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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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Sistema Rende, Miceli (M5S): “Strani silenzi su Principe” "La città ha il diritto di conoscere la verità nel più breve tempo possibile"

Sistema Rende, Miceli (M5S): “Strani silenzi su Principe” "La città ha il diritto di conoscere la verità nel più breve tempo possibile"
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Rende – E’ di pochi giorni fa la decisione del Tribunale del
Riesame di Catanzaro, di revocare la misura degli arresti domiciliari per
Sandro Principe, ex sottosegretario al Lavoro ed ex sindaco di Rende, da
sempre “un militante leale del Pd”, come ha affermato lui stesso, coinvolto
nell’inchiesta della Dda di Catanzaro “Sistema Rende”. Non si può non
notare lo strano silenzio che ha avvolto la nostra città su questa
importante vicenda.

Come Movimento 5 Stelle ci auguriamo che il processo venga svolto in tempi
brevissimi, perché la città ha bisogno di conoscere la verità su questa
inchiesta.

Dobbiamo rinnovare però, e con forza, l’invito al silente sindaco Manna di
far costituire il Comune parte civile. Secondo noi non potrebbe essere
altrimenti, considerato anche il fatto che l’inchiesta è denominata
“Sistema Rende” e se qualcosa verrà contestato agli ex amministratori in
una sentenza definitiva è chiaro che il danno maggiore lo ha subito proprio
la città di Rende e l’intera struttura comunale.

Ci hanno colpito gli stralci dell’ordinanza di custodia cautelare
pubblicati sui giornali, in particolare alcune affermazioni non riferite da
esponenti della delinquenza, la cui credibilità è sicuramente da
dimostrare, ma da autorevoli esponenti del PD locale, sodali di Principe.

Affermazioni che gettano una luce inquietante sulla vita amministrativa del
nostro Comune. Dopo pochi giorni dall’insediamento dell’avvocato Cavalcanti
nella carica di sindaco del Comune di Rende, ad esempio, Cavalcanti, con
riferimento a Sandro Principe affermerebbe “… è venuto ed ha incominciato
a dare disposizioni a … ha chiamato tutti i dirigenti: tu devi fare
questo, tu devi fare quello, tu devi fare quello … fra l’altro, andando a
dire cose che erano assolutamente fuori dal mondo per illegalità!”.

E ancora si può leggere in un altro passaggio, sempre dalle parole
dell’avvocato Cavalcanti: “Era notorio che l’Onorevole Principe assumeva
tutte le decisioni che riguardavano l’attività amministrativa dell’Ente,
non solo quando ricopriva il ruolo del sindaco, ma anche quando tale ruolo
non era da lui ricoperto. Evidentemente nessun dirigente-funzionario o
pubblico amministratore della maggioranza poteva assumere decisioni
significative non previamente autorizzate dal Principe medesimo. Aggiungo
che non solo gli amministratori, ma anche i funzionari e i dirigenti
dovevano rispondere al Principe. … In realtà la suddivisione ex lege tra
le competenze d’indirizzo del potere politico e quelle di carattere
tecnico-amministrativo al Comune di Rende restavano solo sulla carta. …
Tentativi di ingerenza che, come già riferito nel precedente verbale, si
orientavano non solo verso la maggioranza politica, espressione del
Principe, ma anche nei confronti dei vari Dirigenti del Comune di Rende, i
quali, per mia conoscenza diretta, assecondavano le richieste del suddetto”.

Dunque, secondo l’ex primo cittadino di Rende, funzionari e dirigenti del
Comune non avrebbero fatto gli interessi dei cittadini ma solo quelli di
una parte politica. Gli esponenti regionali del Partito Democratico non
dovrebbero far finta di nulla.

Ricordiamo al segretario regionale del PD quello che ha affermato lo stesso
Principe nei giorni scorsi in un’intervista: “I miei voti sono andati a
gente come Oliverio, come Minniti. Una delle accuse riguarda le elezioni
provinciali del 2009 quando il candidato alla presidenza era Oliverio, non
ero io. E quindi al segretario regionale Magorno e a tutti quelli a cui ho
dato il mio sostegno elettorale, chiedo se si sono mai resi conto che io
portavo i voti della mafia”.

Chi deve rispondere a questa domanda?

Per noi del Movimento 5 Stelle è fondamentale scoprire tutta la verità, e
nel più breve tempo possibile, assegnare le dovute responsabilità e
sincerarsi che ogni possibile condizionamento, soprattutto mafioso, sia ben
lontano dalla nostra Rende.