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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 07 MAGGIO 2024

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Similitudini e diversità tra Gerrard Winstanley e William Godwin nel nuovo libro di Giuseppe Gagliano

Similitudini e diversità tra Gerrard Winstanley e William Godwin nel nuovo libro di Giuseppe Gagliano

Un’analisi del saggista sui due pensatori che hanno aperto al cambiamento il pensiero politico moderno. Giuseppe Gagliano: «La critica alla democrazia rappresentativa trae la sua genesi storica dalle riflessioni di questi due autori»

Similitudini e diversità tra Gerrard Winstanley e William Godwin nel nuovo libro di Giuseppe Gagliano

Un’analisi del saggista sui due pensatori che hanno aperto al cambiamento il pensiero politico moderno. Giuseppe Gagliano: «La critica alla democrazia rappresentativa trae la sua genesi storica dalle riflessioni di questi due autori»

 

 

In un contesto contemporaneo dove il rapporto tra realtà politica e scienza politica sembra sempre più indebolito, il saggio di Giuseppe Gagliano, Presidente del Centro Studi Strategici “Carlo de Cristoforis” si pone come notevole fulcro di indagine. Il suo testo “Utopia e antagonismo politico – Nella riflessione di Gerrard Winstanley e William Godwin”, edito da Aracne, evidenzia una visione di società alternativa scaturita da critiche costruttive verso forme di potere centralizzato che hanno costituito la società moderna. L’autore propone uno spaccato delle riflessioni di due protagonisti accreditati come ispiratori del pensiero politico moderno democratico, in modo particolare nella tendenza anarchica, anche se in termini e modalità differenti.
Comparando i due modelli, l’autore pone l’accento soprattutto sull’impronta innovativa delle loro teorie sottolineando similitudini e differenze di approccio. Nati in due epoche diverse (il primo operò nella metà del Seicento mentre l’altro tra fine Settecento e i primi anni dell’Ottocento), Winstanley e Godwin hanno proposto una visione del mondo utopica. Gagliano analizza lo sviluppo della teoria di Winstanley con un’osservazione accurata che parte dalla formazione di comunità politico-religiose che si contrapposero al potere centrale e ecclesiale. In particolare fa riferimento ai Diggers (Zappatori), orientati proprio dal teorico che ne guidò le condotte: un gruppo dai valori singolari con al centro degli ideali la volontà di soppressione della proprietà privata, ma anche la riferibilità del lavoro verso l’individuo singolo e un coraggioso concetto di parità incondizionata tra sessi. L’autore traccia in maniera chiara l’importanza dei Diggers, individuando l’influenza che in futuro avrebbe determinato nei radicali attivi. Tutto ciò nonostante i componenti della comunità siano stati reiettati dai proprietari terrieri in modi aspri e feroci.
Gagliano, con occhio critico, rileva quanto la religione sia stata determinante per il pensiero di Winstanley e per la comunità: il rapporto tra Dio e l’uomo diventa un privilegio individuale senza intercessioni ecclesiastiche. Nel testo non è trascurato l’aspetto precursore di Winstanley: anche l’operazione che attua, proponendo una visione del lavoro che si svincola dalla concezione per la quale esso diventa punizione derivante dal peccato originale, vuole generare un affrancamento naturale dallo sfruttamento dei padroni. In anticipo rispetto anche a temi come la democrazia rappresentativa, che concepisce con limite di permanenza e non rieleggibilità per evitare rischi di potere inalterabile. O ancora rispetto il sistema giudiziale, determinando la condanna nella sua accezione più educativa e non punitiva.
Anche nell’analisi della figura di William Godwin l’autore propone un quadro esplicativo che parte dal contesto storico e dai suoi testi, citati da Marx, Engels e stimati da Tolstoj. Uno scrittore e filosofo che, comunque, non si risparmiò aspre critiche a causa del suo pensiero che si richiama all’utilitarismo ma che, come rileva approfonditamente l’autore, non deve essere interpretato come una distinzione tra fini e mezzi dell’azione morale: “Dal punto di vista più squisitamente filosofico-politico, Godwin – afferma Giuseppe Gagliano – si accosta al movimento giusnaturalista mediante la lettura dei filosofi francesi, in particolare di Rousseau”. Un approccio col quale la Political Justice si presenta come problema pedagogico dell’uomo razionale, libero da qualsiasi influenza estrinseca.
Nel testo, tra l’altro, l’autore fa emergere le valutazioni negative di Godwin nei confronti del sistema democratico elettorale che ritiene mendace, soprattutto quando si sviluppa attraverso formule referendarie deboli di fronte a varie forme di complessità. Il suo concetto di giustizia politica porta a una consapevolezza innovativa del rapporto tra Stato e cittadino, mantenendo comunque una visione più intellettuale che politica-sociale. Riconducendo il concetto di libertà nella propensione al bene e rifuggendo qualsiasi predisposizione all’incoscienza.
Due pensatori a confronto che il testo di Giuseppe Gagliano propone al lettore in maniera fluida e accattivante attraverso le molteplici relazioni che li legano ma, allo stesso tempo, rilevandone le articolate diversità di fondo. I tratti e gli elementi distintivi che emergono diventano, così, una lineare guida per la comprensione di due personalità complesse che hanno segnato in maniera sostanziale il pensiero politico moderno. In questa prospettiva il lavoro dell’autore assume un’importanza rilevante, tracciando un quadro d’insieme che fornisce al lettore un chiaro orientamento verso due personalità determinanti.

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Giuseppe Gagliano si è laureato in Filosofia presso l’Università Statale di Milano. Ha conseguito il Master in Studi strategici e Intelligence e quello in Diritto internazionale e conflitti armati. È Presidente del Cestudec (Centro Studi Strategici Carlo De Cristoforis) e collabora con la «Rivista Marittima», l’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie, la Glocal University Network, la Società italiana di Storia Militare, il Centro de Estudos em Geopolítica e Relações Intenacionais (Brasile), il Centre Français de Recherche sur le Renseignement (Francia), il Sage International (Australia), il Terrorism Research & Analysis Consortium (Usa), Geostrategic Forecasting (Usa) e l’International Journal of Science (Inghilterra). Ha pubblicato tra l’altro: “Sicurezza internazionale e controllo degli armamenti”, “Il potere marittimo negli scenari multipolari”, “Studi strategici. Introduzione alla conflittualità non convenzionale, vol. I”, “Studi strategici. Il ruolo della conflittualità non convenzionale nel contesto delle ideologie antagoniste del novecento, vol. II”, “Guerra economica e intelligence”. È inoltre autore di numerosi saggi e articoli in lingua inglese e francese.

INTERVISTA

La visione innovativa di una società alternativa nelle valutazioni di due protagonisti ispiratori del pensiero politico moderno democratico è alla base del nuovo testo di Giuseppe Gagliano, presidente del Centro Studi Strategici “Carlo de Cristoforis”, dal titolo Utopia e antagonismo politico – Nella riflessione di Gerrard Winstanley e William Godwin (Aracne edizioni).
Oggi si vive una crisi economica determinante: potrebbe coincidere con una recessione della scienza politica?
L’attuale gravissima crisi economica non potrà che dare consistenza storica alle posizioni di coloro che rifiutano radicalmente il sistema capitalistico.
In questo quadro come si determina la riscoperta di due personalità decisive per il pensiero politico moderno come Gerrard Winstanley e William Godwin?
Le critiche mosse dagli studiosi inglesi hanno storicamente anticipato quelle del socialismo utopista e dell’anarchismo individualista e comunista. Sotto questo profilo non pochi dei contenuti del movimento alterglobal attuale trova proprio in questi autori evidenti anticipazioni. Un discorso analogo può essere fatto per le riflessioni di David Graeber e Michel Onfray che sono debitori proprio delle riflessioni degli autori inglesi.
In questa prospettiva di anticipazione, lei crede che nel contesto attuale si possa sentire l’esigenza di un mutamento di idee?
Vede, sotto il profilo della storia delle dottrine politiche i due autori inglesi sono a tutti gli effetti degli anticipatori di quel vasto movimento denominato alterglobal. La critica alla democrazia rappresentativa (ripresa poi da Proudhon, Stirner, Marx, Bakunin e Kropotkin) trae la sua genesi storica proprio nelle riflessioni di questi due autori, indipendentemente dalla consapevolezza che i pensatori anarchici e socialisti ebbero