità” Ieri sera l'apertura dei comizi dell'ex sindaco che si ricandida a guidare la città con la coalizione "Taurianova Futura"

Taurianova, Scionti, “Noi non saremo mai i maggiordomi di Salvini, ma terroni con grande dignità” Ieri sera l'apertura dei comizi dell'ex sindaco che si ricandida a guidare la città con la coalizione "Taurianova Futura"

Sulle note di una canzone degli Stadio che parla dello scorrere inesorabile del tempo, nella sua lenta corsa che fa parte di questa cosa che si chiama vita e “dall’altra parte dell’età”. Ma quale età ci aspetta dopo il 20 e il 21 settembre?
Ieri sera il primo comizio con le norme anti Covid è stato quello dell’ex sindaco (sfiduciato e uscente), Fabio Scionti. Dopo le varie presentazioni di questi giorni, si è dato inizio alla vera e propria campagna elettorale che terminerà nella mezzanotte del 18 settembre. C’era il pubblico delle grandi occasioni, la gente è rimasta ad ascoltare quei 50 minuti nei quali sono intervenuti a “rompere il ghiaccio” due dei diversi giovani candidati nelle “sole” due liste del candidato a sindaco, parla per primo Bruno Parrone e Noemi Asciutto i quali affrontano alcune tematiche di interesse umano e professionale, per poi cedere la parola a Fabio Scionti il quale (senza musica), ha ribadito diverse volte che la coalizione “Taurianova Futura” è “per riprendere il cammino interrotto” a dicembre. Ricordiamo che Scionti fu sfiduciato il 4 dicembre scorso da alcuni suoi consiglieri di maggioranza, tra i quali l’attuale candidato a sindaco Daniele Prestileo e il candidato consigliere Filippo Lazzaro, insieme a (quasi) tutta la minoranza. Lo stesso ribadisce fortemente che “il seme della speranza e del cambiamento era germinato e non sarebbero stati 9 o 10 facitori di congiure di palazzo a soffocarlo”. Al di là dei “facitori” il quale non spiega se sono quelli del Boccaccio, del Pascoli o del Tasso, Scionti prosegue nel suo discorso dicendo che nell’ultima sindaca tura c’erano tante ragioni per dire basta, visto tutto quello che l’aveva caratterizzata, ma lui “non ha detto basta neanche dopo la notte del 4 settembre del 2017 e dopo le lettere che hanno cambiato la mia vita e quella dei miei famigliari”. Scionti rassicura che il suo modo di essere distaccato ma ciò è dipeso da quello che gli era accaduto. Scionti difende la sua amministrazione per le tante cose fatte e che anziché “fare quadrato intorno al sindaco”, la politica ha “dimostrato indifferenze e dissenso negli angoli di ville e di piazze e non nelle sedi deputate della politica”. Ed è per questo che ha deciso di non dire di no, perché l’avrebbe preso come un fallimento.
Scionti difende anche la città dicendo che era “pulita” e pure “ben amministrata”. Scionti affronta la questione della sua ricandidatura in quanto “non si sarebbe mai perdonato di aver messo la testa sotto la sabbia e nel frattempo non aver fatto nulla per evitare che potesse andare ad amministrare quel simbolo di partito con una storia fatta di insulti, volgarità e giudizi negativi verso la nostra amata terra” e “noi e non saremo mai maggiordomi di questo politico (…), sì terroni, ma con una grande dignità”. Il riferimento è chiaramente alla Lega di Salvini rappresentata dall’ex sindaco Roy Biasi anch’esso candidato a sindaco.
Fabio Scionti, “Taurianova Cambia” voleva “porre un argine all’utilitarismo, nepotismo e improvvisazione e una crescita nel rispetto delle regole”. Contro chi predicava bene e razzolava male, ma nei fatti avevano “interesse personali legati all’ostentazione di pennacchi alla pratica di clientele e favoritismi”. E poi “I nemici di Taurianova Cambia sono stati e restano i veri nemici del futuro della nostra città, sono gli stessi che hanno decretato la chiusura anticipata della consiliatura, dopo aver dato ipocrite lezioni di moralismo entrando in consiglio comunale (…)”, il riferimento è chiaro nei confronti di Daniele Prestileo in quanto surrogato dopo le dimissioni di due consiglieri comunali e continua dicendo sono coloro i quali in questa campagna elettorale hanno detto “io sono coerente (…), sinistra, destra, palla al centro e l’unica vero momento di coesione di questi personaggi è stato l’opposizione tout court all’amministrazione, personaggi in cerca d’autore (…) personaggi che hanno creato disgrazie di questa città”. Sottolineando il fatto che l’ex sindaco Emilio Argiroffi aveva lasciato un bilancio in attivo e quando poi nel 2007 arrivò Mimmo Romeo trovò un ente indebitato il quale ha dovuto dichiarare il pre-dissesto finanziario. Scionti si chiede chi ha creato questo dissesto, tra debiti e mutui ancora da pagare, nei fatti senza citare il nome il riferimento è per Roy Biasi sindaco di Taurianova dal 1997 al 2007.
Scionti di sera, parlando ancora di “cielo sempre più blu” i valori ritornano pensando al futuro in quanto tra Taurianova Cambia e Taurianova Futura c’è “un legame indissolubile”. “Noi siamo stati al servizio di tutti i cittadini per quattro anni e ancora vorremmo esserlo”. Taurianova Futura nasce “per riprendere un programma di crescita, realizzare quello che era stato progettato, per riprendere le altre in corso di programmazione, per la professionalizzazione e risanamento di bilancio (…) e non sui valori illusori di artefatte immagini di baldanze e prestanza fisica legate al mero narcisismo (…)”. Rimarca ancora le cinque aree di intervento delle le “cinque p” proposte nell’agenda 2030, dove si fonda il programma di Taurianova Futura”, Persona, Pace, Prosperità, Pianeta e Partnership.
Fabio Scionti poi fa una serie di questioni affrontare nel suo quadriennio di amministrazione, tra servizi sociali, alloggi popolari ed altro ancora come festival del torrone. Rimarcando fortemente la sua idea di far rimanere la Consulta delle associazioni all’interno dello Statuto comunale, diversamente dalla proposta di Biasi il quale vorrebbe toglierla.
Un passaggio sulle frazioni e su quanto ha fatto tra metanizzazione, palestra, illuminazione. Scionti critica chi “offre posti di lavoro in campagna elettorale come se la casa comunale fosse un centro per l’impiego”, riferendosi discorsi “che sembrano da un “noto personaggio televisivo”.
Scionti nella sua chiusura afferma che “noi non siamo abituati ad avere un padrone e non chiameremo mai un nostro rappresentante politico, capitano”.
Fabio Scionti chiude il suo comizio citando le frasi della canzone la quale sembra essere l’inno di queste ultime due settimane che restano di campagna elettorale prima del voto. Nella speranza che Gaetano Curreri la prenda bene (ma ho i miei dubbi…).
(GiLar)