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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

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Taurianova, il trasformismo ai tempi del sindaco Scionti Storie dei "voltagabbana" nel paese pianigiano. Un "vizietto" italico ma anche nostrano

Taurianova, il trasformismo ai tempi del sindaco Scionti Storie dei "voltagabbana" nel paese pianigiano. Un "vizietto" italico ma anche nostrano
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TAURIANOVA – «Italiani, popolo di eroi, di santi, di poeti, di artisti, di navigatori, di colonizzatori, di trasmigratori» ma anche di voltagabbana. Bisogna scomodare il “buonanima” e un suo roboante discorso, quello del ’35 pronunciato contro la condanna dell’Italia avvenuta per mano della Società delle Nazioni, causa aggressione all’Etiopia, per raccontare gli italiani e la personalità volitiva del loro carattere. Eppure quel sostantivo in più va a descrivere un’altra strana abitudine, o particolare inclinazione degli italiani a cambiare bandiera quando le cose si mettono male saltando sul carro dei vincitori.

Un “vizietto” impresso nel Dna delle genti italiche e di cui lo stesso ne pagò le conseguenze in quel lontano 25 luglio. Passati gli anni, chiuso un secolo ed entrati nel nuovo millennio, quel malcostume ha attecchito in modo formidabile nella politica post ideologica italiana. Come dimenticare l’homus Dini, l’homus Scilipoti o lo spumeggiante homus Razzi? Tanti i cambi di casacca, tante le banderuole in questi ultimi anni, tante le legislature segnate dalla “transumanza”, dal “salto del fosso” o “della quaglia”, sport preferito di molti politici italiani di varia appartenenza. L’ultima legislatura, la XVII, ne è un esempio classico. Di giravolte, di valzer, fino a questo momento se ne contano più di 400. Un fenomeno, quello dei voltafaccia, che interessa l’intero stivale. E se nella politica nazionale oramai è una costante, un tratto definito, quella locale non è da meno. Regionale, provinciale, municipale i record si spendono. E con le dovute proporzioni e le dovute riserve, “se l’Italia piange, Taurianova non ride”.

Nel paese pianigiano, nella consiliatura che si è aperta nel 2015, il fenomeno è stato abbracciato a pieno con la soddisfazione di aver raggiunto già dei piccoli record, dentro e fuori dal palazzo. Su 16 consiglieri, nel giro di quasi un anno e mezzo, i cambi in corsa sono stati cinque. Con un consigliere, che pur restando nei banchi dell’opposizione, mantiene una linea pro-maggioranza che nella sua logica dovrebbe fare da sprono, da stimolo, ad un’amministrazione un po’ distratta su tante tematiche sociali e non solo. Una sorta di “supereroe” della Marvel che, al bisogno, si trasforma in difensore dei più deboli. Sì, perché a Taurianova il sindaco, colpito da un grave attentato, da contrastare in ogni forma per la sua violenza intimidatoria mafiosa, non lo esonera però da critiche per il suo operare politico-amministrativo nel rispetto e nei limiti della libera dialettica tra organi democratici, dove la stampa, come in altri casi, ricopre un ruolo fondamentale per la formazione del libero pensiero nella pubblica opinione.

Ebbene, il primo cittadino che si vanta di non essere un esperto della politica, o come piace a lui ribadire «mestierante» di quella «politica dei professionisti»che tanto detesta, in questo scorcio di sindacatura è stato colpito da una tempesta politica destabilizzante portandolo a perdere consiglieri e maggioranza. Un’emorragia tamponata in vari modi ma scatenata da una serie di “defaillance” politiche. A cominciare il giro dei valzer è stata Marianna Versace che dai banchi della maggioranza è scivolata nella trincea della minoranza rinfoltendo le fila degli “Innamorati” di Roy Biasi, abbandonati a loro volta per le bandiere azzurre di Forza Italia. Poi è arrivato il turno dei consiglieri Filippo Lazzaro e Stella Morabito. Entrambi hanno sbattuto la porta in faccia al sindaco creando il panico nella maggioranza spingendo i suoi adepti a mettere a punto un piano “anti-caduta”. Tra questi il soccorso salva amministrazione del consigliere “supereroe” e l’operazione “salto della quaglia” che ha portato sulle sponde del centrosinistra un “malpancista” dell’ultima ora, in questo caso in funzione anti-Biasi, come il consigliere Nino Caridi. L’esponente centrista che non ha digerito le crociate anti-Siclari, presidente del civico consesso, ma che invece ha continuato a guardare con occhio languido gli ammiccamenti provenienti da “casa Scionti”. Tanto da entrarci dentro poco dopo sul tappeto rosso. Un’iniziativa avviata in seguito alla fuga di Lazzaro e Morabito è conclusa con l’entrata in maggioranza del consigliere Caridi. È di queste ultime settimane il suggello finale con l’ingresso in giunta di un assessore vicino alle posizioni dell’esponente di Alternativa popolare.

Un percorso tortuoso, con pezze di appoggio sempre fragili e alquanto discutibili andando a rileggere i documenti che hanno sancito l’intesa tra il consigliere di Ap e gli uomini del centrosinistra di “Taurianova Cambia” in cui spicca la figura del sindaco che tanto si rifà al concetto «del noi siamo diversi» che in questa occasione svestendosi dai panni dell’improvvisatore e vestendosi con quelli del “grande Timoniere”, di Mao Tse-tung memoria, si è fatto messaggero di un patto che è volato sopra la testa del consigliere Caridi sfiorando sfere più alte di quelle comunali portando a casa il risultato: certezza di una ritrovata maggioranza, un nuovo assessore di area Ap, pegno dell’accordo e,innanzitutto, la consapevolezza, ormai acclarata, che la tanto declamata «diversità» è andata a farsi benedire in nome di una più normale e italica abitudine al trasformismo che tanto ha aiutato uomini e governi a tenersi in piedi in questi anni di seconda repubblica.

E cosa dire dell’ultima perla amministrativa, l’avviso pubblico per la formazione di “operatori per la corretta gestione dei rifiuti” che in barba ai tanto declamati principi di uguaglianza, sbandierati ai setti venti, hanno stilato un bando più da Repubblica sudafricana, quando vigeva l’apartheid, che da Repubblica italiana in cui la discriminante, questa volta non è razziale ma l’appartenenza all’associazionismo. Perché le teste d’uovo dell’amministrazione hanno pensato bene di far partecipare al bando solo chi è iscritto a qualche associazione. «Appartenenza certificata ad associazioni – recita l’avviso – operanti nel territorio comunale di Taurianova inserite nell’“albo delle libere forme associative e del volontariato” del Comune». A Taurianova, come del resto in altre parti della Penisola, sulla scia del “cambiamento”, vi è stata un’abdicazione del tanto decantato “purismo” per fare posto ad un più normale pragmatismo italico di uno avveduto spirito di conservazione anche a costo di fare i salti mortali.

A proposito di voltagabbana e di “transumanza”, in un’ipotetica scala valoriale e di etica della politica acquista valore andare via da una maggioranza di governo o infilarsi dentro le maglie di un esecutivo, sia esso nazionale, locale o municipale? Una risposta all’amletico quesito lo propone il consigliere dissidente Morabito che, in un post su Facebook, nel descrivere la politica “del chi entra e del chi esce” scriveva:«Uscire dalla maggioranza perché non si condivide l’impostazione dell’azione amministrativa della coalizione, è un atto di fedeltà nei confronti degli elettori». E ancora «… non piegarsi alle solite logiche non è un atto di opportunismo ma di coerenza …» aggiungendo nel suo diario virtuale «…sedere nei banchi dell’opposizione non significa cambiare casacca, ma soltanto prendere le distanze da un modus operandi che non si condivide e non si intende soprattutto ratificare».

Spunti di riflessione che fanno da stimolo ma assumono un giudizio di valore a seconda della prospettiva da dove si guarda il problema. Sta di fatto che la politica italiana è segnata da questi repentini cambi di campo per opportunismo, spregiudicatezza, trasformismo, personalismo, ma allo stesso tempo è difficile individuare il concetto di “purezza politica” in un’Italia repubblicana nata da un funambolismo storico. Soprattutto, come ci si può accanire su un avversario tacciandolo di essere trasformista sapendo che in passato si è utilizzata la stessa moneta per mantenersi in vita politicamente? A Taurianova è successo anche questo e a tale proposito viene spontaneo ricordare il Vangelo secondo Giovanni: «Scagli la prima pietra chi è senza peccato».

Perché di Caridi, nel tempo, ce ne sono sempre stati. Come dimenticare le capriole acrobatiche delle due sindacature Biasi quando al venire meno dei numeri in consiglio arrivarono in soccorso dalla minoranza consiglieri pronti a tutto e un’amministrazione disposta a tutto pur di conservare la scomoda “cadrega”? Storie del passato e del presente che inducono alla riflessione sul problema del trasformismo italico e nostrano arrivando, anche se con molte riserve e dubbi di sorta, ad un possibile antidoto al fenomeno. Proprio per evitare che in quella epigrafe piena di enfasi, scolpita sul Palazzo della Civiltà Italiana,venga aggiunta la parola voltagabbana, «…chi cambia – come recita il vocabolario Treccani – facilmente idee o opinioni per opportunismo, per tornaconto personale, con grande facilità e leggerezza» occorrerebbe, forse, maggiore senso delle istituzioni e rispetto del proprio elettorato di riferimento assumendo quelle responsabilità che la politica, quella alta, a volte impone per il bene comune. Questa volta quello vero. (F.M.)