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S. Procopio: si dimette la maggioranza. Si scioglie il Consiglio Comunale

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Ben sei Consiglieri Comunali di San Procopio, contestualmente, presentano le
irrevocabili dimissioni, che comportano l’immediata applicazione dell’art. 141 del
TUEL con scioglimento del Consiglio e decadenza del Sindaco e della Giunta.
Le sei dimissioni dei Consiglieri di Maggioranza ed Opposizione di Cartocci,
Cortese, Cotroneo, Demeca, Anile, Gioffrè vanno ad aggiungersi a quelle di altri due
Consiglieri Furfaro e Leotta già dimessi in precedenza.
Adesso spetta al Prefetto la nomina di un Commissario che la popolazione aspetta per
rivedere un po’ di quel lustro che aveva conosciuto con il Sindaco precedente.
La gestione attuale aveva sollevato intense proteste per la mancanza totale di rapporti
con i cittadini, quella stessa che si era instaurata con la conduzione amministrativa
precedente.
Il tandem tra Lamberti–Castronuovo e Cutrì, rispettivamente Sindaco e Vice Sindaco,
dimessisi anche loro dai banchi dell’opposizione, aveva dato buoni frutti tanto da fare
assurgere il Paese agli onori della cronaca italiana, quale esempio di buona
Amministrazione.
La creazione di una biblioteca, di un asilo, la dotazione di uno scuolabus in accordo
con i paesi vicini, il riscaldamento della Chiesa, il Teatro, la riesumazione della
storica sagra dell’anguilla, l’organo per la Chiesa e tanto altro, avevano dato fiducia
al paese, ricco di storie e tradizioni.
La ferma opposizione alla illegalità aveva evidentemente fatto ombra a taluno, tanto
da affidare l’Amministrazione a persona meno intransigente, anche se con uno strano
scarto di soli 12 voti!
San Procopio era ricaduto nell’oblio ma peggio, a giudicare dalle dimissioni di ben
10 Consiglieri nel tempo, nella indifferenza di tutti, tranne di chi aveva avuto il
coraggio di aumentarsi l’appannaggio a ben 1650 euro al mese, come il Sindaco, in
aperta contraddizione con chi, in precedenza, aveva non solo rinunciato ad ogni
compenso e rimborso, ma addirittura aveva devoluto il proprio stipendio di assessore
provinciale alle casse comunali, in favore di tante iniziative sociali.
San Procopio era balzato agli onori della cronaca anche per il famoso inchino
presunto. La forte reazione del Sindaco Lamberti aveva portato addirittura ad un
avviso di garanzia per Sindaco, Vice, Comandante dei Carabinieri e persino il
Parroco.
Tutto, dopo tante sofferenze ed illazioni, ha portato alla condanna del giornalista, al
quale si è opposto che aveva riportato la falsa notizia e all’archiviazione per tutti gli
altri con l’aggravante sociale che il Magistrato nel Decreto di Archiviazione, non solo
demolì l’ipotesi accusatoria, ma dichiarò che nella casa davanti alla quale si sarebbe
svolto l’inchino, il “malavitoso”, si sarebbe insediato ben sei mesi dopo i fatti narrati.
Una macchinazione ai danni del Sindaco del tempo, mal architettata.
Ad onor del vero, il processo è ancora in corso in quanto il giornalista si è opposto al
decreto penale di condanna.
Oggi San Procopio si libera di un’Amministrazione non gradita e spera in un
Commissario che porti a nuove elezioni per la rinascita del Paese, possibilmente.