Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

Torna su

Torna su

 
 

Scontri ad Atene Sciopero diventa violento

Scontri ad Atene Sciopero diventa violento

Picchiato anche un ex ministro

 

Scontri ad Atene Sciopero diventa violento

Picchiato anche un ex ministro

 

 

 

ATENE – Scontri ad Atene tra polizia e manifestanti che hanno messo a ferro e fuoco la capitale greca nel giorno dello sciopero generale in cui è culminato il malessere sociale dovuto alla grave crisi economica che attanaglia Paese. Fino a 20mila le persone scese in piazza, molti con lacrimogeni e molotov. Un ex ministro è stato inseguito e picchiato da dimostranti fuori dal parlamento. L’intero Paese è paralizzato dallo sciopero di 24 ore indetto dai due maggiori sindacati (l’Adedy, dei dipendenti pubblici, e la Gsee, dei lavoratori del settore privato), che si sono mobilitati contro la nuova legge approvata ieri notte dal Parlamento e che crea un nuovo regime nei rapporti di lavoro. Per domani è previsto un altro sciopero generale di tutti i mezzi di trasporto urbano e ferroviario. Nella capitale oggi il corteo contro le misure di austerità adottate dal governo ha raggiunto in tarda mattinata la centralissima piazza Syntagma dove i dimostranti hanno lanciato lacrimogeni contro due hotel di lusso. Poco distante, davanti alla sede del parlamento circa 200 manifestanti, identificati come appartenenti a movimenti di estrema sinistra, hanno inseguito e picchiato il ministro dei trasporti nel precedente governo conservatore, Kostis Hatzidakis, urlandogli contro “Ladri! Vergogna!”, gli hanno tirato dei sassi e l’hanno colpito con dei bastoni. Testimoni hanno riferito di aver visto il politico con il volto coperto di sangue mentre tentava di seminare i suoi aggressori trovando rifugio in un edificio. E i disordini potrebbero continuare nelle prossime settimane, gli organizzatori delle proteste e i rappresentanti dei sindacato lo hanno già annunciato: “Ci saranno altre azioni (di protesta ndr) dopo le vacanze. Non molliamo, ce la faremo”. Mentre, almeno per le prossime ore, il Paese rimane paralizzato: le navi sono ferme nei porti, lo staff negli ospedali è ridotto al minimo e anche le sedi dei ministeri hanno chiuso i battenti dopo che i lavoratori, sia del settore privato che di quello pubblico, hanno incrociato le braccia. Scenari ‘apocalittici’ in alcune zone della città dove, a causa dello stop pressoché totale dei trasporti pubblici, le auto invadono le strade muovendosi a passo d’uomo. A dare il senso dell’eccezionalità della giornata contribuisce anche il totale silenzio dei media dopo che allo sciopero hanno aderito anche i giornalisti.