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TAURIANOVA (RC), VENERDì 29 MARZO 2024

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Seggio conteso Regione, nuova pronuncia della Cassazione La Suprema Corte chiude il caso e dà nuovamente ragione a Gallo

Seggio conteso Regione, nuova pronuncia della Cassazione La Suprema Corte chiude il caso e dà nuovamente ragione a Gallo
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Caso chiuso. Definitivamente. Con ordinanza depositata in data odierna, la Prima Sezione Civile (Maria Cristina Giancola presidente; Clotilde Parise, Giulia Iofrida e Francesco Terrusi consiglieri; Maria Acierno consigliere relatore) ha rigettato il ricorso per revocazione presentato dall’ex consigliere regionale Giuseppe Graziano contro l’ordinanza con cui proprio la Cassazione, nel Luglio 2018, aveva acclarato – sostanzialmente confermando le pronunce di analogo senso e contenuto in precedenza già rese da Tribunale Civile e Corte d’Appello – la sua condizione di ineleggibilità per la tardività del collocamento in aspettativa speciale da Primo dirigente e Vicecomandante regionale del Corpo Forestale dello Stato, dichiarandone la decadenza dalla carica in favore di Gallo, quale primo dei non eletti. Ritenendo che la Suprema Corte avesse fondato il suo convincimento su un errore di fatto legato ad una presunta, errata valutazione di un documento (quello della istanza di collocazione in aspettativa) ritenuto fondamentale per la decisione, Graziano aveva chiesto ai giudici di porre rimedio all’asserito errore e ritornare sui propri passi. Tesi fermamente contestata da Gallo e dai suoi legali, gli avvocati Oreste Morcavallo e Francesco Paolo Gallo, con gli ermellini che alla fine hanno dichiarato inammissibile il nuovo ricorso, condannando il ricorrente Graziano anche al pagamento delle spese processuali. E pure se alla scadenza della legislatura mancano ormai poche settimane, innegabile è il valore simbolico di un provvedimento che chiude la complessa vicenda giudiziaria (segnata anche da un pronunciamento della Corte Costituzionale) a favore di Gallo, rientrato in Consiglio regionale, soltanto nel Novembre del 2017, tre anni dopo le Regionali del 2014, per i tempi lunghi – ed i percorsi a volte tortuosi – di procedure alla fine comunque completatesi in maniera inequivocabile.