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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 MAGGIO 2024

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Strauss-Kahn: sempre piu’ giallo, Sarko sapeva tutto

Strauss-Kahn: sempre piu’ giallo, Sarko sapeva tutto

Dopo due telefonate da Parigi al procuratore Dsk fini’ in cella

Strauss-Kahn: sempre piu’ giallo, Sarko sapeva tutto

Dopo due telefonate da Parigi al procuratore Dsk fini’ in cella

 

 

(ANSA) PARIGI – Il giallo del Sofitel si infittisce. Anche se non ci sono prove di un complotto per rovinare la carriera politica di Dominique Strauss-Kahn, lo scandalo di New York nasconde un groviglio di pressioni e di interessi. Oggi Liberation ha rivelato che il giorno in cui l’ex direttore del FMI fu arrestato per stupro, il procuratore di New York, Cyrus Vance Jr., ricevette due chiamate da Parigi, una dal ministero degli Esteri, l’altra da quello della Giustizia. La procura americana fu messa in quel modo al corrente di altri casi a carico di DSK: quello dell’aggressione ai danni della scrittrice Tristane Banon, ma anche quello dei festini e delle escort di Lille.

In quel momento, l’indagine di Lille era ancora coperta da segreto istruttorio. Il punto debole dell’ex direttore del FMI, le donne ed il sesso, era noto a Palazzo da tempo, scrive Le Monde, da molto prima che lo scandalo dello stupro scoppiasse. Nicolas Sarkozy sapeva, scrive il quotidiano: “La sinistra appoggerà davvero un maniaco sessuale?”, avrebbe detto il presidente un giorno nel segreto del suo ufficio. Chi sapeva non avrebbe mai pensato che DSK si sarebbe candidato, eppure la scalata all’Eliseo del socialista favorito da tutti i sondaggi sembrava ineluttabile. Fino al 14 maggio scorso.

Quelle telefonate “francesi”, di cui oggi Liberation rivela l’esistenza, avrebbero cambiato le sorti di DSK, arrestato all’aeroporto Kennedy qualche minuto prima di prendere il volo per Parigi. L’ex direttore del FMI era stato portato al commissariato di Harlem. Ma i suoi avvocati, William Taylor e Benjamin Brafman, scrive Liberation, avevano ottenuto dal procuratore Vance di far uscire su cauzione il loro cliente sin dalla sera seguente. Era stata concordata una somma pari a 250 mila dollari. Ma l’accordo è inspiegabilmente saltato. Da “tre fonti diverse” Liberation ottiene la certezza che due chiamate da Parigi al vice-procuratore John McConnell, hanno fatto sì che DSK, invece di ritrovare subito la libertà, finisse in una cella della prigione di Rikers Island.

Le nuove rivelazioni arrivano a poche ore dalla diffusione delle immagini delle videocamere interne dell’albergo di New York, con le strane sequenze di esultanza di due dipendenti, e che hanno rilanciato l’ipotesi del complotto. Oggi il Quai d’Orsay ha smentito quella chiamata. Dal canto suo l’ufficio del procuratore Vance non ha fatto commenti. Ma l’ipotesi di un rapido ed incisivo intervento da parte della Francia, per portare elementi a carico di DSK, si fa strada. E’ stata avanzata anche dal biografo Michel Taubmann autore de “Il Caso DSK, la controinchiesta”, in cui viene descritto l’ormai famoso episodio della suite 2806.