Scandalo cimitero Cittanova, Operazione “Aeternum” chiuse le indagini, reggono i capi di imputazione della Procura. Su 74 indagati, 63 rischiano di andare a processo. I NOMI e PARTICOLARI
Dic 06, 2023 - redazione
Scandalo cimitero Cittanova, Operazione “Aeternum”, reggono i capi di imputazione della Procura della Repubblica di Palmi.
Arrivato l’avviso di conclusione indagini per le persone coinvolte nell’operazione, su 74 indagati, 63 sono statia al giudice per l’indiagine preliminare con la richiesta di rinvio a giudizio e 11 prosciolti.
I NOMI PER IL RINVIO A GIUDIZIO
1) Ligato Salvatore
2) Albanese Antonino
3) Galluccio Francesco
4) Mazzaferro Domenico
5) Curulla Francesco
6) Russo Antonio
7) Padovano Arcangelo Maria
8) Berlingeri Serafino
9) Casella Osvaldo
10) Franconeri Girolamo
11) Foti Salvatore
12) Ferraro Vincenzo
13) Borelli Giuseppe
14) Barillaro Bruno
15) CIARDULLO Gaetano
16) Papandrea Salvatore
17) Adornato Antonio
18) Adornato Attilio
19) Araco Graziano
20) Ascone Francesco
21) Ascone Maria
22) Audino Arcangelo
23) Ciano Giulio
24) Circosta Nicola
25) Cirillo Antonio
26) Cotroneo Paolo
27) D’Agostino Vincenzo
28) D’Agostino Girolamo
29) Deraco francesco
30) Fonte Rocco
31) Fosco Gabriele
32) FUSCO Francesco
33) GALLUCCIO Pasquale
34) Giovinazzo Davide
35) Ieraci Anna
36) Italiano Biagio
37) Maisano Fortunato
38) Mammoliti Rosa
39) Mammoliti Saverio
40) Marano Domenico
41) Marchese Girolamo
42) Mileto Michele
43) Minasi Vincenzo
44) Nardi Rocco
45) Palamara Domenico
46) Palumbo Giovanni
47) Papasidero Nicola
48) Pasqualone Fabiano
49) Piluso Mario Pio
50) Piromalli Salvatore
51) Russo Erminia
52) Russo Giovanni
53) Serafino Rocco
54) Serafino Giuseppe
55) Serafino Antonio
56) Scolaro Domenenico
57) Scozzarra Francesco
58) Taverna Domenico
59) Tedesco Rosario
60) Tramontana Mario
61) Varga Trandafir detto “Tico”
62) Viola Gregorio
63) Zucco Antonino
I PROSCIOLTI
1) ADORNATO Alessia
2) ALBANESE Giovanni
3) CUTRÌ Maria
4) D’AGOSTINO Attilio
5) FALLETI Francesco
6) FIUMARELLA Emiddio
7)GALLUCCIO Maria Teresa
8) MARIANI Luca
9) Misiani Patrizia
10) Politanò Giuseppina
11) Politi Pasquale
L’OPERAZIONE
L’operazione scattata a settembre scorso effettuata dai Carabinieri, convenzionalmente denominata “Aeternum”, ha preso le mosse da una denuncia presentata ai Carabinieri della Stazione di Cittanova nel dicembre del 2018, quando un cittadino di quel comune si era accorto che, all’interno del tumulo di un proprio caro estinto, era stata abusivamente inserita una seconda salma. La successiva attività d’indagine ha così permesso di ipotizzare l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata alla “gestione in esclusiva” degli affari cimiteriali del Comune di Cittanova (RC).
Ad essere ritenuti al vertice dell’associazione, 4 degli indagati, ossia l’ex custode del cimitero di Cittanova, oggi in pensione, e tre imprenditori locali, amministratori di due imprese di onoranze funebri. Secondo quanto sostenuto dagli inquirenti, i quattro, tutti sottoposti alla custodia cautelare in carcere, avrebbero creato e gestito un sistema di “gestione parallela” a quello dell’Ente locale. Sostituendosi a quest’ultimo, gli indagati avrebbero proceduto per anni ad estumulazioni non autorizzate, distruggendo o spostando in altri loculi le salme dei defunti, per far posto a nuove sepolture. Tutto questo al fine di accaparrarsi gli affari nel mercato funerario locale per conseguire e preservare la primazia delle imprese guidate dagli odierni arrestati.
Sempre in base alla ricostruzione compiuta dai Carabinieri, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, il pervasivo condizionamento del regolare funzionamento dei servizi cimiteriali sarebbe poi desumibile dalla capacità dei promotori del sodalizio delinquenziale di impossessarsi di quanto versato dai cittadini come imposte relative alla tumulazione dei defunti. Avendo in più occasioni ricevuto tali somme in ragione del servizio pubblico esercitato, l’ex custode se ne sarebbe appropriato, non versandole nelle casse pubbliche cui esse erano destinate, ossia quelle Comunali per i diritti cimiteriali, quelle dell’ASP di Reggio Calabria per i diritti sanitari e quelle Statali in relazione alla marca da bollo.
L’intero sistema criminale si reggerebbe poi su una serie di omessi controlli e falsi in atti pubblici commessi da professionisti pubblici che avrebbero, con la loro condotta, fatto in modo che il sodalizio individuato preservasse la primazia nel settore delle onoranze funebri, rendendo possibile l’arbitraria assegnazione dei loculi e l’abusiva appropriazione dell’importo che i familiari dei defunti pagavano per tasse e tributi cimiteriali.
In particolare, le illecite estumulazioni e le manipolazioni anzitempo delle salme venivano debitamente coperte con la predisposizione di documentazioni falsificate, con cui si dava veste legale alle operazioni. Ad essere coinvolti, insospettabili medici legali dell’ASP Reggio Calabria – Servizio Igiene e Sanità Pubblica, che, chiamati a vigilare sulle estumulazioni o ad eseguire visite necroscopiche, erano pronti a sottoscriverne i verbali delle operazioni per come veniva loro dettato dagli appartenenti all’associazione. Alle volte, come ampiamente documentato dagli accertamenti tecnici compiuti dai Carabinieri, i verbali erano compilati senza che il medico legale (o altri funzionari previsti) fossero presenti sul luogo.