Speziali : “La clava di una (‘certa e discutibile’) Antimafia ideologi(cumi)zzata e ‘utilizzata’ dai ‘moralistici manetteristi’ contro gli avversari”
Dic 29, 2023 - redazione
La clava di una (‘certa e discutibile’) Antimafia ideologi(cumi)zzata e ‘utilizzata’ dai ‘moralistici manetteristi’ contro gli avversari.
In attesa di rendere testimonianza al Tribunale di Beirut, circa ‘la grottesca, surreale, insulsa e farlocca vicenda che mi investì assieme a Caludio Scajola (e adesso vedremo se giustamente, veritieramente e a norma di legge!), l’ormai lontano 8 Maggio 2014 (…menomale: fu scelta siffatta data, poiché io, devoto a Moro, avrei trovato, il giorno seguente, non solo di dubbio gusto, bensì blasfemo -come spesso sono coloro i quali non credono in Dio e taluni funzionari dello Stato, anzi presunti tali, lo sono certamente), quindi nelle more del tempo da trascorrere, in vista di tale obbligo legale, ho riflettuto parecchio, come faccio sempre: d’altronde, possiedo il dramma del pensiero!
L’introflessione (sinonimo di riflessione, per l’appunto!), si palesa e si attua, attraverso la lettura di alcuni scritti, tra cui il ‘libercolo’, di Paolo Intoccia, noto ‘roberspierano’ d’accatto (e al netto delle sue evidenti ‘frustrazioni’?!), il cui titolo è ‘L’imputato Imperfetto’: ovviamente, la ‘non opera’ è ‘dedicata’ a Giulio Andreotti, mentre la prefazione, è del suo implacabile accusatore, cioè Giancarlo Caselli, il quale a sua volta risulterebbe un consumatore di lacca per capelli -come ci ha riferito, la stessa Ilda Boccassini, nel proprio libro autobiografico- ed io lo confermo, sbattendomene gli zebedei, qualora mi volesse querelare.
Anzi e di converso, gli fornisco da subito la mia anagrafica (nato a Melito, residente a Bovalino, domiciliato a Beirut…così abbiamo accontentato, un becero razzista, che fa il Consigliere Comunale a Catanzaro, ma lo sarà ancora solo per poco, vista la ‘prossima scadenza’ dell’attuale Amministrazione e comunque, esclusivamente per questa volta ha potuto godere dell’elezione, al pari del suo futuro ex Sindaco).
In più, eventuali ‘reazioni caselliane’ -tipiche del soggetto di specie, che ha denunciato, pure, il mio amico Paolo Cirino Pomicino, poiché questi ha sostenuto la semplice e apodittica verità, circa il nostro comune ed altrettanto amico Calogero Mannino (“Lillo è stato vittima di uno stalking giudiziario”)- ribadisco suddette reazioni, saranno rispedire al mittente, quindi non mi lascerò ‘intimidire’ da codesti precedenti e nemmeno dalla foga, ‘falsamente giuridica, ma autenticamente fanatico/komeynista, (proprie?) dell’ex Procuratore di Palermo e Torino, ovvero sempre di Giancarlo Caselli.
Perché? Presto detto: se lo facesse, ci troveremmo innanzi ad una ‘ritorsione temeraria’ -ma da par mio ‘rispoderei’- in quanto si tenderebbe a privare un cittadino (che sarei io, per di più, maggiormente simpatico, rispetto a lui, così come a tanti, che con lui ‘se la fanno’) o comunque a dover subire la negazione non solo della lecita critica e del libero pensiero, bensì, persino con censure imposte, poiché non si desidera che altri (ovvero il sottoscritto, nel caso di specie), possano affermare la verità, la quale dettagliatamente illustrerò, dimostrandola e commentandola, anzi, soprattutto confermandola.
Poi, un’altra sana prassi di raziocinio, è quella di vedere svariati documentari o tramite le reti Sky (difatti ho il decoder nella mia abitazione a Beirut), ma principalmente su YouTube, laddove, ho ‘rintracciato’ una puntata di Atlantide (condotta dal mio defunto amico Andrea Purgatori) -andata in onda lo scorso 23 maggio (anniversario di Capaci)- allorquando intervenne Roberto Scarpinato, già Sostituito Procuratore a Palermo con Caselli (e con lui o da lui delegato, sostenitore della Pubblica Accusa, poi fallita, ad Andreotti, ed in seguito Procuratore Generale a Caltanissetta prima e nel Capoluogo Siciliano infine), il quale oggi è, nientepopodimeno che Senatore, cooptato in Calabria, piuttosto che ‘ eletto’ per caso’. D’altronde non abbiamo una prassi degna di essere definita legge elettorale, perché vi sono gli ‘scelti’ nei posti sicuri, da parte dei ‘captaz’ degli attuali ‘parapartiti’, anch’essi indegni di essere qualificati con la dignità delle nostre vecchie organizzazioni politiche, gran parte delle quali spazzate via dalla furia apocrifa e mendace, delle azioni ‘golpisticogiuduziarie’, inscenate da alcuni PM ‘pseudoideologizzati’ e ‘sisnistrumemente militanti’, sin dal 1992.
Ordunque, più di una legittima e reale considerazione mi viene da fare, poiché di scempi ne abbiamo molti, al pari degli empi esempi, dai cui discende un tristissimo rosario, ed esso trova linfa nell’assurdo e tale assurdo può essere, tranquillamente definito l’indecenza che lascia il posto all’impudenza.
Partiamo dal sig. Caselli, magistrale ed ineffabile materializzazione di un’ attività mistificatoria, forse parossistica e certamente mendace.
Aivoglia lui a continuare nel suo ‘non argomentare’, ovvero quello di definire Giulio Andreotti, non ‘veramente prosciolto’: a parte il fatto che un proscioglimento è un proscioglimento, ma insistere nelle discutibili argomentazioni simili, per chi lo fa, ha un solo risultato, cioè essere o ignorante (dal punto di vista giurisprudenziale), oppure in caparbia malafede (anche al netto di possedere, sin dall’inizio, una non serenità di discernimento, persino obbligatoria in capo ai PM.).
O si è classificati come innocenti e perciò dichiarati tali, altrimenti si è condannati: insomma, non esistono vie di mezzo o, almeno, non le prevede il nostro ordinamento, al pari degli altri Paesi civili (certamente, quelli in cui la magistratura non assume le prepotenti attitudini di una prepotente azione, per di più intimidatoria, vessatoria, militante e coercitiva, ed il tutto, purtroppo, a/e per fini, di ‘indebita pressione’, a scapito dei poteri legislativo ed esecutivo, riferibili alla politica.
E, comunque, è la politica a redigere le leggi, ed esse dai magistrati devono ritrovarsi applicate, quindi, principalmente osservate per di più senza la di loro ‘reinterpretazione strumentale’.
Caselli questo disducevole ‘vizietto’ (ovvero la ‘reinterpretatio legis’!) lo ha costantemente perpetrato per anni, assieme ad alcuni che con lui sono riusciti ad applicare un reato inesistente, ovvero il ‘Concorso esterno in Associazione Mafiosa’, il quale non è un reato codificato (difatti non esiste in diritto penale), bensì è un crimine giurisprudenziale (cioè prassistico), oltre ad essere assurdamente irreale: pure in tal caso o si è mafiosi o non lo si è, posto che, difficilmente -proprio in luogo a quanto ci hanno consegnato le sentenze di collegi giudicanti- una siffatta consorteria compartimentata e verticistica quale è la Mafia, trae forza proprio nell’intraneita` esclusiva dei suoi appartenenti -al di là delle suggestioni psicotiche e non provate, di qualche falso zelante inquirente (più vicino al metaverso che non alla realtà cogente).
Per essere meglio chiari, taluni insistono nel darci ad intendere ‘strutture segrete, commiste di picciotti con colletti bianchi, massoni e politici (a questo punto inseriamo pure Maga Mago`, Merlino, la Fata Turchina, quella Morgana e i sette nani, tanto per dare più corposità e certune panzane o castronerie di vario genere…)- eppure difficilmente -dal punto di vista storico e strutturale- può essere sostenuta un’accusa simile, chiaramente, sempre in riferimento al Concorso Esterno.
Difatti, è come voler dimostrare cone un uomo possa essere appena appena incinto, oltre a non trovare riscontro e cittadinanza in qualsivoglia normativa o legislazione europea, nonché mondiale, al punto tale che il nostro Paese, costantemente -e giustamente!- si ritrova condannato dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, attraverso sentenze soccombenti per i magistrati nostrani, in luogo alle pene inflitte a persone su persone e sulla scorta di una ‘non legge codificata’.
Per di più, il tutto avviene (mi riferisco alle condanne in capo all’Italia) in base ad un principio sensazionalistico, fanatico e intriso di ideologicume militante, per non definirlo quanto realmente è: fanatismo ‘manetteristia’!
Si usa così, ormai da anni, suddetta ‘clava’, tra altro accompagnata dallo stucchevole ed insussistente refrain caselliano, cioè: “Andreotti non è stato veramente assolto, poiché ha beneficiato della prescrizione, circa i suoi comportamenti ‘contra legem’, da noi magistrati della Procura provati e dai giudici avallati e confermati, fino al 1980”.
Dott.Caselli, ma lei si rende conto di ciò che dice?
In pratica, le sue stesse parole, dimostrano l’autentico drammatico risvolto di una realtà ‘orrenda’ -quello ad Andreotti, infatti, è stato il ‘Processo del Secolo’, quindi sarebbe stato difficile, anzi impossibile per i vostri stessi colleghi giudicanti, smentire, in tutto e per tutto (benché fosse giusto e vero!) voi requirenti- eppure tale, discutibile, ragionamento, non fa altro che confermare il mio pensiero: è mai possibile, che voi magistrati tutti, quando sostenete di essere un baluardo di verità, coraggio, presidio di legalità, oltre a rifiutare qualsiasi tentativo di giusta riforma dell’ordine giudiziario -rendendendolo, ovviamente, migliorativo, veramente migliorativo, per noi cittadini- vi sperticate a dire che siete indipendenti e che non vi fate condizionare dalle cose (cioè i tempi coevi) e da nessuno (sarà la politica?), mai avete indagato contro costui (ovvero l’innocente Andreotti), quando dovevate farlo?
Allora è vero: seguite la scia di una realtà, da voi stessi creata, alfine di assoggettare un popolo, insomma noi italiani, proprio perché dal 1992, è finito -per mano vostra!- lo Stato di Diritto (con relativa certezza della pena e credibilità dell’azione penale da voi ‘amministrata’!).
Non parliamo poi, di Roberto Scarpinato -signore e signori- aggiungendo mestamente e sconcertatamente, seppur al netto di una amara ironia: menomamente trattasi di un ex magistrato.
Già, poiché quanto da lui proferito nella trasmissione di sopra accennata, ha dell’incredibile, a fronte di insulsa e velenosa (ma persino e financo falsa) alterata mistificazione.
Difatti, allorquando commenta la cattura di Salvatore Riina, in riferimento al comportamento dei Carabinieri guidato dai Generali Francesco Delfino e Mario Mori (soprattutto quest’ultimo), sostiene con quella sua cadenza sibillante, “ci hanno imbrogliato” (riporto testualmente)!
Piccolo particolare: costui oblia, quasi che non vi siano stati processi e sentenze definitive le quali sanciscono il contrario e hanno pure decretato l’adamantina comportamentalita` dello stesso Mario Mori, per di più prosciogliendolo da tutte le accuse, avverso a lui, ed imbastite dalla Procura (‘Sovietica’?) di Palermo, già guidata dal telamone Caselli di cui prima.
Dio mio, quanta palta da legulei neo giacobini (saranno da strapazzo?) dobbiamo sopportare, assieme ad una ricostruttiva pubblicistica a mo` di propaganda incensatoria, per i giustizialisti nostrani!
Senza dimenticare coloro i quali sono stati i ‘miei (non riusciti, seppur fallimentari) carnefici’, in quanto ora, dopo circa dieci anni -dico dieci anni, lunghi, tristi, dolorosi (ma fino ad un certo punto…almeno per me e alla faccia di tal costoro!)- si ritroveranno a dover finalmente rispondere, a norma di legge e del Trattato Bilaterale di reciprocità Giudiziaria, circa le accuse -fantasiose e incompatibili nello spazio, nel tempo e anafferenti con la realtà e la giurisprudenza- mosse in direzione del sottoscritto.
Aivoglia nell’addurre scuse ed aggrapparsi a cavilli vari, per non presentarsi innanzi l’Autorita` Giudiziaria competente (quale è, per l’appunto il ‘giudice naturale’), cioè in Libano, poiché, signori miei, si procede e si procederà comunque, in base alle normative vigenti (ovviamente!), pure dichiarando contumaci, gli insolenti e futuribili latitanti.
Si, anche in tal senso e in tal modo, poiché checché se ne dica, il procedimento in corso a Beirut (che mi vede parte lesa e testimone, per giusta determinazione della locale magistratura), si basa, esclusivamente, sulla scorta degli atti ufficiali (nonché deliranti!) sottoscritti dai convenuti a giudizio, perciò costoro qualora fossero riconosciuti penalmente responsabili, inevitabilmente -e senza pensare di farla franca, poiché pianterei un circo mediatico internazionale, con tanto di campagna stampa e ciò non significa infangare qualcuno, bensì chiedere che la legge venga rispettata- dicevo, qualora fossero riconosciuti colpevoli (e la cosa è altissimamente certa!), dovranno finire dritti dritti in qualche patria galera, poco importa se in Libano in virtù dell’estrazione o nel nostro Paese che, almeno tenterà di trattenerlo a sé (soprattutto perché ci daranno i ‘piagnistei e gli strepitii’ dell’Associazione Nazionale Magistrati e non solo!).
Certo, nessuno pensi a ‘tirarmi qualche tiro mancino’, cioè inventarsi altre ‘patranate’ sul mio conto, poiché la tal improvvisa ‘cosa’ cagionerebbe ulteriori prove a carico, ovviamente in senso confermativo circa le ipotesi accusatorie verso gli stessi indagati ed imputati, anzi la posizione giuridica, peggiorerebbe anziché no!
In ogni modo e comunque, io tengo il punto, ed ottemperero` agli obblighi di legge, perché sono e rimango un ‘Uomo di Stato e delle Istituzioni’, ma soprattutto, una persona perbene, che non ha paure e timori, semmai pazienza infinita, ma non certo eterna.
Come tutti quelli…che siamo di Bovalino (…per sempre nel mio cuore!).
Vincenzo Speziali