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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 28 APRILE 2024

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Tabularasa e Ente Parco d’Aspromonte: “Lagalità per il rilancio della montagna”

Da Gambarie il festival di ‘Urba/Strill’ ripropone la centralità del patrimonio naturalistico e la tutela della biodiversità sui cui però fino ad oggi, è stato investito solo lo 0,23% delle risorse previste. Presenti al dibattito il procuratore Creazzo, il sindaco di Santo Stefano Zoccali e il presidente del Parco Bombino. Chiusura di serata con il concerto degli ‘Akusma’

Tabularasa e Ente Parco d’Aspromonte: “Lagalità per il rilancio della montagna”

Da Gambarie il festival di ‘Urba/Strill’ ripropone la centralità del patrimonio naturalistico e la tutela della biodiversità sui cui però fino ad oggi, è stato investito solo lo 0,23% delle risorse previste. Presenti al dibattito il procuratore Creazzo, il sindaco di Santo Stefano Zoccali e il presidente del Parco Bombino. Chiusura di serata con il concerto degli ‘Akusma’

 

 

Ha scelto le vette dell’Aspromonte Tabularasa 2014 per discutere di legalità, di regole condivise, di tutela e valorizzazione del patrimonio naturalistico. La nuova tappa del contest promosso da ‘Urba/Strill’, si inserisce nell’ambito della partnership siglata con l’Ente Parco d’Aspromonte che ha già segnato l’appuntamento del 22 luglio scorso a Reggio e si riproporrà il 29 a Gerace in occasione dell’evento conclusivo.
Al dibattito che si è svolto in piazza Mangeruca, hanno preso parte Giuseppe Creazzo, procuratore della Repubblica di Firenze, Giuseppe Bombino presidente dell’Ente Parco Aspromonte e Michele Zoccali, sindaco di Santo Stefano in Aspromonte. Con loro anche gli organizzatori Giusva Branca e Raffaele Mortelliti.
Il primo cittadino di Santo Stefano ha aperto la conversazione con un richiamo al “recupero dell’identità ‘stefanita’ e aspromontana, attraverso il rispetto delle regole e la tutela della natura in un territorio che ha tutte le carte in regola per affermarsi”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Bombino, secondo cui “il rispetto della legge è insito nella funzione stessa del Parco. Proprio questo approccio, però, ha determinato una spaccatura fra quanti hanno inteso mettersi al servizio del territorio e della natura e quanti invece, si sono ribellati a questa nuova impostazione. Ricordiamo tutti, non a caso, la stagione degli incendi che ha preso il via proprio in concomitanza con la nascita del Parco nazionale”.
Parlare di sviluppo oggi a Gambarie, significa ripercorrere una storia di progressivo degrado come sottolineato da Creazzo che ha ricordato la vitalità del centro aspromontano “circa 30, 40 anni fa, quando questa era una delle più apprezzate e frequentate stazioni sciistiche da calabresi e siciliani. Oggi non è più così dopo una lunga fase segnata da un vero e proprio stupro della civile convivenza. Un declino iniziato, dobbiamo dirlo chiaramente, da quando la stanza dei bottoni è stata affidata alle amministrazioni locali. Invece di promuovere sviluppo, ci siamo piegati a un meccanismo di gestione delle risorse fuori da ogni regola. A tutto ciò va aggiunta la progressione geometrica della ‘ndrangheta che si è impossessata delle leve dell’economia”. Creazzo cita poi provocatoriamente il noto aforisma di Churchill (“Se due persone fumano sotto il cartello ‘divieto di fumo’ gli fai la multa, se lo fanno venti persone chiedi loro di spostarsi, se le persone diventano duecento togli il cartello”), per rimarcare l’esigenza di “rifiutare la condizione di assoggettamento e la limitazione della libertà”.
Ma per creare un clima favorevole al rispetto delle regole occorre, secondo Zoccali, “una maggiore e più incisiva presenza dello Stato. Non è ammissibile che il ministero non abbia ancora dato il via libera all’insediamento del consiglio direttivo del Parco eletto ormai da ben sette mesi”.
Storicamente solo 0,23 per cento delle risorse statali sono state utilizzate per la funzione primaria del Parco, ovvero la tutela della biodiversità. “Il resto – ha detto Bombino – è finito in feste, spettacoli e altre cose simili e spesso senza alcuna rendicontazione. Inoltre il fatto di avere ereditato un avanzo di amministrazione di circa 9 milioni significa che mentre si pensava alle sagre, non è stata attuata alcuna azione a favore del territorio”.
Le responsabilità vanno divise fra tutti a detta di Creazzo, “nessuno escluso”. “In quarant’anni siamo riusciti a smantellare qualsiasi sistema di controllo, cioè il fondamento stesso della democrazia. Una comunità non è tale – ha concluso il magistrato – senza una politica forte e autorevole”.