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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 07 MAGGIO 2024

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Caso Scajola, il Tribunale del riesame ‘boccia’ l’aggravante mafiosa. Processo rinviato al 6 novembre

Caso Scajola, il Tribunale del riesame ‘boccia’ l’aggravante mafiosa. Processo rinviato al 6 novembre
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L’ex ministro in aula a Reggio per l’avvio del processo sul caso del parlamentare calabrese latitante a Dubai e che doveva essere trasferito in Libano. Nessun commento all’esterno del palazzo di giustizia


 

REGGIO CALABRIA – L’ex ministro Claudio Scajola, accompagnato dal suo avvocato Giorgio Perroni, è arrivato al Tribunale di Reggio Calabria dove stamani inizia il processo nei suoi confronti per i presunti aiuti alla latitanza di Amedeo Matacena, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. Scajola si è limitato a salutare i cronisti con un «buon giorno», anche perché, ha spiegato Perroni, è in regime di arresti domiciliari e non può parlare.

Scajola è imputato per procurata inosservanza della pena nei confronti di Matacena in quanto, secondo i magistrati della Dda reggina che hanno coordinato le indagini, si sarebbe attivato per far trasferire l’ex deputato di Fi da Dubai, dove si trova attualmente, in Libano, ritenuto un Paese più sicuro per evitare l’estradizione. Una inchiesta che, nel tempo, ha mostrato depistaggi, complotti e pressioni con interventi dei servizi segreti. Durante una perquisizione a casa di Scajola è stato anche scoperto un archivio segreto.

Insieme a Scajola sarà processata con rito ordinario la segretaria di Matacena, Maria Grazia Fiordalisi. Non ci sarà, invece, la moglie di Matacena, Chiara Rizzo, che sarà processata in abbreviato insieme all’ex segretaria di Scajola, Roberta Sacco, e il factotum di Matacena, Martino Politi.
Il Tribunale del riesame di Reggio Calabria, intanto, ha dichiarato inammissibile “per carenza di interesse” il ricorso della Dda contro la decisione del gup che aveva escluso l’aggravante mafiosa nei confronti di Scajola e degli altri coimputati. La Dda potrà fare ricorso in Cassazione. L’accusa sosteneva che Scajola e gli altri imputati nel procedimento, avendo aiutato Matacena a evitare l’espiazione della pena inflittagli per concorso esterno in associazione mafiosa avevano anche agevolato la ‘ndrangheta di cui Matacena, secondo la Dda, era un punto di riferimento. Secondo quanto appreso in Tribunale, in teoria la Procura potrebbe comunque contestare l’aggravante nel corso del dibattimento nei confronti di Scajola e della segretaria di Matacena, Maria Grazia Fiordalisi, iniziato stamane.