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TAURIANOVA (RC), VENERDì 26 APRILE 2024

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Sanità, la Cgil va allo scontro frontale contro Minniti e Scaffidi "Domenico Minniti, come fulminato sulla strada per Damasco, dopo otto mesi di incarico quale Direttore Sanitario dell’ASP di Reggio Calabria, che nel 2019 aveva fatto domanda di partecipazione ad un “concorso per Direttore della C.O. SUEM 118”, bandito allora dall’ASP di Reggio Calabria, e rendendosi conto, pertanto, che la sua permanenza all’ASP avrebbe creato un conflitto di interessi"

Sanità, la Cgil va allo scontro frontale contro Minniti e Scaffidi "Domenico Minniti, come fulminato sulla strada per Damasco, dopo otto mesi di incarico quale Direttore Sanitario dell’ASP di Reggio Calabria, che nel 2019 aveva fatto domanda di partecipazione ad un “concorso per Direttore della C.O. SUEM 118”, bandito allora dall’ASP di Reggio Calabria, e rendendosi conto, pertanto, che la sua permanenza all’ASP avrebbe creato un conflitto di interessi"

Onore delle armi al dott. Domenico Minniti, per essersi ricordato, come fulminato sulla strada per Damasco, dopo otto mesi di incarico quale Direttore Sanitario dell’ASP di Reggio Calabria, che nel 2019 aveva fatto domanda di partecipazione ad un “concorso per Direttore della C.O. SUEM 118”, bandito allora dall’ASP di Reggio Calabria, e rendendosi conto, pertanto, che la sua permanenza all’ASP avrebbe creato un conflitto di interessi.
Ma se al dott. Minniti può essere riconosciuta una tale onorevole uscita, qualunque sia stato il motivo delle sue dimissioni, la stessa cosa non può essere tributata al Commissario Straordinario -dott. Scaffidi- il quale, pur non essendo riuscito, finora, dopo oltre otto mesi di incarico, a intravvedere il bandolo della matassa per raggiungere gli obiettivi assegnatogli con il DCA 44, dell’11/03/2021 (abbassamento del debito e ripresa dei LEA), tanto da necessitare -secondo un’autorevole testata giornalistica locale- la presenza di esperti per fare chiarezza sul “buco nero dei conti dell’ASP”, con ulteriore aggravio di spese, ancora continua a persistere nella sua follia, pensando di poter risollevare le sorti dell’azienda eliminando presidi essenziali di sanità, non pagando diritti e spettanze acquisiti dai lavoratori e/o cercando di far tacere le legittime lamentele di sindaci e dipendenti.
A parere di questa O.S. FP CGIL nulla è più sbagliato di un tale comportamento.
L’eliminazione o il ridimensionamento di presidi sanitari di strategica importanza, non porta ad alcuna riduzione del debito, venendo, il risparmio generato dal taglio, assorbito dalla conseguente emigrazione sanitaria e, pertanto, ciò che si otterrà, in modo semplicistico, sarà soltanto l’abbassamento dei LEA.
La riduzione del debito si otterrà soltanto se si doterà il Servizio Economico Finanziario di personale e di mezzi tecnici e organizzativi di supporto, tali da poter controllare e vigilare in modo costante, preciso e puntiglioso il pagamento delle fatture e dei debiti dell’ASP, anche quelli discendenti da titoli giudiziari (Decreti Ingiuntivi e sentenze), onde evitare -ciò che in passato è stato sporadicamente scoperto da qualche Commissario illuminato- casi di doppio se non di triplo pagamento della stessa fattura e/o dello stesso titolo esecutivo, portato più volte ad esecuzione;
la riduzione del debito si potrà ottenere se si impronteranno politiche di investimento mirate, tendenti a valorizzare le eccellenze che già esistono nell’ASP di Reggio Calabria, come la Camera Iperbarica di Palmi, unico presidio in tutta la Calabria; o a crearne altre, peraltro già previste dall’atto aziendale, come la sezione di “emodinamica” presso la cardiologia/UTIC di Polistena, la seconda in Calabria dopo quella del “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro, capaci di invertire la tendenza all’emigrazione sanitaria, creando immigrazione e quindi riduzione del gape tra “dare e avere” con le altre regioni nelle cc.dd. “stanze di compensazione” interregionali, sui flussi migratori in sanità;
la riduzione del debito si potrà avere se si ha precisa contezza dei debiti e dei crediti dell’ASP sui suddetti flussi migratori e si abbia la capacità di far valere a livello regionale ed eventualmente interregionale, i propri crediti e a saper contestare eventuali debiti non dovuti.
Ma quanto detto servirà a poco se non ne conseguirà la dovuta e necessaria valorizzazione e incentivazione del personale, solo grazie al quale ancora si mantiene in piedi l’intero impianto sanitario dell’ASP, malgrado gli errori e le incapacità (più o meno manifeste) delle varie dirigenze strategiche che si sono succedute negli ultimi anni.
Valorizzare il personale vuol dire assegnare ad ognuno responsabilità specifiche e durature nel tempo; significa espletare i concorsi per la nomina dei direttori di struttura complessa e dei direttori di struttura semplice; significa attribuire gli incarichi di alta specializzazione a tutti quei dirigenti medici che hanno maturato nel tempo e sul campo esperienze e specializzazioni di particolare importanza;
vuol dire assegnare al personale del comparto gli incarichi di funzione e i vari coordinamenti, ove
previsti; significa assecondare le idee di tutti coloro che presentano progetti innovativi, capaci di
attirare attenzione e attrazione sanitaria. Non si può continuare “sine die” con assegnazioni
provvisorie di incarichi, se non addirittura di referenze, che attribuisco compiti di elevata
responsabilità alla quale, sistematicamente non corrisponde un’altrettanta adeguata retribuzione, e
che principalmente tengono costantemente sotto scacco il dirigente;
valorizzare il personale significa capacità di attrarre nell’ASP professionalità eccellenti, capaci di
dare una svolta positiva all’organizzazione sanitaria e agli stessi LEA.
Ed infine il personale va incentivato.
Incentivare il personale vuol dire creare tutte quelle condizioni necessarie ed imprescindibili affinchè
il lavoratore possa trovare nella propria attività lavorativa quella funzione, costituzionalmente
esaltata, di assicurare, da un lato, a sé e alla sua famiglia, un’esistenza libera e dignitosa (art. 36 della
costituzione) e dall’altra contribuire al progresso “materiale e spirituale” della società (art. 4 della
Costituzione). Significa quindi che il datore di lavoro deve mettere il lavoratore nelle condizioni di
poter espletare con serenità e tranquillità la propria attività lavorativa, senza essere sottoposto a turni
stressanti senza la necessaria strumentazione di supporto, e principalmente senza metterlo nelle
condizioni di operare in situazioni di rischio per la propria e per l’altrui salute o, comunque, di non
poter esternare le condizioni di disagio in cui è costretto a lavorare. Incentivare significa pagare ai
lavoratori, puntualmente e senza ritardo, tutte le spettanze dovute per legge o per contratto, come la
retribuzione di risultato e la produttività (nell’ASP di Reggio Calabria ancora non pagate per gli anni
2015, 2018, 2019 e 2020);
Vuol dire riconoscere e assegnare ai lavoratori del comparto le Progressioni Economiche Orizzontali
(PEO), così come previste dal C.C.N.L. 2016-2018 e, nell’ASP di Reggio Calabria, dalla
Contrattazione Decentrata del novembre 2020;
significa consegnare mensilmente i buoni pasto, che nell’ASP di Reggio Calabria non vengono
consegnati dal Maggio 2016.
E allora, quali obbiettivi pensa di raggiungere il dott. Scaffidi con il taglio sistematico di interi pezzi
di strutture e presidi sanitari? Cosa pensa di raggiungere facendo una guerra spietata a qualche
dirigente medico, soltanto per il fatto di non aver comunicato l’esistenza di un procedimento penale
a suo carico, dal quale è stato regolarmente assolto con formula piena? Dove vuole arrivare rinviando
ai posteri il pagamento di spettanze economiche già acquisite dai lavoratori e che da tempo ne
reclamano il saldo? Come potrà sperare in una riconferma dell’incarico di commissario all’ASP di
Reggio Calabria, alla prossima verifica trimestrale, quando in sole otto mesi ha contribuito, a parere
di questa O.S., più dei suoi predecessori, a provocare disastri incalcolabili, difficilmente risanabili,
ormai chiari agli occhi di tutti?
Non sarebbe opportuno, per lui e per la sanità reggina, trovare una scusa qualunque e rimettere
l’incarico nelle mani del neo eletto presidente della regione Calabria e neo nominato commissario ad
acta per il piano di rientro, sperando così, anche per lui come per il dott. Minniti, in una resa con
l’onore delle armi, piuttosto che in un congedo con disonore, prossimo a venire? Sappiamo già quale
sarà la sua scelta!