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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 29 APRILE 2024

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“Sanità Calabria: nuovo Commissario e vecchie logiche” Lo dichiara il consigliere regionale Mimmo Bevacqua

“Sanità Calabria: nuovo Commissario e vecchie logiche” Lo dichiara il consigliere regionale Mimmo Bevacqua
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“Sono pienamente d’accordo con le ragioni che hanno condotto il presidente Oliverio a ricorrere alla Corte Costituzionale rispetto alla deliberazione del Consiglio dei Ministri che ha disposto l’ulteriore prosecuzione del commissariamento per la sanità calabrese”. È quanto dichiara il consigliere regionale Mimmo Bevacqua, il quale così prosegue: “Il M5s e questo governo hanno perso un’occasione storica per dimostrare il rispetto dovuto ai cittadini calabresi: li hanno considerati incapaci di porre mano in piena autonomia alle difficoltà del pianeta sanità. Evidentemente, era più importante occupare le postazioni di potere, ignorando le professionalità e le competenze presenti nella nostra regione. L’affermazione, poi, del ministro Grillo che rinviene la motivazione della nuova nomina nell’essere stato il generale campano Cotticelli responsabile NAS, appare davvero surreale e sottende una malcelata logica punitiva e di controllo dall’esterno”. “Soprattutto – continua Bevacqua – il mancato ripristino di una democrazia ordinaria rischia di vanificare quei pochi ma significativi processi virtuosi avviati e affossare definitivamente il sistema sanitario calabrese. Il ruolo di deliberare l’impalcatura legislativa in grado di declinare al meglio il diritto alla salute dei calabresi e operare le scelte più appropriate alla domanda di servizi e presidi sanitari deve essere ricondotto al Consiglio regionale; così come al Presidente della Giunta spettano, in materia, le funzioni proprie di un organo che poggia sulla legittimazione dell’elezione diretta. È una questione di civiltà, di riconoscimento dell’uguaglianza sostanziale dei cittadini calabresi rispetto a tutti gli altri cittadini italiani”. “Ma il governo giallo-verde – conclude Bevacqua – ha ritenuto molto più comodo decidere che i calabresi sono affetti da una minorità congenita e strutturalmente non idonei a camminare sulle proprie gambe”.