L’incontro di fine marzo tra la regione Calabria e la Tecnis, azienda che ha vinto l’appalto per la costruzione
dell’ospedale della sibaritide, ha dato dei segnali, ma la situazione drammatica della sanità nell’area urbana
impone fatti concreti: di parole ne abbiamo sentite troppe e da anni.
Non risulta ancora firmato il protocollo di legalità, cioè l’iter è fermo praticamente ad un anno fa.
Ribadiamo quanto già detto nelle settimane scorse: o l’iter per la costruzione del nuovo ospedale riprende in
maniera spedita superando immediatamente le difficoltà dovute alle implicazioni giudiziare della Tecnis, o si
proceda a scorrere la graduatoria senza cercare di prendere tempo.
Il sospetto che qualcuno voglia approfittare dei guai legali dell’azienda per spostare altrove i fondi per il nuovo
ospedale serpreggia con insistenza tra i cittadini e gli addetti ai lavori e trova conferma nell’atteggiamento
ambiguo delle istituzioni competenti.
Non voglio alimentare il sospetto e la dietrologia, ma di certo l’unico atto in grado di spazzare via tali sospetti è
quello di riavviare immediatamente l’iter per il nuovo ospedale, con garanzie ed impegni assunti dalla Regione e
dalla Prefettura. Oliverio quindi chiuda la stagione delle dichiarazioni ed emetta provvedimenti concreti, anche
perchè mentre negli ospedali non ci sono i soldi per le garze, sono stati già effettuati gli espropri per i terreni
dove dovrebbe nascere la nuova struttura.
A tal proposito, in attesa di capire quale sarà il nuovo assetto di governo della Sanità regionale, il Ministro
Lorenzin ed il Commissario Scura, delegato del Governo, facciano chiarezza sull’organizzazione degli ospedali
attuali che rappresentano apici di inciviltà ed indecenza per sole responsabilità della classe dirigente.
Basta spostare i reparti in base alle esigenze di qualche amico. Gli ospedali di Rossano e Corigliano soffrono
una mancanza di personale medico ed infermieristico inaccettabile e non si dica che non ci sono i soldi:
abbiamo più volte denunciato gli sprechi reali dell’azienda sanitaria provinciale, tra cui non possiamo non
ricordare i concorsi per figure amministrative gestiti con logica palesemente clientelare e gli affitti megagalattici a
fronte di reparti senza farmaci, senza personale, senza strumentazioni.
Tutto questo è stato possibile anche grazie al famigerato accorpamento della Azienda Sanitaria Locale in favore
di una pachidermica e affaristica azienda sanitaria provinciale, uno dei primi accorpamenti permessi da una
classe dirigente priva di autonomia, spina dorsale e rispetto per le nostre comunità.
È evidente come Rossano, come l’intera fascia ionica, abbia bisogno di una nuova classe dirigente in grado di
avere relazioni istituzionali serie, non più amicali o di apparato, e l’autonomia necessaria per ottenere risultati
concreti e rilanciare le nostre città, una classe dirigente giovane che lavora alla luce del sole da anni e che oggi è
pronta a governare il territorio.