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TAURIANOVA (RC), SABATO 04 MAGGIO 2024

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Ruby, Berlusconi condannato a sette anni Interdizione per sempre dai pubblici uffici

Ruby, Berlusconi condannato a sette anni Interdizione per sempre dai pubblici uffici

La condanna per i reati di concussione per costrizione e prostituzione minorile. Sentenza attesa dai media di tutto il mondo, ressa di giornalisti e fotografi a Milano

Ruby, Berlusconi condannato a sette anni Interdizione per sempre dai pubblici uffici

La condanna per i reati di concussione per costrizione e prostituzione minorile. Sentenza attesa dai media di tutto il mondo, ressa di giornalisti e fotografi a Milano

 

(ANSA) Silvio Berlusconi, imputato a Milano per il caso Ruby, è stato condannato a sette anni per entrambi i reati contestati: concussione per costrizione e prostituzione minorile. Il Cavaliere e’ stato anche interdetto a vita dai pubblici uffici. Lo hanno deciso i giudici con la sentenza di oggi, stabilendo per lui anche l’interdizione legale per la durata della condanna.

I giudici del processo sul caso Ruby, con la sentenza per Silvio Berlusconi, hanno disposto la trasmissione degli atti alla Procura affinché valuti le presunte false testimonianze rese da alcuni testimoni nel corso del dibattimento.

Kharima el Maroug, in arte Ruby, sarebbe partita per il Messico con il compagno Luca Risso in vacanza. Secondo quanto appreso, la coppia sarebbe già dovuta partire una settimana fa ma ha dovuto procrastinare la partenza per motivi legati al volo.

BOCCASSINI ASSENTE, IN AULA BRUTI LIBERATI: E’ POLEMICA – Era già programmata da tempo la presenza nell’aula del processo Ruby del Procuratore della Repubblica di Milano Edomondo Bruti Liberati per la lettura della sentenza nei confronti di Silvio Berlusconi. Da tempo, inoltre, il procuratore aggiunto Ilda Boccassini, oggi assente, aveva programmato un periodo di ferie. E’ questo il motivo, spiegano dal Palazzo Di Giustizia, per cui stamani a fianco del pm Antonio Sangermano non c’era, come sempre, Ilda Boccassini, ma Bruti Liberati. Infatti, il procuratore capo, quando il 6 aprile 2011 cominciò il dibattimento, era venuto in aula per esprimere la condivisione dell’ufficio con il lavoro dei due pm e, per la stessa ragione, aveva già previsto di essere presente il giorno del verdetto. Solo che allora, poiché già i due pm erano in toga, Bruti aveva abiti ‘civili’. Oggi invece, mancando Ilda Boccassini, ha messo la toga.

“Qual è il significato della presenza del Procuratore Capo Bruti Liberati nell’aula del tribunale di Milano? E’ infatti inusuale e molto singolare quanto sta accadendo: lo dobbiamo interpretare come un ‘segnale’ al collegio giudicante? Se così fosse, sarebbe un preoccupante. Finora il procuratore Bruti Liberati non ha partecipato alle udienze dibattimentali e solo oggi sceglie di essere in aula. Non crediamo alle coincidenze”. Lo afferma il capogruppo del Pdl in Commissione Giustizia alla Camera, Enrico Costa.

“Ci sono fatti che hanno una forte valenza simbolica, nei confronti dei cittadini, dei media, e soprattutto di chi si prepara a giudicare. Come mai, oggi e proprio oggi, il procuratore capo Bruti Liberati, nell’imminenza della sentenza, ha ritenuto di essere presente in Aula?”. Lo afferma Daniele Capezzone, Presidente della Commissione Finanze della Camera e Coordinatore dei dipartimenti Pdl.

RESSA DI GIORNALISTI – Come previsto decine di giornalisti, fotografi e troupe televisive si sono radunati, dalle prime ore della mattinata, davanti al palazzo di Giustizia di Milano. Tra loro diversi corrispondenti e inviati di testate e televisioni straniere, come Al Jazeera e Cnn, ma anche tv danesi, tedesche e giapponesi oltre a prestigiosi quotidiani inglesi come Guardian e Daily Mail. In corso di porta Vittoria, dove si trova l’ingresso principale del Tribunale, sono schierati i furgoni per le dirette televisive, davanti agli sguardi incuriositi dei passanti. Nessuna traccia, invece, al momento, di gruppi di manifestanti pro o contro il Cavaliere.

GRUPPO DI MANIFESTANTI ESULTA PER LA CONDANNA – Un piccolo gruppo, composto da una decina di manifestanti, radunato davanti al Palazzo di Giustizia di Milano, ha accolto con applausi e grida di esultanza la notizia della condanna di Silvio Berlusconi. Alcuni di loro hanno intonato l’inno d’Italia.

PRESIDI PRO E CONTRO BERLUSCONI – Due donne, con coccarde tricolori, sono arrivate davanti al palazzo di giustizia di Milano e hanno esposto cartelli con scritte come ‘Grazie pm Ilda Boccassini’. “E’ giusto che Berlusconi sia condannato e che si ritiri a vita privata – ha spiegato una di loro -, siamo private cittadine che seguono le vicende della giustizia italiana fin dai tempi di Mani Pulite”. Su un altro cartello hanno scritto “Siamo stanchi di vivere sotto ricatto di un reo recidivo che rifiuta di subire la giusta condanna e ritirarsi”. Poco dopo davanti al palazzo di giustizia è scoppiata un’accesa discussione tra le due manifestanti e alcuni passanti, sostenitori di Silvio Berlusconi e contrari a una condanna dell’ex premier. “Berlusconi ha sbagliato ma non si può condannare per queste cose – ha detto uno dei passanti -, contro di lui c’è accanimento perché vogliono eliminarlo dalla politica italiana”.

DANIELA SANTANCHE’ IN TRIBUNALE – L’esponente del Pdl Daniela Santanché è arrivata al Palazzo di Giustizia di Milano, dove é attesa la sentenza del processo Ruby. Santanché è entrata dall’ingresso in via Manara, passando davanti a un piccolo gruppo di manifestanti favorevoli a una condanna di Silvio Berlusconi.