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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 24 APRILE 2024

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Tar Calabria, quel resta del giorno dopo, oltre al “Governo di comunisti” Le reazioni del centrodestra sono state come quella toppa peggiore del buco. Ma attendiamo speranzosi e con responsabile tutela della salute, quel 18 maggio con o senza Pirro

Tar Calabria, quel resta del giorno dopo, oltre al “Governo di comunisti” Le reazioni del centrodestra sono state come quella toppa peggiore del buco. Ma attendiamo speranzosi e con responsabile tutela della salute, quel 18 maggio con o senza Pirro
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Alla fine dopo la tempesta c’è sempre la quiete (e non sempre), ed è così che i postumi di quella che è stata l’ordinanza “riapri i bar” della governatrice della Calabria Jole Santelli, la pasionaria dei tavolini all’aperto, non ha fatto altro che produrre, non solo gravi dissapori, ma delusioni in chi credeva che una volta eletti da un suffragio popolare, tale condizione potesse presagire all’istituzione di una nuova “Repubblica” in Calabria e non invece, come qualsiasi entità istituzionale che si rispetti, dovrebbe essere fedele alla Carta Costituzionale.
Non stiamo qui a disquisire sulle questioni esistenziali delle Regioni in Italia anche perché scomoderemmo Gaetano Salvemini e altri inerenti al regionalismo meridionale. Il calabrese Corrado Alvaro disse a proposito del “potere” e dell’uso spregiudicato che, “Il meridionale ha un tale desiderio del potere, poiché non conoscendo una libera società dipende tutto dai potenti, che è entusiasta del potere qualunque esso sia”. Ed è quello che nei fatti ha prodotto la pasionaria Jole, quella che in maniera saccente ebbe a dire “purché si parli”, cioè siccome l’Italia ha parlato della Calabria, è stata già una vittoria (sic!). Ma siamo sicuri che di questa cosa ne possiamo andare fieri? Abbiamo i nostri dubbi, molto seri.
Certo, non è da tutti conoscere l’art. 120 della Costituzione, ma sorvoliamo anche su questo anche se il discorso meriterebbe un ampio approfondimento in quanto su quella “Boccia” di banana sono scivolati in tanti, ahimè, parlamentari compresi i quali la Carta dovrebbero conoscerla a memoria, Jole Santelli compresa, come ex parlamentare ed ex componenti di Governo. Tralasciando i giornalisti in busta paga di una parte politica perché questi sono giustificati in quanto, lo stipendio proviene da lì e il pane si deve pur guadagnare anche a costo della dignità stessa, purtroppo.
Cosa resterà della débâcle di ieri? Beh, nulla se non la scoperta che in molti hanno utilizzato una mera condizione del Diritto, violentandolo, facendo una battaglia politica. E lo si è visto dalle dichiarazioni postume del centrodestra, e non è Lercio, attenzione.
Fermo restando due questioni non di poco conto che i calabresi sono stati bravissimi in quanto solo una decina di comuni su oltre 400 in Calabria hanno seguito l’ordinanza della disubbidienza, e che alla fine i cittadini calabresi, anche quelli rispettosi dello Stato, dovranno pagare l’onorario a un avvocato esterno alla Regione (pur avendo un’avvocatura regionale), per quel “colpo di teatro”, anzi, colpo di testa di una presidentessa la quale ha costruito un muro contro lo Stato e contro, non da meno, un comitato scientifico che ci dice di mantenere la cautela fino al 18 maggio per poi riaprire gradualmente e, che queste due settimane erano da test per capire il grado di contagio di un virus che ci ha messo in ginocchio.
Nei fatti anche il Tar ha voluto evidenziare oltre “all’eccesso di potere” anche l’ordinanza emanata senza una prova medico-scientifica la quale potesse dare una giustificazione al provvedimento stesso, se pensiamo pure che un noto medico facente parte della task force calabrese, non ne sapeva nulla e che h detto pure, “io l’avrei sconsigliata”. Vabbè…
Guardate che ci sarebbe da rabbrividire, ma sorridiamo alla vita che è meglio. Inizia la Santelli che parla di una “vittoria di Pirro”, ma attenzione vedete che Pirro è stato un grande condottiero, valoroso e responsabile, però quella battaglia la vinse ma con gravi perdite, qui la battaglia la Santelli l’ha persa, ma Pirro, quindi il Governo Conte, i soldati gli sono rimasti tutti.
Poi in sequenza gli altri, ad esempio, l’on. Francesco Cannizzaro, parlamentare della Repubblica nata dalla Costituzione (povero Calamandrei), dichiara, udite udite, è stato il “Governo dei comunisti ad affossare la Regione”, ma non si ferma eh, “è una follia dei comunisti e sono convinto che i calabresi se ne ricorderanno quando si tornerà a votare: adesso è palese chi sono i veri nemici di questa terra”, non è Lercio, né Silvio Berlusconi, vista l’appartenenza politica, però su una cosa ci trova d’accordo, visto che la maggior parte dei calabresi è stata fedele allo Stato, sì, se ne ricorderanno quando si tornerà a votare, anzi, viste le reazioni se lo sono già appuntato in agenda.
Il presidente del consiglio regionale, quel Tallini che la commissione antimafia disse che era nei fatti “un impresentabile” ed oggi guida l’assise regionale, ha dichiarato, “Una decisione che scava un solco molto profondo tra lo Stato centrale e le Regioni”, ma quando mai? Si consiglia come prescrizione tramite ricetta medica, la lettura tre volte al giorno di tutta la Costituzione, dopo i pasti.
Poi c’è lui, un mito, l’uomo delle “impugnature”, le sue uscite sarebbero da Blob, il “nostro” vicepresidente della Regione Nino Spirlì, un uomo dalla cultura delle impugnature, tant’è che il povero Boccia ignaro di quanto è stato scritto, fatal gli poteva essere l’impugnata. Dichiara, senza ancora chiedere scusa per quell’uscita infelice fatta nella sua pagina social nei confroni di un ministro della Repubblica, “La decisione del Tar, di cui prendiamo atto, non incoraggia la ripartenza e la volontà di rinascere della Calabria. La gente di Calabria ha saputo contenere la virulenza di una pandemia che sta mettendo in ginocchio l’economia mondiale”, bene giusto, ma perché vanificare questi sforzi, visto che la gente di Calabria è stata responsabile e con l’ordinanza si è attentato a vanificare questa responsabilità? E continua, “A volte, alzare la testa pare essere una pretesa, piuttosto che una virtù”, bravo, è stata una pretesa difforme alle direttive dello Stato.
Poi c’è Arruzzolo, sempre di Forza Italia, che però è stato “dolce”, ricorda molto il principe Myskin di Dostoevskij, “La decisione del Tar lascia una scia di rammarico e di delusione”, e addirittura, forse avrà letto (male) Salvemini, “per il principio di differenziazione regionale che, in questa fase due segnata dalla necessità di dare messaggi di speranza” (?). Ipse dixit.
Ora per amor di Calamandrei e per quelle basi che sono state gettate in questo Stato che ancora si regge sul rispetto delle regole, ah, quando i padri costituenti hanno scritto la Carta, si sono proprio basati sul diritto dell’uguaglianza, ma tale era compiuto come fondamento, il rispetto delle regole, e non credo che in questo caso sono state rispettate.
La bellezza potrà salvare pure il mondo, ma è la responsabilità di ognuno di noi che fa di quel mondo un luogo migliore e quella bella Carta parla anche del diritto alla salute, e questa non dovrà mai essere lesa per scopi politici, specie sulla pelle dei calabresi, come di tutti gli italiani.