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TAURIANOVA (RC), SABATO 04 MAGGIO 2024

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Sciopero camionisti, difficile essere solidali, impossibile non condannare

Sciopero camionisti, difficile essere solidali, impossibile non condannare

Editoriale di  Salvatore Lazzaro

Sciopero camionisti, difficile essere solidali, impossibile non condannare

Editoriale di  Salvatore Lazzaro

 

 

L’Italia in ginocchio? Forse è meglio dire – meno elegantemente ma con più efficacia – che si trova col culo per terra. Così si è ridotto il Bel Paese a causa delle intemperanze – camuffate da scioperi – dei trasportatori (per tacere dei tassisti o dei farmacisti o dei petrolieri, tutti impegnati a difendere antiche rendite di posizioni).

Sia ben chiaro. Lo sciopero, le manifestazioni sono sacrosanti in uno Stato democratico quando si tratta di far valere le proprie ragioni. Solo che ogni forma di protesta deve soggiacere alla legge. Lo dice anche la nostra Costituzione. Lo sciopero non può essere diretto contro una comunità, addirittura contro una nazione.

Ma veramente vogliamo scherzare col fuoco?

Il fatto è che fin troppo, in passato e anche oggidì, si è stati molto tolleranti verso chi, agitandosi oltre misura, ha finito col creare danni ingenti ai cittadini e al sistema produttivo. Succede soprattutto quando scioperano i treni o gli aerei o i mezzi pubblici e privati o le grandi catene di distribuzione. Qui a farne le spese sono sempre e solo i cittadini nelle vesti di utenti e di consumatori.

Per non parlare dei blocchi stradali, vietati dalla legge ma sempre attuati in dispregio alla stessa. Nel lassismo generale di chi dovrebbe garantire che le minoranze – a volte infime – prendano in ostaggio il Paese intero.

Gli autotrasportatori – per restare al problema di questi giorni – possono anche avere – e le hanno – tante ragioni per ribellarsi ai costi del carburante sempre più alto, ai pedaggi e a quant’altro mina la loro economia. Solo che è sbagliato il metodo della protesta. Che oltre a renderli impopolari tra gli italiani, reca un gravissimo danno economico all’intera nazione. Un danno che diventa un salasso per le tasche dei cittadini, già abbondantemente depredate dalle varie manovre. Perché il blocco dei tir – soprattutto dei rifornitori dei generi alimentari e dei carburanti – finirà con il provocare – come lo ha già provocato – un aumento smisurato dei prezzi. Complice anche l’immancabile speculazione dei soliti furbetti. Aumento che si assomma ai tanti causati dalle misure prese dal governo.

Sicché il povero Pantaleone continuerà a pagare sulla propria pelle tutto questo disastro. Ma fino a quando?

E se Pantaleone si incazzasse di brutto e mettesse mano – lui sì – ai forconi per rivoltarsi contro uno Stato incapace a garantirlo e contro le lobbies e le corporazioni che lo vessano con la difesa strenua dei propri interessi?

Davvero, si sta scherzando col fuoco. Davvero vi è chi gioca allo sfascio credendo di averla vinta senza pagarne le conseguenze? Si pensi, tra l’altro, che lo sciopero dei camionisti è stato indetto sa un solo sindacato di categoria. Che però è stato capace di fermate tutti gli altri colleghi dissenzienti, facendolo diventare generale.

Ripetiamo, il diritto di sciopero è sacrosanto per chiunque, e tale deve rimanere. Ma esso deve svolgersi nel rispetto dei diritti della comunità in cui si svolge, senza ledere nessuno. Altrimenti diventi prepotenza, arbitrio, criminalità.

Qualcuno dirà che se non si compiono azioni forti, spettacolari, lo sciopero non riesce, perché non si cattura l’attenzione dell’opinione pubblica. Sbagliato. Se l’opinione pubblica è disturbata dall’azione di protesta clamorosa l’attenzione la usa per condannare, deprecare, censurare. Come sta succedendo.

Ma anche lo Stato deve fare la sua parte, uscendo dall’ignavia, dalla filosofia del lasciar fare, e intervenire facendo applicare la legge, I blocchi sono illegali? Si rimuovano, perbacco. C’è chi non vuole aderire? Lo si metta in condizione di lavorare. Semplice, no? E allora ci si dia una mossa.

Ai pensionati è stato imposto il conto corrente, e non hanno battuto ciglio. E avevano tutte le ragioni per protestare giacché gli è stata scombussolata la vita in nome di un principio (stoppare il riciclaggio di denaro sporco) tanto specioso quanto inutile, che finisce con diventare un grosso regalo alle banche (chi vuole riciclare lo fa anche se si abolisse il contante, figuriamoci!).

Chiaro che, a questo punto e in analoghe contingenze, diventa difficile essere solidali con chi manifesta trucemente, E ancora più difficile diventa il non condannare simili proteste.

E chi non fa niente per mettere ordine.

redazione@approdonews.it