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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 01 MAGGIO 2024

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Sarah Scazzi. Il delitto di Avetrana. Processo ai Misseri Intervista ad Antonio Giangrande

Sarah Scazzi. Il delitto di Avetrana. Processo ai Misseri Intervista ad Antonio Giangrande
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Dr. Antonio Giangrande lei su quali basi può essere ritenuto un relatore
attendibile della vicenda?

«Sono di Avetrana ed ho esercitato la professione forense nel foro di
Taranto, finchè me lo hanno permesso, non essendo conforme, quindi conosco i
luoghi e le persone al di là dell’aspetto processuale specifico. Nella mia
peculiare situazione ho raccolto in testi ed in video tutto il materiale
attinente la vicenda».

E quale idea si è fatto?

«Nonostante abbia consultato tutti gli atti processuali ed extraprocessuali
difensivi ed accusatori, le sentenze, finanche quella definitiva, mi
lasciano il dubbio, oltre che l’amaro in bocca».

L’amaro in bocca?

«Sì. Perché gli studenti che vogliono presentare una tesi scolastica o
universitaria sulla vicenda di Sarah Scazzi, spesso mi chiedono il materiale
video della requisitoria dell’accusa, non essendo interessati minimamente
alle arringhe della difesa. Dico loro che tutto il materiale accusatorio e
difensivo da me raccolto può essere consultato anche in testi e
gratuitamente. Questi, pur non conoscendo la posizione della difesa delle
parti in causa, mi rispondono: “Grazie, ma la vicenda mi è già ben chiara.”
Capite? È chiara una vicenda sol perché si è seguita mediaticamente tramite
i portavoce dei PM, o perché si è visionata la requisitoria accusatoria.
Questo è per la vicenda di Sarah Scazzi, come lo è per tutti i grandi
processi mediatici».

Lei che conosce tutto il materiale probatoria, cosa, invece, ha da
aggiungere per completezza di informazione?

«Gli elementi giudiziari principali su cui basare un giudizio di logica
sono:

Arma del delitto. Non vi è certezza. La difesa dice corda. L’accusa dice
cintura.

Orario del delitto. Vi è contraddizione. L’orario incerto e non provato
dell’accusa è prima delle 14.00 di quel giovedì 26 agosto 2010, basato su
testimoni che si son contraddetti (il vicino, la coppietta, i genitori di
Sarah e la badante) ed il consulente contestato; l’orario certo della difesa
è circa le 14.30, provato da un testimone attendibile.

Movente del delitto. Non vi è certezza. Passionale da parte di Sabrina, per
l’accusa, però senza riscontro o conferme degli amici ascoltati. Sessuale da
parte di Michele, per la difesa, con il riscontro dei precedenti di Misseri
con la cognata.

Gli elementi spuri. Il fantomatico furgone visto da Massari ed il fantastico
sogno del fioraio Buccolieri. Il furgone non prova né l’omicidio, né il
rapimento. Il Sogno non prova l’omicidio, ma solo il coinvolgimento di
Cosima Serrano nell’eventuale rapimento di Sarah. Sogno che non è stato mai
indicato come realtà. Solo la Pisanò ed i pubblici ministeri hanno ritenuto
che quel sogno fosse realtà, nonostante vi sia stata immediata ritrattazione
o puntualizzazione del Buccolieri, il cui procedimento penale per false
dichiarazioni al Pubblico Ministero, sicuramente morirà di prescrizione, non
arrivando a definire una verità assoluta sull’eventuale abbaglio accusatorio
o sulla falsità della ritrattazione. Per aver sostenuto che era sogno molti
parenti ed amici del Buccolieri sono finiti sotto la scure giudiziaria. Per
questo non si capisce l’incaponimento di questi a sostenere una versione che
l’accusa ritiene falsa, se effettivamente falsa non sia.

Le confessioni di rei ritenuti innocenti. Cosima ha sempre sostenuto la sua
estraneità all’omicidio ed al fantomatico rapimento onirico. Anche per
mancanza di tempo, ribadita da un testimone, perchè rientrata alle 13.30
circa dal lavoro in campagna. Sabrina ha sempre negato il suo coinvolgimento
al delitto, confermate dagli sms alle Spagnoletti, e la sua gelosia per
Ivano, confermando il suo affetto per Sarah. Michele ha confessato il
delitto, con riscontro di fatti, facendo trovare prima il cellulare, poi il
corpo e palesando la sua colpa nella prima telefonata genuina intercettata
tra lui e la figlia Sabrina durante il suo arresto nella caserma di Taranto,
in seguito del quale ha fatto ritrovare il corpo. Ha deviato sulla sua
versione solo quando non era presente coscientemente a causa dei farmaci
somministrati ed indotto dal carabiniere presente all’audizione, ovvero
quando è stato indotto dal suo avvocato difensore, Daniele Galoppa,
consigliato a Michele dal pubblico ministero Pietro Argentino, componente
dell’accusa, ed indotto dalla consulente Roberta Bruzzone. Così come
dichiarato dallo stesso Misseri. Bruzzone che nel processo ha rivestito le
vesti di consulente di Michele Misseri, testimone dell’accusa e persona
offesa (logicamente astiosa) nei confronti di Michele.

Testimoni fondamentali dell’accusa. L’unica super testimone: Anna Pisanò,
sedicente amica di Sabrina Misseri. La sua testimonianza collide con tutte
le altre versioni degli amici e parenti di Sabrina che sono stati ascoltati
nel processo. Sarah la mattina dell’omicidio era felice? Per la Pisanò no,
per gli altri sì. Sabrina era gelosa di Sarah per Ivano Russo? Per la Pisanò
sì, per gli altri, no. Dopo la scomparsa vi sono elementi colpevolizzanti
per Sabrina? Per la Pisanò, sì, per gli altri, no. Chi ha parlato per prima
del sogno? La Pisanò che sospettava una relazione sentimentale tra sua
figlia Vanessa e il fioraio, suo datore di lavoro. La Pisanò ha detto di
tutto su tutto, anche contraddicendosi, come per la questione del sogno. La
Pisanò, testimone e detective allo stesso modo ed allo stesso tempo. La
Pisanò, con cui Sabrina non si confidava perché non la riteneva amica, in
quanto considerata “pettegola”, si arrogava il merito di sapere tutto su
Sabrina stessa. Franco Coppi, l’avv. di Sabrina, ebbe a dire nell’arringa di
primo grado: “Sabrina ammette di essere colpevole. Sabrina con la casa
invasa dai giornalisti ammette la sua responsabilità …con chi? Con la più
pettegola delle donne di Avetrana, Con la Pisanò!”»

In sintesi ha raccontato i processi. Cosa ne deduce?

«Se già io che ho studiato, cercato, approfondito tutti gli elementi del
processo. Ho conosciuto tutti i fatti exatraprocessuali che ne hanno minato
la credibilità. Se già io conosco tutto ciò e ho dei dubbi sull’esito
processuale, come fanno gli sbarbatelli che poco conoscono l’argomento a
dire: “ho le idee chiare”?»

Si farà un docufiction sulla vicenda da parte di Mediaset…

«Già. Ma non sono io il consulente della regia o degli autori. Sicuramente
si saranno avvalsi di qualcuno più autorevole ed attendibile di me… senza
stereotipi, pregiudizi e superficialità. Sicuramente la redazione di Quarto
Grado fornirà il suo apporto. Sicuramente si farà riferimento al fatto, come
spesso dichiarato impunemente in quella trasmissione, che Avetrana è un
paese omertoso…sol perché non sono stati tutti pettegoli…».