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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 08 MAGGIO 2024

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Tar Calabria, “Una decisione che scava un solco molto profondo tra lo Stato centrale e le Regioni” Le note del presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini e dell'assessore Gallo

Tar Calabria, “Una decisione che scava un solco molto profondo tra lo Stato centrale e le Regioni” Le note del presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini e dell'assessore Gallo
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“Poteva essere semmai il Parlamento, nel quadro di una rivisitazione del Titolo V della Costituzione, a reintrodurre in Italia la ‘clausola di supremazia’ dello Stato sulle Regioni. Non poteva certo farlo il TAR della Calabria con le motivazioni contenute nella sua sentenza che ha annullato l’ordinanza della Presidente Santelli sulla riapertura in sicurezza di ristoranti e bar”. Lo dichiara il presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini (Forza Italia), osservando:”Motivazioni che nei fatti annullano ogni margine di autodeterminazione delle Regioni italiane, soccombenti rispetto ad uno straripante potere centrale che riduce le istituzioni locali al ruolo di semplici esecutrici anche nelle materie concorrenti come la sanità”.
“Lo dico – prosegue Tallini – con profondo rispetto nei confronti della magistratura amministrativa e senza alcuna intenzione polemica, ma ritengo che questa decisione scaverà inevitabilmente un solco molto profondo tra lo Stato centrale e le Regioni, a prescindere dal loro colore politico, poiché incide direttamente sul potere di autodeterminazione delle Istituzioni regionali.”
Ancora il presidente dell’Assemblea regionale calabrese:”Tutto ciò avviene, paradossalmente, nel Cinquantesimo anniversario della nascita delle Regioni. Parliamo di nascita o di morte? La sentenza del TAR Calabria sarà inevitabilmente utilizzata dal Governo nei confronti di tutte le altre Regioni italiane che oseranno armonizzare in chiave locale le linee guida dell’Esecutivo che peraltro nessuno di noi contesta, così come nessuno contesta il ruolo di coordinamento centrale in tema di emergenza sanitaria. Avevo auspicato un passo indietro del ministro Boccia, chiedendo di avviare un dialogo proficuo e leale, ricercando una soluzione condivisa che evitasse il braccio di ferro giudiziario”.
“Si è preferita – conclude Tallini – la strada dello scontro politico-istituzionale che non porterà da nessuna parte. Si badi bene, l’introduzione nei fatti della ‘clausola di supremazia’, contenuta nelle motivazioni della sentenza, è un problema che riguarda tutti. Non è più solo una questione calabrese. Ne prendano atto tutte le forze politiche nazionali, di ogni schieramento, di governo e di opposizione, se hanno davvero a cuore l’assetto regionalista della nostra Repubblica e vogliono evitare una curvatura centralistica del nostro sistema democratico”.
Gallo su sentenza Tar: «Ne prendiamo atto, ma Governo contraddittorio»

L’assessore regionale all’agricoltura: «Calabria chiusa, altre Regioni lasciate libere di aprire»

«Prendiamo atto del pronunciamento del Tar, ma non sfuggono più a nessuno le contraddizioni di un Governo che chiude la Calabria ma salvaguarda Regioni amiche».

Lo dice l’assessore regionale all’agricoltura, Gianluca Gallo, commentando la sentenza con cui il Tribunale amministrativo regionale ha cassato l’ordinanza adottata il 30 Aprile scorso dalla Regione Calabria, nel punto in cui si autorizzava la ripresa all’aperto delle attività di bar e ristoranti. «Un comma finalizzato a ridare ossigeno ad un’economia strozzata dalla crisi sanitaria – afferma Gallo – è stato trasformato in materia di duello istituzionale da un Governo che nel mentre si appresta a riaprire, da qui a qualche giorno, le stesse attività di cui ha ottenuto oggi la chiusura in Calabria, si muove con passo diverso nei riguardi di Regioni che hanno autorizzato attività ben più invasive. Si pensi che la Puglia, qualche giorno fa, ha emanato un’ordinanza per consentire, a nostro parere giustamente, la riapertura di estetisti e parrucchieri. Eppure, non una parola l’Esecutivo ha ritenuto di dover spendere al riguardo, a dimostrazione di una differenza di trattamento che spiega tante cose». Prosegue Gallo: «La Calabria, con la sua battaglia, ha impresso un’accelerazione al processo delle riaperture che da qui a poco riguarderà gran parte dell’Italia. Abbiamo inteso rappresentare, nel primario rispetto delle esigenze di carattere sanitario, la voce del popolo delle partite Iva, dei piccoli imprenditori, di quanti ogni giorno hanno la necessità di sbarcare il lunario perché non garantiti da un posto fisso o da rendite di posizione. Il Governo, però, ha preferito imboccare altra strada». Conclude l’assessore regionale all’agricoltura: «Dispiace constatare che il centrosinistra calabrese, invece di sostenere questo percorso o quantomeno di sollecitare il Governo al mantenimento degli impegni assunti con lavoratori e cittadini, strumentalizzi la sentenza ergendosi a paladini di etica, legalità e ed epidemiologia, con disciplina di partito al fianco di coloro i quali dopo aver dichiarato a Roma l’emergenza sanitaria il 31 Gennaio, a fine Febbraio correvano a bere aperitivi in Lombardia a favore di telecamera, al grido di “Milano non si ferma”. Oggi festeggiano per aver chiuso la Calabria, invece di aiutarla a ripartire».