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TAURIANOVA (RC), SABATO 14 DICEMBRE 2024

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“Siamo partito che può risolvere dramma sanità calabrese” Lo affermano i candidati del Movimento 5stelle Dalila Nesci, Paolo Parentela, Giuseppe d'Ippolito e Silvia Vono

“Siamo partito che può risolvere dramma sanità calabrese” Lo affermano i candidati del Movimento 5stelle Dalila Nesci, Paolo Parentela, Giuseppe d'Ippolito e Silvia Vono
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«Se andremo al governo, ci occuperemo con cognizione dei due grandi drammi della sanità calabrese: il Piano di rientro e il relativo commissariamento». Lo affermano, in una nota, i candidati del Movimento 5stelle Dalila Nesci, Paolo Parentela, Giuseppe d’Ippolito e Silvia Vono, che aggiungono: «È un impegno che possiamo assumere perché, mentre Pd e Forza Italia si sono resi complici dello sfascio della sanità, noi abbiamo già presentato due proposte specifiche: la ridefinizione delle norme sul commissariamento e la redistribuzione alle regioni del Fondo sanitario sulla base del fabbisogno di cure nei singoli territori, il che permetterebbe alla Calabria di avere 130milioni all’anno in più per ospedali, personale e macchinari, dunque di mettersi nelle condizioni di chiudere la lunga stagione del Piano di rientro, che si è rivelato un fallimento, stando anche all’ultimo rapporto Osservasalute». «Nel documento, infatti, la Calabria – continuano i candidati 5stelle – figura al primo posto per tasso di mortalità neonatale e infantile, con una mortalità elevata per gli adulti e un’aspettativa di vita minore rispetto a più regioni del Nord». «Bisogna avere – proseguono i candidati 5stelle – il coraggio di scelte forti, intanto di perseguire concrete vie d’uscita dal commissariamento e dal Piano di rientro, serviti per alimentare clientele politiche, per chiudere reparti, bloccare le assunzioni e consentire abusi sfacciati, sperperi, malasanità e le minacce teatrali d’incatenamento da parte del governatore Oliverio». «Soltanto il Movimento 5stelle – concludono Nesci, Parentela, D’Ippolito e Vono – ha le mani libere per riformare la sanità a garanzia dell’effettivo diritto alla salute. I calabresi non possono più essere cittadini di serie B».