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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 25 APRILE 2024

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Soverato, estorsioni a società turistiche: arrestate cinque persone

Soverato, estorsioni a società turistiche: arrestate cinque persone

Secondo le forze dell’ordine potrebbero essere coinvolte nella faida dei boschi

Soverato, estorsioni a società turistiche: arrestate cinque persone

Secondo le forze dell’ordine potrebbero essere coinvolte nella faida dei boschi

 

(ANSA) CATANZARO – Cinque persone sono state arrestate dalla squadra mobile di Catanzaro con l’accusa di aver compiuto una serie di estorsioni a società nel settore turistico-alberghiero della zona di Soverato, sulla costa jonica catanzarese. Le indagini, coordinate dalla Dda di Catanzaro, hanno come sfondo la faida che sta insanguinando la zona del basso Jonio catanzarese dove è in corso uno scontro tra cosche della ‘ndrangheta, nato dalla cosiddetta faida dei boschi, che in due anni ha provocato una ventina di vittime.

Tra gli arrestati, secondo quanto si e’ appreso, figurano un boss emergente dell’area interessata dalla faida, alcune donne e un addetto ad un istituto di vigilanza che avrebbe dovuto tutelare le vittime nel sistema estorsivo.

Dalle indagini è emerso che da anni importanti società del centro e nord d’Italia, impegnate anche con cospicui investimenti nel settore turistico-alberghiero nel soveratese, ricevevano richieste di somme di denaro, imposizioni di forniture di materiale ed erano costrette ad assumere personale che pur ottenendo un regolare stipendio non prestava attività lavorative.

”Qui dentro siete tutti miei ospiti”. Cosi’ il boss Mario Mongiardo, di 42 anni, ritenuto un elemento di spicco della cosca Gallace di Guardavalle, nel soveratese, era solito rivolgersi ai clienti ed ai dirigenti della societa’ che gestisce parte del villaggio turistico ”Sant’Andrea”, a Sant’Adrea sullo Ionio, ai quali imponeva il pagamento di tangenti e l’assunzione di persone a lui gradite. Mongiardo e’ stato arrestato nella tarda serata di ieri dalla squadra mobile di Catanzaro per estorsione continuata ed aggravata dalle modalita’ mafiose ai danni della societa’ Iperclub di Roma, proprietaria di 120 appartamenti nel villaggio e gestore dell’albergo, e della societa’ Fram Groop di Taranto che provvedeva a reclutare il personale. Insieme a lui sono state arrestate la moglie, Cosmina Sama’, di 43 anni, e la figlia, Marianna (18) e Francesco Corapi (63). Nel corso dell’operazione e’ stato arrestato anche Sergio Mastroianni (49), guardia giurata in servizio al villaggio, accusato di favoreggiamento personale per avere cercato di avvisare Mongiardo e Corapi che la polizia li stava per arrestare. L’inchiesta della squadra mobile, coordinata dalla Dda, e’ durata poco meno di un mese ed e’ nata nell’ambito delle indagini sulla guerra tra cosche in atto nella zona del basso ionio catanzarese ai confini con le province di Reggio Calabria e Vibo Valentia. Gli agenti hanno notato Mongiardo, gia’ noto alle forze dell’ordine, entrare nel villaggio ed atteggiarsi a proprietario. Grazie a pedinamenti ed appostamenti e dopo avere sentito i responsabili della Iperclub e’ emerso quanto stava accadendo ormai da anni. Il primo a imporre una tengente di 12 mila euro l’anno era stato, nel 2003, Corapi, presentatosi come esponente delle cosche. L’uomo si era poi fatto assegnare il servizio di giardinaggio ed imposto la fornitura di frutta che faceva pagare ad un prezzo piu’ alto di quello di mercato e senza alcun controllo. Tre direttori che volevano verificare la qualita’ della merce sono stati trasferiti per la loro sicurezza in altre strutture della societa’. Dopo l’omicidio del boss Vincenzo Varano, ucciso nel luglio del 2009, ha fatto la sua comparsa Mongiardo che ha imposto il pagamento di duemila euro mensili piu’ l’assunzione di varie persone, tra le quali la moglie e la figlia, che percepivano lo stipendio pur non andando a lavorare. La sovrapposizione dei due ha portato anche ad un chiarimento tra Mongiardo e Corapi alla presenza dei dirigenti della societa’, nel corso del quale il primo ha ribadito di essere il rappresentante delle cosche, ottenendo il riconoscimento da parte di Corapi. Ieri sera, sapendo che Mongiardo era solito mangiare al ristorante del villaggio con tutta la famiglia, gli agenti della mobile sono entrati in azione. Mongiardo ha tentato di prendere dal borsello una pistola calibro 7.65 pronta a sparare ma e’ stato bloccato.