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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 28 MARZO 2024

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Squinzi: “Fiducia a Renzi, ma subito i fatti”

Squinzi: “Fiducia a Renzi, ma subito i fatti”

“Fate riforme, ne abbiamo bisogno, se no non si aggancia crescita”

Squinzi: “Fiducia a Renzi, ma subito i fatti”

“Fate riforme, ne abbiamo bisogno, se no non si aggancia crescita”

 

 

(ANSA) “Temo che anche quest’anno la crescita che vorremmo vedere non ci sarà e, assieme alla crescita, non ci sarà il lavoro” avverte Giorgio Squinzi all’assemblea di Confindustria. “Non è questa l’Italia che vogliamo. Non ci rassegniamo a un Paese stanco, sfiduciato, vittima di mali antichi, astruso e ostile alla cultura d’impresa”. E’ arrivato, quindi, “il momento di costruire un’Italia nuova” è il messaggio del presidente di Confindustria, che chiede di “superare le vecchie logiche, non avere paura del nuovo”. Dalla crisi “possiamo uscire solo decidendo ciò che da almeno 2 decenni non abbiamo avuto il coraggio di fare. Cambiare decidendo”.

Renzi ha forte mandato popolare, ora i fatti – “Il mandato popolare” al Pd ed a Renzi, dice Squinzi, “testimonia la voglia di cambiamento che c’è nel Paese. Questa voglia attende fatti che diano sostanza alle riforme e alla crescita”. Il presidente di Confindustria riconosce “incoraggianti segni di cambiamento”, una “azione vivace”, e dopo il voto chiede che “la stagione delle riforme istituzionali adesso parta davvero”. “La nostra disponibilità – assicura Squinzi – è immutata e completa”, ma “fate le riforme, ne abbiamo bisogno per ricreare lavoro, reddito, coesione sociale. Non deludeteci”. “Senza riforme – ha aggiunto – è impossibile agganciare la crescita”.

‘Legare salari a risultati, no nuovo contratto ma indeterminato sia più conveniente’ – L’articolo 41 della Costituzione, quello che stabilisce che l’iniziativa economica privata è libera in Italia “non è più un diritto garantito” secondo Squinzi, che si riferisce a “rigidità sindacali” e burocrazia. “Confindustria – dice – non lo può accettare. Le imprese sono un bene di cui il Paese dovrebbe essere orgoglioso”. Bisogna intanto “favorire la contrattazione aziendale virtuosa, che lega i salari ai risultati aziendali”, cioè “privilegiare la natura dei salari, piuttosto che la loro fonte e consentire di decontribuire e detassare quello di produttività anche se nasce dall’autonoma decisione dell’imprenditore”. Confindustria chiede anche di “semplificare e migliorare la disciplina del contratto a tempo indeterminato, rendendolo più conveniente e attrattivo per le imprese” ma non c’è invece bisogno, avverte Squinzi, “di un nuovo contratto neppure a tutele crescenti”. Poi l’appello al sindacato: “Guardiamo al mondo. Non chiudiamoci conservativamente nel nostro familiare ma ristretto orizzonte domestico. Il tempo delle eterne liturgie è trascorso”. Per questo “dal sindacato mi aspetto uno sforzo di innovazione”.

‘Fuori da Confindustria chi corrompe’ – “Chi corrompe fa male alla comunità e al mercato”, “grave danno alla concorrenza e ai suoi colleghi. Queste persone non possono stare in Confindustria”, avverte Giorgio Squinzi, dopo un cenno all’importanza per l’Italia di Expo2015. Leggi e poteri speciali? “La soluzione non sta nel darsene di nuove sta nell’applicare quelle esistenti”, avverte.