Sumai, Pensabene, potenziare i controlli previsti per la ripartenza della Scuola in sicurezza
Ago 24, 2020 - redazione
Assistiamo ormai da mesi a diverse iniziative di Governo e Regioni per il contenimento della diffusione del Sars Covid 2, con l’adozione di provvedimenti che hanno prodotto certamente risultati positivi, ma anche a un continuo dibattito sulla necessità di potenziare la medicina del territorio per quanto concerne le attività di prevenzione.
Depotenziata da molti anni la “medicina dei servizi “, ovvero quei medici professionisti che si potrebbero occupare della prevenzione scolastica, delle vaccinazioni, dell’epidemiologia, coordinando eventualmente anche l’esecuzione dei test sierologici, si tende a scaricare tutto su ospedali, sul 118, sui pronto soccorsi, sulle USCA, e anche sugli ambulatori dei medici di famiglia.
Non è possibile continuare a tollerare questo approccio nella lotta non ancora vinta contro la pandemia.
Nella nostra provincia si avverte la mancanza di un progetto complessivo nella lotta al Covid 19 che valorizzi la medicina territoriale legata proprio per il ritardo ingiustificato nella riorganizzazione delle forme associative dei MMG.
L’ASP di Reggio Calabria, a tutt’oggi non ha provveduto alla attivazione del progetto aziendale AFT/UCCP, ne’ in via ordinaria , né in via sperimentale – come suggerito nel marzo u.s. dal Dott. Belcastro – rischiando di favorire nei prossimi mesi il ripetersi di situazioni tragiche come quelle che hanno colpito l’Italia ( e non solo) a marzo-aprile di quest’anno. Nel territorio dell’ASP di RC sono pronte ad essere operative sia AFT e che UCCP a gestione autonoma, con gruppi di medici che hanno fornito da mesi piena collaborazione ai progetti secondo le linee guida regionali disciplinate dalla contrattazione decentrata, senza risultato alcuno.
L’assistenza territoriale è la chiave per rendere il nostro Servizio Sanitario Nazionale capace di fronteggiare adeguatamente una eventuale seconda ondata di Sars Covid 2. Nell’incontro al recente meeting di Rimini il Commissario Straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, il Direttore Scientifico dell’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito, e il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli, hanno concordato sull’importanza strategica delle cure territoriali per mantenere sotto controllo l’epidemia e per alleggerire il lavoro della rete ospedaliera che, per sua natura, deve essere destinata alla cura delle malattie acute e non gestibili a domicilio. E hanno sottolineato il ruolo forte del medico di medicina generale anche per rinsaldare quel senso di comunità che e’ stato elemento essenziale per uscire dalla crisi. Un senso di comunità e di solidarietà sul quale è tanto piu’ importante fare leva in questo momento cruciale, in cui, mentre sale il numero dei contagiati e si abbassa la loro età media, si gioca la partita della riapertura in sicurezza delle scuole. E allora, questo è il momento di lanciare la sfida di un’assistenza territoriale che veda i professionisti lavorare insieme, in equipe multiprofessionali, al letto del malato. Che li veda dotati di strutture e strumentazioni adeguate per dare ai cittadini le principali risposte alle richieste di salute: diagnostica di primo livello, somministrazione di vaccinazioni e terapie iniettive, fisioterapia, telemedicina intesa come teleconsulti con specialisti, consulti specialistici in loco, cure domiciliari. E’ una sfida che la professione medica deve non solo accettare, ma proporre in maniera proattiva, quale strategia vincente per la sanità del prossimo futuro. La volontà del Governo di investire risorse cospicue sulle cure primarie è un ottimo segnale. E lo è ancor piu’ la decisione di affidarsi, per programmare la gestione e la destinazione di tali risorse, ai professionisti, che la Sanità e la salute governano ogni giorno. Ora i colleghi possono e devono essere la vera leva del cambiamento del Servizio Sanitario nazionale.
La situazione sul territorio dell’ASP di Reggio Calabria purtroppo è drammatica, i MMG attendono da piu’ di due anni la conclusione del percorso di riorganizzazione delle nuove forme associative il cui blocco non consente agli stessi di migliorare l’offerta di assistenza sanitaria di primo livello assicurando:
l’erogazione dei livelli essenziali ed uniformi di assistenza (LEA), l’accesso ai servizi di assistenza sanitaria di base e di diagnostica di 1 livello, anche ai fini di ridurre l’accesso improprio al PS;
la gestione delle urgenze differibili per la riduzione dei ricoveri inappropriati;
la realizzazione della continuità dell’assistenza 24 ore su 24 e 7 giorni su sette;
la presa in carico dell’utente, in particolare dei pazienti cronici;
lo sviluppo della medicina di iniziativa anche al fine di promuovere corretti stili di vita presso tutta la popolazione, con particolare attenzione agli interventi di prevenzione, educazione e informazione sanitaria;
l’integrazione socio-sanitaria.
In relazione alle recenti Indicazioni operative del Ministero della Salute per l’avvio dei test al personale delle scuole contenute nell’allegato 3 dell’Ordinanza del Presidente della Regione Calabria On. Santelli n. 63 pubblicata in data 21 agosto 2020, proprio a causa della mancata riorganizzazione territoriale su esposta, si rappresenta che gli studi dei medici di medicina generale, in atto a gestione monoprofessionale, sprovvisti di infermiere e/o di segreteria, non sono attrezzati per effettuare tali test, di competenza invece del Dipartimento di Igiene e Sanità Pubblica.
D’altronde sarebbe un grande rischio effettuare i test negli studi dei MMG facendo venire a contatto alternativamente pazienti asintomatici potenzialmente positivi con pazienti cronici ed affetti da pluri-patologie. E tutto questo sempre per la mancanza di una idonea organizzazione di rete e multi-professionale, che oltre a provocare un allungamento delle liste di attesa degli appuntamenti, potrebbe portare potenzialmente a gravi problemi di interruzione di pubblico servizio, in caso di riscontro di positività, con chiusura degli ambulatori e conseguente grave danno assistenziale per i cittadini.
Ancora oggi nel territorio dell’Asp di Reggio Calabria non è possibile per i pazienti cronici accedere alle cure specialistiche (visite, esami) se non riportano la connotazione di urgenza, con l’impossibilità di prenotare una qualsiasi prestazione ambulatoriale (breve, differita, programmata) poiche’ i calendari del CUP risultano chiusi. Si assiste cosi’ ad un aumento degli assembramenti fuori delle strutture pubbliche dove i pazienti con connotazione di urgenza attendono ore nella speranza di essere visitati.
L’assistenza domiciliare integrata è da mesi pressocchè ferma, senza possibilità di garantire a domicilio le cure ai pazienti (fisioterapia, medicazioni, cateterismo vescicale e venoso, etc.).
Il medico di medicina generale dall’inizio della pandemia è stato abbandonato, non ha ricevuto una sufficiente dotazione dei DPI per la sua attività ordinaria, ha dovuto adeguare a proprie spese i percorsi assistenziali dei propri ambulatori. Neanche oggi che il Decreto Cura Italia prevede all’Art. 5 “… I dispositivi di protezione individuale saranno forniti in via prioritaria ai medici, compresi quelli con rapporto convenzionale..” l’ASP ha provveduto a fornire un adeguato numero di DPI ai MMG per svolgere in sicurezza la loro attività ordinaria.
Auspichiamo che sia predisposto con urgenza un tavolo tecnico aziendale per valutare assieme alle parti interessate (Ufficio Scolastico Provinciale, Ordine Provinciale dei medici Chirurghi, Servizio Igiene e Sanità Provinciale di RC, Direttori di Distretto ASP RC, Rappresentanti dei MMG) se ci sono ancora i margini per poter collaborare alla ripartenza della Scuola in sicurezza.