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TAURIANOVA (RC), VENERDì 19 APRILE 2024

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Scandalo “lauree facili”, i carabinieri stringono il cerchio

Scandalo “lauree facili”, i carabinieri stringono il cerchio

Quattordici avvisi di conclusione delle indagini preliminari, con contestuale invito all’indagato a rendere interrogatorio

di Rosaria Marrella

Scandalo “lauree facili”, i carabinieri stringono il cerchio

Quattordici avvisi di conclusione delle indagini preliminari, con contestuale invito all’indagato a rendere interrogatorio

 

 

VIBO VALENTIA – Quattordici avvisi di conclusione delle indagini preliminari – con contestuale invito all’indagato a rendere interrogatorio – sono stati notificati questa mattina dagli uomini della Compagnia Carabinieri di Vibo Valentia, guidati dal capitano Stefano Di Paolo, altresì avvalendosi del supporto dei colleghi sparsi in tutta Italia, ad altrettanti medici, assicuratori, odontoiatri, funzionari pubblici ed imprenditori nell’ambito della nota inchiesta “Lauree Facili” avviata nel 2009 dai militari dell’Arma di Vibo Valentia attraverso il fattivo contributo dell’allora comandante della stazione di San Costantino (oggi comandante della stazione di Pizzo), Pietro Santangelo, supportato dal comandante della stazione di Francica. I professionisti, residenti ad Arese (MI), Matera, Roma, S. Olcese (GE), Grottaferrata (RM), Arcene (BG), S. Bonifacio (VR), Paderno Dugnano (MI), Cesano Maderno (MB), Luisago (CO), Viterbo, Cerveteri (RM) e Palermo sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di falsità materiale commessa dal privato, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, falsità materiale ed ideologica commessa dal pubblico ufficiale ed esercizio abusivo di una professione. L’indagine, avviata a seguito della segnalazione dell’ordine dei medici odontoiatri di Vibo Valentia, in merito ad alcune anomale iscrizioni di neolaureati presso l’ordine: tre nuovi membri iscritti a distanza di pochi giorni avevano dato come residenza lo stesso indirizzo di S. Costantino Calabro, ha permesso di scoprire, nel piccolo comune alle porte del capoluogo, una vera e propria stamperia di documenti scolastici nazionali e stranieri che venivano venduti in tutta Italia. Gli investigatori hanno accertato che, oltre alle lauree in medicina, venivano falsificati e venduti, per migliaia di euro a documento, certificati degli esami sostenuti, abilitazioni professionali, certificati di residenza ed, addirittura, diplomi di scuola superiore. Documenti che poi venivano utilizzati dagli acquirenti, dopo la conversione nel caso dei certificati di inesistenti università straniere, per l’iscrizione agli albi professionali in tutta Italia, oppure erano impiegati per acquisire punteggi incrementali nei concorsi o negli avanzamenti di carriera. Ad essere oggetto di acquisto erano soprattutto le lauree in medicina, economia, giurisprudenza ed i diplomi di scuola superiore. Ora tutti gli indagati dovranno rendere interrogatorio per tentare di spiegare la propria posizione.

Rosaria Marrella