Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

Torna su

Torna su

 
 

Se nasci in Italia…

Se nasci in Italia…

Quando si nasce nel posto sbagliato e si continua a far finta di niente

Se nasci in Italia…

Quando si nasce nel posto sbagliato e si continua a far finta di niente

 

 

Io sono Antonio Giangrande, noto autore di saggi pubblicati su Amazon, che
raccontano questa Italia alla rovescia. A tal fine tra le tante opere da me
scritte vi è “Italiopolitania. Italiopoli degli italioti”. Di questo,
sicuramente, non gliene fregherà niente a nessuno. Fatto sta che io non
faccio la cronaca, ma di essa faccio storia, perché la quotidianità la
faccio raccontare ai testimoni del loro tempo. Certo che anche di questo non
gliene può fregar di meno a tutti. Ma una storiella raccontata da Antonio
Menna che spiega perché, tu italiano, devi darti alla fuga dall’Italia,
bisogna proprio leggerla. Mettiamo che Steve Jobs sia nato in Italia. Si
chiama Stefano Lavori. Non va all’università, è uno smanettone. Ha un amico
che si chiama Stefano Vozzini. Sono due appassionati di tecnologia, qualcuno
li chiama ricchioni perchè stanno sempre insieme. I due hanno una idea. Un
computer innovativo. Ma non hanno i soldi per comprare i pezzi e
assemblarlo. Si mettono nel garage e pensano a come fare. Stefano Lavori
dice: proviamo a venderli senza averli ancora prodotti. Con quegli ordini
compriamo i pezzi. Mettono un annuncio, attaccano i volantini, cercano
acquirenti. Nessuno si fa vivo. Bussano alle imprese: “volete sperimentare
un nuovo computer?”. Qualcuno è interessato: “portamelo, ti pago a novanta
giorni”. “Veramente non ce l’abbiamo ancora, avremmo bisogno di un vostro
ordine scritto”. Gli fanno un ordine su carta non intestata. Non si può mai
sapere. Con quell’ordine, i due vanno a comprare i pezzi, voglio darli come
garanzia per avere credito. I negozianti li buttano fuori. “Senza soldi non
si cantano messe”. Che fare? Vendiamoci il motorino. Con quei soldi riescono
ad assemblare il primo computer, fanno una sola consegna, guadagnano
qualcosa. Ne fanno un altro. La cosa sembra andare. Ma per decollare ci
vuole un capitale maggiore. “Chiediamo un prestito”. Vanno in banca.
“Mandatemi i vostri genitori, non facciamo credito a chi non ha niente”, gli
dice il direttore della filiale. I due tornano nel garage. Come fare? Mentre
ci pensano bussano alla porta. Sono i vigili urbani. “Ci hanno detto che qui
state facendo un’attività commerciale. Possiamo vedere i documenti?”. “Che
documenti? Stiamo solo sperimentando”. “Ci risulta che avete venduto dei
computer”. I vigili sono stati chiamati da un negozio che sta di fronte. I
ragazzi non hanno documenti, il garage non è a norma, non c’è impianto
elettrico salvavita, non ci sono bagni, l’attività non ha partita Iva. Il
verbale è salato. Ma se tirano fuori qualche soldo di mazzetta, si appara
tutto. Gli danno il primo guadagno e apparano. Ma il giorno dopo arriva la
Finanza. Devono apparare pure la Finanza. E poi l’ispettorato del Lavoro. E
l’ufficio Igiene. Il gruzzolo iniziale è volato via. Se ne sono andati i
primi guadagni. Intanto l’idea sta lì. I primi acquirenti chiamano
entusiasti, il computer va alla grande. Bisogna farne altri, a qualunque
costo. Ma dove prendere i soldi? Ci sono i fondi europei, gli incentivi
all’autoimpresa. C’è un commercialista che sa fare benissimo queste
pratiche. “State a posto, avete una idea bellissima. Sicuro possiamo avere
un finanziamento a fondo perduto almeno di 100mila euro”. I due ragazzi
pensano che è fatta. “Ma i soldi vi arrivano a rendicontazione, dovete prima
sostenere le spese. Attrezzate il laboratorio, partire con le attività, e
poi avrete i rimborsi. E comunque solo per fare la domanda dobbiamo aprire
la partita Iva, registrare lo statuto dal notaio, aprire le posizioni
previdenziali, aprire una pratica dal fiscalista, i libri contabili da
vidimare, un conto corrente bancario, che a voi non aprono, lo dovete
intestare a un vostro genitore. Mettetelo in società con voi. Poi qualcosa
per la pratica, il mio onorario. E poi ci vuole qualcosa di soldi per oliare
il meccanismo alla regione. C’è un amico a cui dobbiamo fare un regalo sennò
il finanziamento ve lo scordate”. “Ma noi questi soldi non ce li abbiamo”.
“Nemmeno qualcosa per la pratica? E dove vi avviate?”. I due ragazzi
decidono di chiedere aiuto ai genitori. Vendono l’altro motorino, una
collezione di fumetti. Mettono insieme qualcosa. Fanno i documenti, hanno
partita iva, posizione Inps, libri contabili, conto corrente bancario. Sono
una società. Hanno costi fissi. Il commercialista da pagare. La sede sociale
è nel garage, non è a norma, se arrivano di nuovo i vigili, o la finanza, o
l’Inps, o l’ispettorato del lavoro, o l’ufficio tecnico del Comune, o i
vigili sanitari, sono altri soldi. Evitano di mettere l’insegna fuori della
porta per non dare nell’occhio. All’interno del garage lavorano duro:
assemblano i computer con pezzi di fortuna, un po’ comprati usati un po’ a
credito. Fanno dieci computer nuovi, riescono a venderli. La cosa sembra
poter andare. Ma un giorno bussano al garage. E’ la camorra. Sappiamo che
state guadagnando, dovete fare un regalo ai ragazzi che stanno in galera.
“Come sarebbe?”. “Pagate, è meglio per voi”. Se pagano, finiscono i soldi e
chiudono. Se non pagano, gli fanno saltare in aria il garage. Se vanno alla
polizia e li denunciano, se ne devono solo andare perchè hanno finito di
campare. Se non li denunciano e scoprono la cosa, vanno in galera pure loro.
Pagano. Ma non hanno più i soldi per continuare le attività. Il
finanziamento dalla Regione non arriva, i libri contabili costano, bisogna
versare l’Iva, pagare le tasse su quello che hanno venduto, il
commercialista preme, i pezzi sono finiti, assemblare computer in questo
modo diventa impossibile, il padre di Stefano Lavori lo prende da parte e
gli dice “guagliò, libera questo garage, ci fittiamo i posti auto, che è
meglio”. I due ragazzi si guardano e decidono di chiudere il loro sogno nel
cassetto. Diventano garagisti. La Apple in Italia non sarebbe nata, perchè
saremo pure affamati e folli, ma se nasci nel posto sbagliato rimani con la
fame e la pazzia, e niente più.

Dr Antonio Giangrande

Presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie e di Tele Web Italia