A seguito delle preoccupazioni espresse dal sindaco di Mormanno. Attivata anche la Protezione civile
Sciame sismico sul Pollino, convocata la Commissione grandi rischi
A seguito delle preoccupazioni espresse dal sindaco di Mormanno. Attivata anche la Protezione civile
(ANSA) – CATANZARO – Il sottosegretario regionale alla Protezione civile, Franco Torchia, si è sentito telefonicamente con il sindaco di Mormanno, Gugliemo Armentano, che gli aveva scritto in relazione allo sciame sismico sul Pollino, ricordando “tutte le iniziative che la Protezione civile regionale, d’intesa con il Dipartimento, ha attivato nell’Area del Pollino” e dichiarandosi “disponibile a qualsiasi tipo di ulteriore iniziativa”. Torchia ha riferito anche di aver chiesto il parere del professore Ignazio Guerra, del Dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria, il quale a sua volta ha comunicato che “il fenomeno rientra nel normale modo di esplicarsi dell’attività sismica, essendo noto che i terremoti tendono a verificarsi raggruppati nel tempo e nello spazio. In proposito si può ricordare che la stessa sequenza in atto al confine calabro-lucano, cominciata nell’agosto-settembre del 2010, si è sviluppata attraverso un’alternarsi di alti e bassi nel grafico del rilascio di energia. I massimi più appariscenti sono riscontrabili nell’autunno del 2010. In quello del 2011, quando l’attività si è spostata verso nord-est, interessando così direttamente anche il territorio lucano di Rotonda e Viggianello oltre a quello di Mormanno; tra maggio e giugno del 2012, quando il baricentro dell’attività si è spostato sul versante meridionale della catena montuosa dando luogo alla scossa del 28 maggio che resta la più energetica finora registrata; ed infine nel periodo da Ferragosto a tutt’oggi”. “Il professore Guerra – ha detto ancora il sottosegretario Torchia – ritiene che la durata della sequenza attuale è decisamente inusuale, di gran lunga maggiore di quelle precedenti. E comunque essa rientra nel comportamento abituale di quest’area interessata da uno stillicidio di microterremoti (tecnicamente si parla di microterremoti per scosse di magnitudo inferiore a 3.0). Esistono infatti documenti che attestano il verificarsi a Mormanno e dintorni di serie sismiche analoghe nel 1888, nel 1973-74 e nel 1980. Grazie alla notevole quantità di dati raccolti, il professore Guerra ritiene che si potranno trarre utili informazioni sulla struttura geologica e sulla dinamica di un’area, che, pur non risultando tra le più intensamente colpite dai terremoti in tempi storici, presenta aspetti molto interessanti dal punto di vista della geodinamica. Per questo motivo un’intensificazione delle osservazioni già in atto ed una loro integrazione mediante l’applicazione di tecniche che fin qui non è stato possibile impiegare, sarebbe auspicabile, in quanto sulla base delle esperienze pregresse è lecito attendersi anche una pausa anche di qualche decennio quando la sequenza in corso si sarà esaurita: i dati relativi ai terremoti del passato sono quelli più utili per capire cosa potrà succedere nel futuro”. “Ovviamente – ha dichiarato ancora Torchia – la scienza fa il suo encomiabile lavoro che deve servire alla politica per operare sulla prevenzione, che è l’unica arma vincente, attraverso il coinvolgimento di tutte le componenti del sistema locale di Protezione civile, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione, materiali ed immateriali, e puntando quindi in modo prioritario sull’informazione da dare alla popolazione sul corretto comportamento da adottare in caso di evento sismico. E’ quello che abbiamo fatto con la complessa attività di pianificazione intrapresa da oltre un anno su tutto il territorio regionale. E’ appena il caso di ricordare gli importanti investimenti effettuati dalla Protezione civile della Regione per realizzare i sistemi di monitoraggio relativi all’Osservatorio sismico delle strutture, al potenziamento della Rete accelerometrica nazionale ed al Sistema Gps regionale. Ma non basta. Occorre creare oggi maggiori sinergie per il più ottimale utilizzo dei dati a disposizione e per il recupero della rete sismica regionale della Calabria, con specifiche convenzioni che mirino al suo potenziamento ed alla possibilità di creare in Calabria un Centro di Competenza che possa competere con le altre istituzioni scientifiche in materia di terremoti”. “Dunque – conclude il Sottosegretario – la Protezione civile regionale sul territorio, insieme alle istituzioni scientifiche, consapevole che la diffusione di informazioni sui rischi naturali sia una responsabilità collettiva, a cui tutti dovremmo contribuire. Un nuovo metodo di lavoro ed un nuovo concetto di protezione civile che porterà la Protezione civile regionale, con analoghe iniziative, al fianco di tutti i cittadini calabresi”.
SCIAME POLLINO: CONVOCATA COMMISSIONE GRANDI RISCHI
Il Dipartimento della Protezione civile ha convocato la Commissione nazionale Grandi Rischi – settore Rischio sismico per analizzare lo sciame sismico in atto nel Pollino, “come era già stato previsto di fare per affrontare il tema delle sequenze sismiche che periodicamente e ripetutamente interessano diverse aree del Paese”. Commentando poi le preoccupazioni espresse dal sindaco di Mormanno (Cosenza), il Dipartimento ribadisce quanto scritto dal capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, al primo cittadino calabrese lo scorso 13 settembre. “Ad oggi – scriveva il prefetto – non ci sono metodi riconosciuti dalla scienza per prevedere il tempo ed il luogo esatti in cui avverrà un terremoto e, quindi, in nessun modo, si può rassicurare o meno la cittadinanza sull’eventualità che si verifichi una forte scossa in qualsiasi momento. Anche lo studio di sequenze sismiche come quella in atto nell’area del Pollino non consente oggi di fare previsioni. Al contrario – sottolineava – conosciamo bene quali sono le zone più pericolose del Paese e tra queste vi è senza dubbio l’Appennino meridionale. In particolare i Comuni attualmente interessati dalla sequenza sono classificati in zona sismica 2: si tratta di territori in cui devono essere applicate specifiche norme per le costruzioni. Solo, infatti, attraverso la corretta applicazione delle norme, sia nella realizzazione delle nuove costruzioni sia negli interventi di rafforzamento di quelle esistenti meno resistenti al sisma, che si fa realmente prevenzione e si possono ridurre con efficacia gli effetti di un terremoto”.
Gabrielli proseguiva ricordando al sindaco che “il protagonista principale deve essere Lei. In qualità di autorità di protezione civile deve trovare tempi e modi per informare con costanza e puntualità la Sua comunità in merito a ciò che avviene e a ciò che potrebbe avvenire, a quanto è previsto dal piano comunale di emergenza, alle misure di prevenzione da adottare, ai comportamenti da tenere in caso di emergenza”. “Per tale finalità – secondo il capo del Dipartimento – l’organizzazione di esercitazioni a scala comunale si è rivelata sempre strumento efficace per coinvolgere realmente i cittadini. Parimenti è Suo compito far sì che il sistema di risposta all’emergenza del Suo comune sia sempre pronto ad intervenire con tempestività e, in tal senso, è utile investire sul volontariato, raccordarsi con le strutture operative territoriali e mantenere stretti e continui rapporti con le istituzioni provinciali e regionali. Infine una particolare attenzione dovrà essere dedicata al monitoraggio degli effetti della sequenza sull’edilizia del Suo comune, per valutare laddove necessario, in relazione ai fabbricati più vulnerabili, l’adozione di misure cautelative. Comprendo quindi il Suo stato d’animo – concludeva Gabrielli – ma La invito davvero a farsi promotore di tutte le iniziative necessarie e possibili per rendere più sicuro il territorio di Mormanno e più consapevole e preparata la Sua popolazione”.