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Sequestrato acquedotto nel vibonese per carenze igieniche

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Notificati 26 avvisi di garanzia. Tra gli indagati Sergio Abramo, il sindaco di Vibo e il suo predecessore

 

Il Sindaco Nicola D’Agostino: “Sono sereno, ho agito tempestivamente dalla segnalazione degli organi competenti, per la prima volta, del problema. Mi affido alla magistratura” 

Sequestrato acquedotto nel vibonese per carenze igieniche

Notificati 26 avvisi di garanzia. Tra gli indagati Sergio Abramo, il sindaco di Vibo e il suo predecessore

 

 

(ANSA) – VIBO VALENTIA – I Carabinieri del Nas di Catanzaro hanno sequestrato l’invaso artificiale ‘Alaco’, al confine tra le province di Catanzaro e Vibo Valentia e del relativo impianto di potabilizzazione, nonché di 57 apparati idrici (serbatoi, sorgenti, pozzi, partitori) tutti facenti parte dello schema dell’acquedotto dell’Alaco, dislocate su tutto il territorio delle due province. Il provvedimento di sequestro è stato emesso dalla Procura di Vibo Valentia per carenze igienico-strutturali.

NOTIFICATI 26 AVVISI DI GARANZIA

Sono ventisei le persone coinvolte nell’inchiesta che ha portato stamane al sequestro dell’acquedotto ‘Alaco’, tra Vibo Valentia e Catanzaro. Contestualmente al sequestro dell’acquedotto, sono stati notificati gli avvisi di garanzia nei confronti di dirigenti e tecnici della società di gestione del servizio idrico, di responsabili di Aziende Sanitarie Provinciali, di dirigenti regionali e dell’Arpacal nonché dei sindaci di alcuni comuni. Le persone indagate sono accusate di aver consentito la distribuzione di acqua per uso umano non conforme ai requisiti di potabilità.

PROCURATORE, QUADRO GRAVE PER SALUTE

“Si è trattato di un lavoro estremamente impegnativo portato avanti dagli investigatori e dalla Procura da cui è emerso un quadro estremamente grave, con pregiudizio per la salute pubblica”. Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo, circa l’indagine che ha portato al sequestro dell’acquedotto Alaco ed all’emissione di 26 avvisi di garanzia. “Le indagini – ha aggiunto – proseguono per definire le responsabilità penali delle persone coinvolte e ricostruire in termini di assoluta precisione i fatti oggetto dell’inchiesta”.

INDAGATO ABRAMO PRESIDENTE SORICAL. STESSO PROVVEDIMENTO PER SINDACO VIBO VALENTIA E PREDECESSORE

C’é anche il neo sindaco eletto di Catanzaro e presidente della Sorical, Sergio Abramo, tra le 26 persone che hanno ricevuto l’avviso di garanzia dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia per l’inchiesta sull’acquedotto ‘Alaco’. Altri avvisi di garanzia sono stati notificati all’attuale sindaco di Vibo Valentia, Nicola D’Agostino, ed al predecessore Franco Sammarco. I reati che vengono contestati a vario titolo sono di avvelenamento colposo di acqua e frode in pubbliche forniture in concorso con alcuni dirigenti della Sorical.

NEL 2010 SEGNALATA ACQUA NON POTABILE

Ha avuto inizio nel 2010 l’indagine dei carabinieri del Nas di Catanzaro e del Corpo forestale dello stato di Vibo Valentia che ha portato all’operazione chiamata ‘Acqua sporca’ per il sequestro dell’acquedotto Alaco e la notifica di 26 avvisi di garanzia. L’inchiesta ha preso le mosse da numerose segnalazioni circa il colore, il sapore e l’odore dell’acqua potabile che dall’invaso artificiale dell’Alaco finiva nella rete idrica pubblica. L’acquedotto fornisce l’acqua potabile alla gran parte dei comuni della provincia di Vibo Valentia ed alcuni comuni del basso jonio soveratese, in Provincia di Catanzaro. In particolare il Corpo Forestale ha provveduto al sequestro delle le strutture idriche di Mongiana, Nardodipace, Fabrizia e Vallelonga, tutte nel vibonese. Nel corso delle indagini il personale della Forestale ha effettuato, all’interno del bacino della diga dell’Alaco, in prossimità dell’impianto di trattamento dell’acqua, numerosi prelevamenti e campionature grazie ad una sonda multiparametrica, allo scopo di verificare il livello di inquinamento delle acque e la loro potabilità.

ACQUA NON DEPURATA IMMESSA NELLA RETE. IN UN ANNO FATTO UN CONTROLLO CHIMICO RISPETTO AI 12 PREVISTI

L’acqua della diga dell’Alaco veniva immessa nella rete idrica dell’acquedotto senza essere prima depurata. E’ uno dei particolari emersi dalle indagini dei carabinieri del Nas di Catanzaro e del Corpo forestale dello Stato che hanno portato al sequestro dell’acquedotto ed alla notifica di 26 avvisi di garanzia. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, hanno avuto inizio dopo numerose segnalazioni circa lo strano colore scuro ed il cattivo odore dell’acqua che usciva dai rubinetti. Dagli accertamenti è emerso che in un anno è stato effettuato un solo controllo chimico dell’acqua rispetto ai dodici previsti. I particolari delle indagini sono state rese note stamane nel corso di una conferenza stampa tenuta dal Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo, e dai rappresentanti dei carabinieri del Nas e del Corpo Forestale dello stato. “Durante le indagini – ha detto il Procuratore – è emersa anche una notevole confusione sulle competenze che spettano ai singoli enti circa la depurazione, i controlli e la distribuzione delle acque”. I ventisei indagati sono accusati a vario titolo di inadempienza del contratto di pubblica fornitura, avvelenamento colposo di acque, interruzione di pubblico servizio, omissione in atti d’ufficio e falso.

Il sindaco Nicola D’Agostino: “Sono sereno, ho agito tempestivamente dalla segnalazione degli organi competenti, per la prima volta, del problema. Mi affido alla magistratura”

E’ quanto dichiarato dal sindaco D’Agostino a seguito del sequestro dell’invalso artificiale Alaco e dei relativi avvisi di garanzia emessi dalla Procura di Vibo Valentia, per carenze igienico-strutturali.

redazione@approdonews.it