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Scacco alla holding della cosca, 20 arresti a Vibo. Nel Lazio sostegno a consigliere

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L’operazione “Atlantide” interessa il clan Tripodi di Porto Salvo e Vibo Marina, con interessi anche fuori regione. Tra gli arrestati ci sono anche diversi imprenditori, con un sequestro ingente di beni, circa 40 milioni

Scacco alla holding della cosca, 20 arresti a Vibo. Nel Lazio sostegno a consigliere regionale

L’operazione “Atlantide” interessa il clan Tripodi di Porto Salvo e Vibo Marina, con interessi anche fuori regione. Tra gli arrestati ci sono anche diversi imprenditori, con un sequestro ingente di beni, circa 40 milioni. L’obiettivo era quello di ottenere gli appalti pubblici, per questo era stato promesso il sostegno ad un politico del Lazio

 

 

VIBO VALENTIA – E’ in corso dalle prime ore dell’alba una vasta operazione antimafia in provincia di Vibo Valentia denominata «Atlantide». Gli ordini di arresto firmati dal gip distrettuale di Catanzaro su richiesta della Dda sono 20 e le ordinanze interessano anche le province di Milano, Roma e Bologna. Ad operare gli arresti stanno procedendo i carabinieri del comando provinciale di Vibo Valentia in collaborazione con i militari dell’Arma di Bologna, Roma e Milano. Fra gli arrestati ci sono diversi imprenditori, tanto che la Guardia di Finanza sta dando esecuzione anche ad un decreto di sequestro preventivo emesso dalla Dda nei confronti di 19 aziende e 25 persone fisiche, col sequestro di 45 immobili – terreni, fabbricati, appartamenti e pertinenze – tra cui 2 bar in pieno centro a Roma e conti correnti riconducibili ai destinatari del provvedimento, il cui valore complessivo ammonta a circa 40 milioni di euro. Gli arresti interessano il clan Tripodi di Porto Salvo e Vibo Marina il quale ha interessi anche fuori regione.
I particolari dell’operazione – alla presenza di rappresentanti della Direzione nazionale antimafia – saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 11 nella caserma dei carabinieri del gruppo operativo dei carabinieri di Vibo Valentia di località «Aereoporto». Fra le contestazioni mosse dalla Dda al clan Tripodi di Vibo Valentia (operante in particolare nelle frazioni di Porto Salvo e Vibo Marina, ma anche fuori regione) vi è anche il tentativo di acquisire appalti pubblici nel Lazio attraverso il promesso sostegno elettorale ad un candidato (non indagato) alle elezioni del Consiglio Regionale del Lazio 2010. Tale candidato è risultato poi eletto. Nel Lazio il clan Tripodi aveva infatti pensato di estendere i propri «affari» e le proprie attività imprenditoriali.
L’inchiesta denominata in un primo tempo «Atlantide» ed ora sfociata nell’operazione congiunta dei carabinieri e della Guardia di Finanza di Vibo Valentia denominata «Libra», conclude una complessa e prolungata attività investigativa, che ha permesso di accertare l’operatività della cosca «Tripodi», non ancora riconosciuta giudizialmente, ricostruendone le attività illecite nell’arco temporale 2006 – 2012, oltre alle dinamiche interne ed esterne, nonchè i variegati interessi economici in diverse Regioni. Associazione mafiosa, usura, trasferimento fraudolento di valori, estorsioni, frode nelle pubbliche forniture e detenzione di armi i reati, a vario titolo, contestati. L’infiltrazione nei lavori pubblici della cosca Tripodi – ritenuta una vera e propria holding della ‘ndrangheta – riguarda in particolare il settore dell’edilizia lungo a fascia costiera del Vibonese ed in altre zone d’Italia. L’operazione, oltre Vibo Valentia, interessa pure Brescia, Padova, Verona, Milano, Roma e Bologna. Il reato di usura sarebbe stato accertato nei confronti di un commerciante di autovetture vibonese, divenuto poi un testimone di giustizia che si trova attualmente sottoposto a programma di protezione.

INFILTRATI ANCHE APPALTO POST-ALLUVIONE, PER INVESTIGATORI SGOMINATA VERA E PROPRIA ‘HOLDING’ CRIMINALE

Speculavano anche sulle disgrazie della popolazione i presunti affiliati alla cosca del vibonese arrestati stamani da carabinieri e guardia di finanza. E’ quanto sottolineano gli investigatori, evidenziando come alcuni indagati si sarebbero infiltrati in un appalto da 300 mila euro per la rimozione dei fanghi dell’alluvione che colpì la frazione marina di Vibo Valentia nel luglio del 2006 provocando la morte di quattro persone. L’operazione ha concluso un’indagine, coordinata dalla Dda di Catanzaro, che, secondo l’accusa, ha permesso di accertare l’operatività della presunta cosca Tripodi (non ancora riconosciuta giudizialmente), definita una vera e propria “holding” di ‘ndrangheta, ricostruendone le attivita’ illecite nell’arco temporale dal 2006 al 2012, le dinamiche interne ed esterne, nonché i variegati interessi economici in diverse Regioni. I partecipanti all’organizzazione, ritenuta subordinata alla famiglia Mancuso di Limbadi, grazie alla forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e della conseguente condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, per gli investigatori, avrebbero commesso una serie di reati. In particolare, gli indagati avrebbero cercato, tramite società direttamente riconducibili ad alcuni esponenti della cosca od intestate a prestanome, perlopiù operanti nel settore dell’edilizia, di infiltrarsi nei lavori pubblici, sia lungo la costa vibonese che in altre località italiane. Inoltre avrebbero utilizzato numerose società riconducibili alla cosca, come strumento per la commissione dei reati e in particolare per l’accaparramento degli appalti. Gli indagati sono anche accusati di usura nei confronti di un commerciante di auto, divenuto testimone di giustizia ed attualmente sottoposto al piano di protezione, e di estorsioni ai danni di altri operatori economici. Nel corso dell’operazione sono stati anche sequestrati beni per 40 milioni di euro tra i quali due bar in pieno centro a Roma, un altro in provincia di Milano e immobili di pregio a Roma e Milano.

ECCO I NOMI

Le persone raggiunte da ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’ambito dell’operazione «Libra» contro la holding dei clan di Vibo Valentia sono: Nicola Tripodi, 65 anni; Sante Mario Tripodi, 40 anni; Antonio Tripodi, 49 anni; Orlando Tripodi, 27 anni, tutti di Porto Salvo, frazione di Vibo Valentia; Salvatore Vita, 38 anni, di Vibo Valentia; Francesco Comerci, 38 anni, dei Messina; Massimo Murano, 40 anni, di Busto Arsizio (Va); Cristian Sicari, 28 anni, di Tropea; Giovanni Aracri, 43 anni, di Vibo Valentia; Maria Alfonsa Farfaglia, 44 anni, di Vibo Valentia; Gregorio De Luca, 35 anni, di Vibo Valentia; Raffaele Acanfora, 45 anni, di Scafati (Sa); Daniele Marturano, 40 anni, di Vibo Valentia; Orazio Mantino, 41 anni, di Vibo Marina.

Agli arresti domiciliari si trovano: Roberto La Gamba, 27 anni, di Soriano Calabro (Vv); Francesco La Tesse, 28 anni, di Vibo Valentia; Simon Schito, 31 anni, di Milano; Francesco Lo Bianco, 39 anni, di Vibo Valentia.

Misura cautelare rigettata per: Antonio Chirico, 26 anni, di Vibo Marina; Luciano Franzoni, 35 anni, di Vibo Valentia; Daniele Prestanicola, 31 anni, di Vibo Valentia; Gaetano Staropoli, 46 anni, di Vibo Valentia; Giuseppe Vita, 47 anni, di Vibo Valentia.