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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

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Senza sostegno politico il si al Ponte è aria fritta Le dichiarazioni di Renato Mazzoncini (AD delle FS che presto incorporerà anche l'ANAS) sono sostanzialmente positive ma senza il sostegno politico rischiano di restare lettera morta. Bisogna cambiare il quadro politico

Senza sostegno politico il si al Ponte è aria fritta Le dichiarazioni di Renato Mazzoncini (AD delle FS che presto incorporerà anche l'ANAS) sono sostanzialmente positive ma senza il  sostegno politico rischiano di restare lettera morta. Bisogna cambiare  il quadro politico
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di Giovanni Alvaro

La prima telefonata che ho ricevuto, nella qualità di membro del Comitato ‘Ponte Subito’ è stata quella di un amico che mi chiedeva cosa ne pensassi delle dichiarazioni dell’Amministratore delegato delle Ferrovie italiane, Renato Mazzoncini. Dichiarazioni con le quali, in un forum organizzato su L’Economia del Corrierone, auspica una “rivoluzione nei trasporti” per far del trasporto su rotaie una delle gambe fondamentali della mobilità del Paese, sia per ridurre quell’80% che si serve essenzialmente dell’auto privata, che di quel 93% di trasporto merci che usa il gommato.

Ma il vero motivo della telefonata era riferito al ragionamento che Mazzoncini ha fatto soprattutto in riferimento al Ponte sullo Stretto. Mazzoncini tra le altre cose ha sottolineato che il gap di infrastrutture tra Nord e Sud va colmato e il “Ponte sullo Stretto va fatto nell’ambito del Corridoio ferroviario cha va dalla Scandinavia alla Sicilia”. “Non c’è alcun motivo – ha continuato – per non completare il corridoio. Il problema del Ponte è il modello di project financing: è sbagliato pensare che possa essere finanziato al 100% dai privati. Fa parte del corridoio ferroviario perciò va finanziato con gli stessi criteri.

E’ una bufala o no? Andiamo per gradi. Il ragionamento del ceo delle FS, e quanto prima anche dell’Anas che verrà accorpata, sembra un rilancio del Ponte ma… il fatto d’aver totalmente ignorato l’importanza del Ponte nel trasporto dei container che viaggiano su nave e che potrebbero viaggiare su rotaia utilizzando la naturale disposizione dell’Italia nel Mediterraneo, può avere due risposte: o una cattiva informazione o un tentativo di non spaventare la cara Angela Merkel che sta dietro al ‘compitino a casa’ portato a termine da Mario Monti con la liquidazione per legge del Ponte.

Nel primo caso, se si tratta di disinformazione, si ha la prova che l’importanza del Ponte nel ‘catturare’ una buona fetta del trasporto marittimo delle merci, da e verso l’Estremo Oriente, mettendole su rotaia, non passa minimamente per la testa dell’attuale Amministratore delegato delle FS che, quindi, pensa al Ponte solo come infrastruttura per il traffico domestico, e questo, certamente, sarebbe estremamente negativo perché si continuerà a considerarlo senza valore strategico, per l’economia dell’intero Paese, e come tale di difficile realizzazione.

Nel secondo caso, quello di non voler spaventare la Merkel (impegnata, finora, a difendere il ruolo dei porti del Northern Range come Rotterdam, Augusta e Anversa), si scorge un elemento positivo convalidato dal successivo “Bisogna capire come farlo rientrare nei corridori ferroviari europei dal punto di vista normativo” che dimostra che Mazzoncini ha ben chiare le coordinate del problema reso più difficile, in questi ultimi anni, per la contemporanea presenza sulla scena di 5 ‘NO al Ponte’ ideologici come quelli del Governo centrale, delle Regioni interessate Sicilia (Crocetta) e Calabria (Oliverio) e dei Sindaci di Messina (Accorinti) e Reggio Calabria (Falcomatà).

Val la pena ricordare che tutti i 5 personaggi votati al ‘benaltrismo’, che è il becero luogo comune per il NO al Ponte, sono dello stesso colore politico. Se si indovina qual’è, si capisce subito con chi prendersela se fino ad oggi è prevalso il NO. E sarà, purtroppo, sempre NO se a vincere, non volesse il cielo, ci saranno magari i nuovi parvenu della politica col vestito della festa.